«Zia...»
«Dimmi tesoro.»
«C'è un posto in cui possiamo parlare senza che nessuno ci senta?»
«Si...» guardo Lucrezia stranita. Non mi ha mai chiesto di parlare da sole. «Andiamo nell'ufficio di Andreas. Oggi non c'è.»
«Okay...» sussurra e mi fa un piccolo sorriso.
«Asia, tra 30 minuti ci mandano la puntata registrata ieri.» Marilena mi placca nel bel mezzo del corridoio.
«Va bene, sistemo una faccenda con mia nipote ed arrivo. Andiamo Lucre.» entriamo nel mio ufficio e lei si siede sul divanetto. «Dimmi tesoro.» mi metto accanto a lei.
«Zia...» arrossisce e si imbarazza.
«Lucrezia... che mi devi chiedere?» le alzo il viso e faccio un sorriso malizioso.
«Tu gli vuoi bene a Matias?»
«Si...» faccio un mezzo sorriso.
«E come ti sei accorta di essere innamorata di lui?» cazzo, ci va leggera la bambina eh.
«Io non...» sospiro. «Non sono innamorata di Matias. Gli voglio bene, ma innamorarsi è tutt'altra cosa.»
«E quale è la differenza...?»
«La differenza dici?!» mi sta mettendo sempre più in difficoltà.
«Si... la differenza tra volere bene e innamorarsi.»
«Beh...» inspiro profondamente. «Quando ami qualcuno sei disposto a tutto per lui, anche a rinunciarci se sai che puoi fargli più male che bene. Non ti importa di altro, ti basta vederlo sorridere... è un qualcosa che se ne sta a metà tra il cuore e la pancia. Accetti tutto di lui, il bello e il brutto, quello che ti piace e soprattutto quello che non ti piace. I difetti ci sono, li vedi, ma non vale la pena prenderli in considerazione se consideri tutto il resto.» le faccio un piccolo sorriso. «Ti sei innamorata?»
«No... cioè, c'è un ragazzo che mi piace, ma io tutte queste cose non le sento. E poi io mi sono sempre detta che io voglio una storia d'amore come la tua con lo zio.» ecco...
«Lucrezia io e lo zio non...» mi blocco un attimo, non so cosa dirle.
«Non vi siete mai amati?»
«Certo che ci siamo amati.» rispondo senza nemmeno pensarci, su questo non ho dubbi, anche se fa male ammetterlo.
«E allora?»
«E allora niente...! È improbabile che il ragazzo di cui ti innamori a 16 anni sia quello che ti porti all'altare.»
«Dici...?»
«Dico... e dico anche che sei ancora così piccola per soffrire!» l'amore fa soffrire, in un modo o in un altro.
«Parli di te con lo zio?»
«Ancora con 'sto zio?!» sbuffo. «Non è che tutta la mia vita è basata su di lui eh!»
«Lo so... altrimenti non l'avresti rimpiazzato con quello là.»
«Lucrezia!» la guardo male. Mi ci manca una ragazzina di 16 anni a dirmi con chi posso e non posso stare. «Io non ho rimpiazzato nessuno con nessuno! Non ho bisogno di farlo! La storia con quello che tu ti ostini a chiamare zio è finita più di 6 anni fa!» non se ne può più! Sempre tutti a parlarmi di lui! Siamo andati avanti, entrambi. «E adesso andiamo che io devo lavorare.» chiudo qua la conversazione o finirei per dirle qualcosa di sbagliato.«Okay! La prima puntata va bene. State già registrando la seconda?» annuiscono tutti. «Sono nell'altro studio?» annuiscono ancora. Ma oggi è la giornata del mutismo?! «Bene, vado a vedere che tutto proceda per il meglio.» me ne vado da questi qua che non mi rispondono neanche... mah...!
«Asia!»
«Isabel, vieni con me nell'altra sede?»
«Sisi.» si mette la borsa in spalla.
«Sai perché oggi nessuno mi rivolge la parola?!»
«Perchè sei più incazzata e nervosa del solito.»
«Ma non è vero!» rispondo piccata.
«Si Asia. Non so perché ma da quando sono arrivati quei tre hai un diavolo per capello.»
Evito di risponderle. «Andiamo Lucrezia!» andiamo tutte e tre in macchina ed in poco tempo siamo di là.
«Zia ma Tia e la bimba?»
«La bimba è stata invitata da un'amichetta e tuo fratello è a giocare a calcio con gli amici.» annuisce e le si illumina lo sguardo quando vede Ignazio accompagnato dalla madre e dalla sorella. Io invece vorrei vomitare. Non so per quanto ancora potrò evitarle, ma spero il più a lungo possibile.
«Scricciolo...!» Ignazio ignora me e Isabel, il che mi andrebbe anche bene se non fosse che la mia amica li guarda con gli occhi fuori dalle orbite quando mia nipote gli si getta tra le braccia, ancora. Devo capire se me lo fa di proposito o cosa...!
Vedo Isabel cambia espressione. «Io non ho parole...!» borbotta incredula e tutti la sentono, anche Gianluca, Piero e Barbara che sono appena arrivati.
«Pausa terminada!» urlano in spagnolo e quei tre se ne vanno, Ignazio ovviamente prima le lascia un bacio in fronte.
«Asia...!» mi chiama Isabel. «Ti devo parlare!» annuisco e intanto andiamo dietro ai monitor per vedere ciò che stanno riprendendo.
«Zia, io vado un po' al bar.»
«Va bene tesoro.» mi sorride e se ne va.
«Stai attenta con tua nipote!» Isabel mi blocca per un braccio.
«Che intendi?!» aggrotto le sopracciglia, non sto capendo. Che ha combinato?
«Intendo che è una bella ragazza, e lui un uomo adulto. Lei si sarà presa la solita cotta che si prende alla sua età per un cantante. Lui la lascia fin troppo fare. Non mi piace! Più sono famosi, più sono capricciosi.»
«Stai tranquilla Isabel. Sono sicura che Lucrezia non cerchi niente di quello che pensi tu da lui, e allo stesso tempo sono sicura che lui non la guarderebbe mai così.»
«Sarà... ma tu stai attenta lo stesso!»
«Si...» sospiro, non mi va di dirle tutto. «Andiamo a vedere come procedono le riprese.»
«Ciao...» trovo Barbara insieme a Caterina e Nina in sala regia. Che cazzo ci fanno qui? Non dovrebbero starci!
Accenno un saluto e prendo il foglio con le domande concordate, notando che il presentatore sta andando fuori tema, con domande decisamente fuori luogo.
«Ma che cazzo...?» Barbara si gira immediatamente verso di me.
«Mi spieghi che cavolo sta facendo il presentatore?»
«Lo sai com'è...!» mi risponde il ragazzo che gestisce le riprese.
«Si, ma so anche come sono io. Se si concordano delle domande, quelle sono!» poso il foglio sul tavolo tentando di mantenere la calma, fin quando non oltrepassa il limite. «Interrompi l'intervista!»
«Ma usciamo dalla tabella di marcia!» mi contraddice.
«Hai tre secondi per interrompere l'intervista poi entro in studio e la interrompo io!» sbatto una mano sul tavolo. Abbiamo una credibilità e pretendo che sia rispettata!
«Subito.» interrompe l'intervista. Prendo il foglio con le domande ed esco.
«Vieni con me!» chiamo Barbara e faccio uscire dallo studio il presentatore.
«Ciao Asia!» fa un sorriso da demente, convinto che solo perché lavora in questa trasmittente da 3 anni può prendersi la libertà di fare come vuole.
«Queste sono le domande concordate.» gli sbatto il foglio sotto gli occhi. «Lì in fondo ci sono la mia e la sua firma.» gliele indico con il dito. «Queste sono le domande che devi fare! E queste sono le domande che farai.»
«Ma...»
«Non c'è nessun ma! Se vengono concordate delle domande, vanno rispettate!»
«Devo potermi prendere delle libertà nel mio lavoro!» si impunta. Questo non ha ancora capito come funziona.
«Le tue libertà non comprendono domande del genere.»
«Ma io...»
«Allora non ci siamo capiti! Io ho il compito di supervisionare tutto questo, quindi supervisiono e se ti dico che questo non va bene, non fai di testa tua! Ti attieni alle maledette domande concordate!» indurisco il tono della voce. «Intesi?»
«Si.»
«Bene, torna dentro e riprendi. Portatele le domande, sia mai che te le dimentichi di nuovo.» questo coglione torna a fare il suo lavoro.
«Cazzo Asia! Non ti facevo così...!»
«Non sono sempre così stronza e dittatrice. Ma abbiamo una credibilità. Se ti danno delle domande precise, tu ti attieni a quelle. Questo è uno che fa l'agnellino con chi ha più potere di lui e poi con le ragazzine di 18 anni che vorrebbero fare carriera gli fa promesse fasulle in cambio di attenzioni, se così possiamo chiamarle...» le spiego.
«Davvero?!»
«Si, quindi va tenuto ai ferri corti. E puntualmente quando ci sono corde da mantenere tirate mandano me.»
«Beh, direi che ti viene bene.» ridacchia. «Hai un bel caratterino.»
«Con la vita che ho vissuto se non avessi avuto questo carattere o sarei drogata o a piangere in un angolo. Non posso permettermelo.»
«Nemmeno ogni tanto?»
«Cosa...?»
«Metterti in un angolo a piangere... non si è deboli se si ammette di soffrire.»
«Non importa che io soffra o meno. Ho i ragazzi a cui pensare, sia che io stia bene, sia che io soffra, quindi non posso più permettermi di soffrire.» maledizione... quanto cavolo mi fa parlare questa donna?!
*POV Lucrezia*«Ciao... cosa ci fai qui?» Matias mi ferma.
«Sono con zia.»
«E i tuoi fratelli?»
«Non ti interessa.»
«Lucrezia... ti prego.» mi trattiene dal braccio.
«Mollami!» lo guardo male.
«Lucrezia quello che hai visto è un malinteso.»
«Lo so fin troppo bene quello che ho visto. Non sono una bambina che puoi comprare con qualche giocattolo.»
«Lucrezia! Non farmi innervosire.» la sua espressione si trasforma e stringe sempre di più la presa sul braccio.
«Lasciami!»
«Io non ho fatto niente a tua zia!» non mi lascia il braccio.
«Ti ho visto che baciavi quella là! E lasciami il braccio mi stai facendo male.»
«Tu non hai visto niente ragazzina! Io a tua zia voglio bene, chiaro?» mi urla in faccia.
«Lasciami...!» provo ancora a togliergli il polso dalla mano, inutilmente. «Mi fai male Matias!» mi vengono immediatamente gli occhi lucidi ma mi sforzo di non piangere.
«Dovresti cominciare a chiamarmi zio.»
«Io uno zio ce l'ho e non sei tu.»
«Sei solo una ragazzetta viziata che non ha ancora capito come funziona la vita.»
«E tu sei solo uno stronzo!»
«Ragazzina! Portami rispetto!» urla facendomi tremare dalla paura. «E stai zitta con tua zia.»
«Se non le ancora detto niente è perché ha già sofferto troppo.»
«Tu non sai niente di noi.» urla.
«Lasciagli il polso.» la voce dura di zio ci sorprende alle spalle.
«Stavo solo parlando con la mia adorata nipotina.»
«Sbaglio o lei non vuole parlare con te?!»
«Non sei mio zio.» sibilo e quando mi lascia il polso mi allontano immediatamente.
«Tutto bene?» annuisco senza proferire parola fino a che Matias non se ne va. «Fammi vedere Lucrezia.» abbasso lo sguardo, ho troppa vergogna di incontrare gli occhi di zio, di sua mamma e di sua sorella. Mi sono fatta mettere i piedi in testa come una stupida ragazzina.
Mugolo dal dolore quando mi sfiora un punto preciso del polso. «Ti fa male piccola?» annuisco e basta.
«Ignazio! Andiamo che ricominciamo!» Piero lo richiama.
«Ignà, tu vai. Ci pensiamo noi qui.» interviene la sua mamma.
«Si.» risponde anche se non è molto convinto. Mi posa un bacio in fronte e va via titubante.
«Zio...» lo chiamo.
«Dimmi scricciolo.»
«Non dire niente alla zia.»
«Lucrezia deve saperlo!»
«No...! Ti prego.»
«Ne parliamo dopo Luli.»
«Sai dov'è il bagno Lucrezia?» Caterina mi sorride gentile, forse non ci odia. Annuisco e faccio strada a lei e a Nina. «Adesso sarà meglio metterlo sotto l'acqua fredda. Si?» annuisco e mi alzo la manica fino al gomito.
«Ti verrà il livido...» sospira Nina ed io trasalisco quando il getto dell'acqua fredda mi colpisce il polso, che sento improvvisamente pulsare.
«Ahi.»
«Nina, vai a chiedere del ghiaccio al bar...»
«Si... solo non so come si dica ghiaccio in spagnolo...» mi guarda sorridendo.
«Dille così: 'hola, necesito hielo.'. Così capiscono sicuramente.» gli semplifico il più possibile quello che deve dire.
«Vado e torno.» sparisce lasciandomi da sola con sua madre.
«Posso chiederti perché non vuoi dire niente alla zia?» mi accarezza dolcemente i capelli.
«Io...» non so bene cosa posso e non posso dirle. Sicuramente odia mia zia.
«Tu? Dimmi pure Lucrezia, senza preoccuparti di niente.»
«Non voglio dire niente alla zia perché si preoccuperebbe troppo. Ci ha messo cinque anni ad uscire con qualcuno da quando...»
«Da quando lei e lo zio si sono lasciati?»
«Si...» abbasso lo sguardo. «Non voglio che soffra di nuovo per colpa mia.»
«Lucrezia, quella che è successa è una cosa grave, ti sta diventando il polso nero. Zia deve saperlo.»
«Ma non voglio deluderla e farla soffrire.»
«Non la deludi, e soprattutto non la farai soffrire.»
«Non sei arrabbiata con lei?»
«Come posso essere arrabbiata con una donna che quando ama, lo fa così tanto che è disposta a soffrire le pene dell'inferno piuttosto di rovinare la vita agli altri?» mi fa una carezza. «So quanto mio figlio sia stato male dopo la loro rottura, ma immagino quanto sia stata male anche lei. Tua zia ha amato Ignazio con tutto quello che aveva a disposizione, occhi, cuore, corpo ed anima. Non posso e non voglio darle la colpa di avervi voluto salvare, tutti e quattro, a costo di soffrire lei.»
«Sarebbe successo il finimondo con il lavoro di zio, vero?»
«Sarebbe stato possibile, ma non lo sapremo mai. Una cosa è certa, non vi avremmo lasciati soli, mai.»
«Mi è mancato così tanto lo zio in questi anni!» scoppio di nuovo a piangere. «E Mattia non è cattivo, è solo arrabbiato perché si è sentito abbandonato anche da lui. Tia non ha mai avuto il coraggio di chiedere, e zia non gliel'ha mai detto.» sospiro per una fitta al polso. «Sai che Martina, anche se non se lo ricorda, dorme comunque con il pupazzetto che le ha regalato quando è nata?»
«Si?» Caterina mi sorride amorevole.
«Eccomi.» torna Nina con il ghiaccio avvolto in una maglietta nera che mi posa immediatamente sul polso.
«Grazie...»________________________________________________________________________________
Ciao a tutti. Questa settimana, aggiornamento molto ravvicinato. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Aspetto le vostre opinioni, sul capitolo, sulla storia in generale su cosa vi aspettiate. Un bacio grande e un grazie enorme.
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Fanfiction- Come si può scegliere tra famiglia e cuore? Non sono la stessa cosa? Di certo dovrebbero esserlo! Come è possibile sentirsi vittima e carnefice allo stesso tempo? Eppure è proprio così che mi sento. Vittima del mio dolore e della mia vita andata i...