Cap. 23:

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La tormenta infuriava ,con delle raffiche di vento che colpivano violentemente il suo muso candido, i suoi occhi rossi, parevano ormai essersi congelati, così come il suo manto imperlato dai geloni che appesantivano i suoi movimenti

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La tormenta infuriava ,con delle raffiche di vento che colpivano violentemente il suo muso candido, i suoi occhi rossi, parevano ormai essersi congelati, così come il suo manto imperlato dai geloni che appesantivano i suoi movimenti.

Questi però erano solo piccoli dettagli insignificanti difronte alla sua testardaggine, non avrebbe mai ceduto né rallentato il passo, perciò proseguiva con fierezza a testa alta per la sua strada, osservandosi attorno.

Era uscito, rischiando la sua lucente pelliccia, solo per cercare delle erbe medicinali.

Aveva messo per la primissima volta da parte sé stesso soltanto per lei, la sua compagna.

Ultimamente lamentava spesso dei forti dolori la notte e nessuna pozione o incantesimo sembravano farla stare meglio.

Non era preoccupato per Hermione, si disse cercando di autoconvincersi .

Però era veramente stufo di vederla contorcersi dal dolore, così si era armato di pazienza e aveva scoperto una possibile cura.

Si trattava di una rara pianta, nota come Myrtales, che molti consideravano come una sorta di erbaccia parassita.

Questa in realtà nascondeva delle proprietà estremamente benefiche per le streghe incinte, così pregando Merlino che funzionasse si rimise alla ricerca.

Scavare nella neve fresca, mentre questa continuava incessantemente a depositarsi, gli rese la cosa assai più difficile del previsto.

Ma poco importava, lei ne aveva bisogno e lui anche a costo di congelare il suo prezioso culo tutta la notte, sarebbe tornato a casa solo con quell'erba.

Ormai stanco e infastidito dalla poca visibilità ,sfruttò il suo pelo bianco per camuffarsi tra la neve, per evitare di essere avvistato da qualcuno, mentre abbassava la guardia per concentrarsi meglio.

Piano piano il giorno lasciava spazio alla notte e al suo gelo.

La neve si era rappresa sotto le sue zampe ,la terra era totalmente ghiacciata, ma lui imperterrito continuava ad artigliare il terreno sporco del suo stesso sangue.

Si era spezzato la bellezza di sette unghie ,ma non mollava ,anche se la macchia color cremesi continuava ad estendersi ,ad ogni colpo sempre di più.

Si trovò ironicamente a pensare che se qualcuno gli avesse detto mesi fa che lui, Draco Malfoy, si sarebbe ritrovato a cercare di aiutare con questa disperazione la Grenger ,probabilmente gli avrebbe riso in faccia di gusto e poi lo avrebbe preso e ammanettato alla stessa sedia su cui si trovava Potter.

Quel cretino dello sfregiato - ringhiò- doveva baciare il terreno su cui camminava la mia compagna, era grazie alla sua benevolenza ,che lo avevo risparmiato... per ora.

Avevo avuto pietà per la mia dolce omega, era così scossa quando il medi-mago aveva fatto il suo ingresso nella stanza dello sfregiato.

Non so spiegarmi perche, ma vederla così mi aveva sbloccato qualcosa dentro, una sensazione che credevo di aver dimenticato... la compassione. 

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