Cap.3:

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Nel frattempo nei sotterranei del castello, patria di Slythein, Draco Malfoy si stava godendo una notte di passione con quattro splendide licantrope, nella sua stanza riecheggiavano i suoi grugniti di piacere accompagnati dagli ansiti femminili de...

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Nel frattempo nei sotterranei del castello, patria di Slythein, Draco Malfoy si stava godendo una notte di passione con quattro splendide licantrope, nella sua stanza riecheggiavano i suoi grugniti di piacere accompagnati dagli ansiti femminili delle giovani ragazze.

Due donne erano sdraiate sopra il costoso tappeto e si stavano strusciando e dando piacere tra loro, così come lui gli aveva ordinato di fare, i loro volti arrossati e sudati mostravano chiaramente che le avesse già più che soddisfatte entrambe.

Il re delle serpi intanto stava possedendo con foga animale un'altra ragazza, la più formosa e alta delle quattro, che si contorceva dalla passione, mentre lui le teneva la faccia schiacciata sul materasso e la colpiva ripetutamente ogni volta che si spostava dalla posizione che lui aveva scelto.

La ragazza gridava estasiata, mentre le lacrime scorrevano copiose dal suo volto appagato ed eccitato, mentre lui continuava a spingersi sempre più veloce in lei.

La quarta donna era seduta esattamente al fianco di Malfoy, che si masturbava con estrema fatica a causa delle manette magiche che le stringevano i polsi ,mentre osservava quell'amplesso così carnale ed erotico.

Anche lui aveva ai polsi delle manette, solo estremamente diverse ,poichè queste servivano a garantire l'incolumità di quelle quattro donne ,erano infatti due enormi polsiere in ferro che dovevano tenere a bada la bestia che dimorava in lu, la quale altrimenti avrebbe senza dubbio ucciso e fatto a brandelli tutte le ragazze che possedeva.

Per questo motivo quegli artefatti magici vennero rinominate le "catene di fenrir".

La sua bestia era indomabile e sentimenti come la rabbia o la passione la rendevano irrequieta e quindi difficile da riccacciare dietro allo spesso muro che Malfoy era riuscito con tremenda fatica a costruirle intorno.

Aveva dovuto studiare a lungo per diventare abile nel costruire con l' occlumanzia dei muri intorno alla sua mente e alle sue emozioni per aver sempre il pieno dominio di sé stesso in ogni occasione, anche perchè la sua natura non gli consentiva di lasciarsi andare nemmeno per un singolo secondo.

Era fondamentale che la sua anima fosse sotto chiave, perchè se la bestia avesse preso il sopravvento avrebbe ferito a morte tutti coloro che avrebbero incrociato il suo passaggio.

Infatti le ferite inflitte dai discendenti della casata dei Malfoy erano praticamente fatali per chiunque.

I suoi artigli  erano neri come quelli di tutti i suoi antenati e un loro taglio infliggeva nella vittima un dolore lancinante accompagnato dal veleno presente al loro interno che veniva inniettato direttamente nel corpo dell'avversario uccidendolo in pochi secondi.

Doveva questo potere ad una antica benedizione gettata sul suo casato ormai più di tre secoli orsono, quando il suo trisavolo ,il conte Armand Septimus Malfoy si innamorò di una strega del sangue discendente da una nobile stirpe di dominatori della luna.

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