Capitolo 10.

252 18 1
                                    

Narratore

Jimin si sveglia di soprassalto, piangendo e chiamando il papà, che corre subito nella stanza dei bambini, allarmato. Ormai sa che i pianti arrivano da Jimin, da quando è morta sua madre è turbato e non riesce ad aprirsi nuovamente come faceva un tempo, Namjoon ha paura che questa cosa possa portarlo a dei traumi quando sarà più grande, vuole che suo figlio cresca bene ed in salute, specialmente una salute mentale.

《Ehi piccolo Jiminie, non piangere, adesso qui c'è papà》gli sussurra, mentre il bambino sta aggrappato a lui, singhiozzando. È notte fonda e Taehyung e Jungkook dormono nella stessa stanza e il papà spera di non svegliare nessuno dei due, sennò passerà una notte in bianco.

《Posso dormire con te, papà?》gli domanda poi Jimin, dopo essersi calmato. Namjoon annuisce, sapendo ormai che il piccolo ha bisogno di questo affetto per stare meglio ed essere rassicurato. Lo prende quindi in braccio e torna nella sua stanza, mettendo Jimin a letto con lui.

《Ti senti meglio?》gli domanda, mentre si sdraia accanto, per coccolarlo. Vuole che Jimin abbia un rapporto di comunicazione con lui e non vuole che si chiuda a riccio come sta iniziando a fare, perciò spronarlo a parlare e ad esternare i suoi sentimenti senza forzarlo gli sembra un buon modo.

Il bambino annuisce, semplicemente.
《Papà perché non puoi stare tu con noi?》chiede, con voce assonnata, mentre si stropiccia gli occhi. Namjoon sospira: si sente in colpa a lasciare i bambini per mezza giornata da soli con una persona estranea che deve pagare, ma purtroppo il lavoro è quel che è ed essendo un genitore single deve arrangiarsi e fare del suo meglio. Ma questo ancora Jimin non lo può capire. Come glielo spiega?

《Piccolo mio, andare a lavorare per me equivale ad andare a scuola per te, perciò se salto troppi giorni di lavoro solo per dei capricci poi non imparerò niente, capito?》gli spiega, cercando di essere il più chiaro possibile, sapendo che comunicare con un bambino significa usare esempi semplici e che possa capire quello che vuoi comunicare a lui.

Jimin mette il broncio, annuendo.
《Il signor Seokjin sembra gentile》sussurra poi, mettendosi a dormire dopo aver dato un bacio al papà sulla guancia. Namjoon lo stringe sul suo petto, mentre pensa alle parole di suo figlio. Anche a lui Seokjin ha fatto una buonissima impressione: un ragazzo giovane, con la voglia di lavorare, gentile ed educato e senza nemmeno accorgersene, pensa anche a quanto sia esternamente un bellissimo uomo.

Scaccia subito via quel pensiero: ma cosa va a pensare? Insomma non ha mai pensato a sè stesso con un uomo e sicuramente gli farebbe strano, oltretutto, ha giurato che avrebbe amato solo sua moglie anche se lei, sul letto di morte gli ha detto di continuare ad amare.

Sospira e successivamente, si addormenta anche lui, stanco.

Seokjin

La mattina è incominciata e già sono pronto a stare con i bambini. Saluto Hoseok rimasto a casa a studiare e mi dirigo verso la casa del signor Namjoon. Ancora non riesco a credere che è proprio a capo dell'agenzia di moda a Seoul, avendo visto anche una sua intervista in TV e ammirandolo molto come persona. Com'è possibile che mi sia sfuggita una cosa così importante dalla mente?

Seokjin stai perdendo colpi.
Non corrucciare il viso ti verranno le rughe.

Mi ripeto queste cose in mente, mentre prendo la metro: oggi Seoul è particolarmente trafficata e per non fare tardi prendo la metro. Devo pur sempre fare una bella figura davanti al signor Namjoon per poter sperare un giorno di entrare a lavorare come stilista nella sua agenzia.

Passano una ventina di minuti ed arrivo in orario davanti il palazzo di appartamenti dove abita Namjoon.
Il cuore mi palpita sempre prima di vederlo.

Citofono appena sono davanti alla porta e stavolta ad aprirmi è Jimin. Resto sorpreso da tale accoglienza: il bambino mi sorride e mi fa entrare, senza parlare.

《Buongiorno piccolo Jimin》saluto con un sorriso, senza abbracciarlo o far altro che potesse metterlo a disagio. Sa che i bambini che hanno subito dei traumi ci mettono un pò per riprendere a parlare, specialmente con chi non conoscono. Ma non sarà il caso di Jimin, sicuramente sarà solo un bimbo timido.

《Permesso?》esclamo, entrando in casa e chiudendo la porta. Sento dei rumori dalla cucina e mi avvicino, non prima di aver posato lo zaino a terra.
Jungkook è sul seggiolone che richiede cibo, balbettando nella lingua marziana dei bambini e muovendo le braccia sul tavolino di plastica.

Taehyung è seduto accanto a lui che mangia una crepe alla nutella. Sorrido a questa vista e mi accorgo successivamente che il padrone di casa è di spalle ai fornelli. Mi ricompongo:《Buongiorno a tutti》esclamo a voce più alta. Tra Jungkook che tra poco urla dalla fame, la TV accesa e altri casini, non sarebbero riusciti a sentirmi. Stranamente questo casino mattutino mi fa sentire il cuore scaldato.

Namjoon si gira e mi sorride.《Seokjin, ti aspettavo, stavo facendo la colazione per i bambini poi sarei andato a lavoro.》mi dice, invitandomi a sedere al tavolo, accanto a Taehyung. Jimin si siede pure con noi e il piccolo Tae mi saluta con tutte le labbra sporche di nutella.

《Mi dispiace che ti abbia chiesto di venire anche oggi, lavorare di mattina sarà una noia mortale per te》mi dice, mentre è di spalle a cucinare. Io subito ribatto:《No, assolutamente! Non si preoccupi》dico subito, sorridendo, mentre lui serve una crepe a Jimin, che sorride ed inizia a mangiare.

Oggi i bambini non hanno scuola e il signor Namjoon mi ha chiesto di stare di mattina con loro anziché nel pomeriggio ed io ho accettato, non avendo altri impegni.

《Mi aiuti a dare da mangiare ai bambini? Sennò faccio tardi》aggiunge poi, con tono gentile.
Mi alzo subito, come se avessi ricevuto un ordine da un colonnello militare.

《Si certo, do qualcosa a Jungkook?》domando, dato che era l'unico che non stava ancora mangiando.

Lo vedo annuire anche se è messo di spalle. È vestito già con camicia e pantaloni e dei mocassini e per un attimo mi incanto ad ammirare la sua silhouette di spalle, immaginandomi una marea di muscoli sotto quella camicia bianca. Torno subito in me: sono proprio una cosa vergognosa.

《Dagli l'omogenizato che ci sta qua sullo scaffale》ed indica uno sportello accanto a sè. Mi avvicino e allungo la mano per aprirlo ma sicuramente Namjoon non si è accorto della mia presenza e mentre si gira per andare verso i bambini al tavolo, sbatte contro di me, facendomi quasi perdere l'equilibrio e lui di scatto, porta un braccio attorno alla mia vita, sorreggendomi. I nostri visi sono ad alcuni centimetri di distanza, i nostri corpi si toccano. Arrossisco subito:《Mi dispiace signore, sono così sbadato》dico, liberandomi dalla sua presa, facendo un inchino di scuse.

Lui ridacchia e io per poco non tremo dall'emozione mischiata all'imbarazzo.
Lo trova divertente?

《Non preoccuparti, sono cose che capitano, perché non ti rilassi quando sei con me? Mi sembri abbastanza teso.》mi dice sorridendo e poggia le mani sulle mie spalle, massaggiandomele poco. Come mai tutta questa confidenza improvvisa?

Babysitter - NamJinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora