2. Dubbi

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Demetri quella sera non riuscì ad addormentarsi. Continuava a rimuginare sulle ultime parole di Eli e poi quel bacio...
Era stato così inaspettato e così stranamente piacevole. Non aveva mai pensato alla possibilità di essere omosessuale, eppure doveva riconoscere di aver gradito il gesto molto più del dovuto, per essere etero.
Inoltre non riusciva proprio a capire come quel gesto avrebbe potuto spingere a chiamare il suo ex amico "Falco", non aveva proprio alcun senso.
Continuò a girarsi nelle lenzuola con mille dubbi e pensieri a tormentarlo. Il giorno seguente come si sarebbe dovuto comportare? Evitarlo non sarebbe servito a niente, Eli era sempre lì in agguato. Poteva farsi accompagnare da sua madre a scuola? Nah, neanche quello avrebbe funzionato, se lo sarebbe ritrovato davanti appena varcata l'entrata.
Poteva far finta di sentirsi male e non andare proprio? Sì, quella poteva essere una buona idea.
Fortunatamente sua madre usciva di casa all'alba e tornava la sera dopo cena a causa del suo lavoro. Dopo la scomparsa di suo padre, sua madre ce la stava mettendo tutta per fargli vivere una vita più normale possibile e gli dispiaceva immensamente non riuscire a essere felice a causa dei bulli presenti a scuola.
Talmente preso dai suoi ragionamenti, Demetri scivolò lentamente in un sonno profondo e tormentato.

Un suono fastidioso e martellante lo riportò alla realtà. Erano settimane che non riusciva a dormire così tante ore di fila e quando finalmente c'era riuscito, un qualche idiota aveva pensato fosse divertente attaccarsi al campanello di casa.
Un qualche idiota... no. Non poteva essere possibile. Non a casa sua.
Demetri si alzò dal letto con una lentezza degna di un bradipo, che pensandoci attentamente avrebbe potuto essere tranquillamente il suo animale guida, dirigendosi verso la finestra.
Cercò di sbirciare attraverso le tende, mantenendosi il più vicino possibile al muro, per non farsi scorgere a sua volta. E con suo grande sconforto, lui era lì. Eli era sulla veranda di casa sua, con un dito premuto sul campanello. Quell'inconfondibile cresta rossa si girò nella sua direzione e sorrise diabolicamente.
< Ehi nerd, oggi niente scuola?> urlò facendo sobbalzare Demetri.
Come diavolo aveva fatto a vederlo?
Il corvino per tutta risposta si fiondò giù dalle scale e aprì la porta quel tanto che gli permetteva il catenaccio.
< Non urlare! Se i vicini scoprono che non siamo a scuola avvertiranno mia madre!> bisbigliò preoccupato.
< Allora fai il bravo e fammi entrare > rispose Falco con un tono di voce più ragionevole.
Demetri deglutì in preda all'angoscia, e si rese conto di non avere scampo. Il Destino aveva deciso di burlarsi di lui in questa vita e lui non aveva alcuna voce in capitolo. Sospirò sconfitto, sapendo già a cosa sarebbe andato in contro, chiuse la porta, tolse il catenaccio e fece entrare il suo ex amico.

< Come mai non sei andato a scuola? > chiese capelli appunta sedendosi sul divano, come se fosse casa sua.
< E tu? > chiese di rimando Demetri, sistemandosi nell'angolo più lontano della stanza, in piedi con le braccia incrociate, cercando di sembrare sicuro di sé.
< Non mi andava...> rispose elusivo. Dopodiché si alzò e iniziò a gironzolare per la sala, il posto in cui avevano passato centinaia di giornate a giocare ai videogiochi o a leggere fumetti.
Sembrava passata un'eternità da allora, Eli a quel tempo era il suo migliore amico, erano da soli contro tutti a scuola, due fratelli binari.
< Perché sei qui?> chiese ancora Demetri provando una strana sensazione a vederlo lì, nel suo salotto, sul suo divano.
Falco allora scattò in piedi e con un movimento fulmineo gli fu davanti. Da quella distanza ravvicinata la cicatrice dell'intervento per la ricostruzione del labbro leporino era piuttosto evidente. Demetri si rese conto di aver sempre apprezzato quella che il suo amico aveva sempre visto come un'orribile deformità e, senza rendersene conto, aveva alzato una mano per toccarla.
Eli fece un passo indietro. Sembrava... sconvolto?
< Che cazzo fai nerd? > esclamò portandosi istintivamente una mano a coprirsi la bocca.

Demetri lo guardò con compassione. Alla fine dietro la maschera del Falco, c'era ancora un Eli terrorizzato dal giudizio altrui.
Fece un passo in avanti speranzoso del poter recuperare il rapporto perduto, ma non si rese conto che in quel momento il suo ex amico era come un animale spaventato, pronto ad attaccare.
Vedendolo sobbalzare, Demetri alzò le mani per fargli capire che non voleva fargli del male, Eli lo fulminò con lo sguardo e si diresse velocemente verso la porta.
< Vaffanculo! > urlò sbattendosi quest'ultima alle spalle.
Il corvino rimase in piedi qualche minuto a fissare confuso il punto in cui poco prima si trovava Falco. Cosa diamine era appena successo? Eli era appena scappato da lui?
Ma soprattutto, cos'era stata quella strana emozione che aveva provato guardando Eli impaurito dal suo tocco? Sicuramente provava rabbia verso la società che imponeva canoni estetici talmente assurdi che nessuno si sentiva mai all'altezza. E il suo amico era una delle infinite vittime di quel dannato sistema, ma non era solo quello, no. Aveva sentito uno strano bisogno di confortarlo, di fargli capire che per lui non era un mostro, non lo era mai stato. Una nuova consapevolezza iniziava a farsi largo fra i suoi pensieri.
Demetri si sedette sul divano e sospirò pesantemente, portandosi le mani sul viso. Probabilmente avrebbe fatto molto meglio ad andare a scuola quel giorno.

Hawk x Demetri // Cobra KaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora