Ed è solo il secondo giorno.

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...
"Buongiorno, principessa."
"Leon? Che cazzo fai in camera mia?" risposi mentre avevo appena aperto gli occhi, essendo anche confusa.
Leon era mio fratello, è stato adottato un anno fa, ha 17 anni, un anno in più di me, e di questo se ne vanta, eccome. Si crede più grande, intelligente e forte, anche se in fondo è solo un coglione di alta taglia. Ogni cosa che fa, buona o cattiva, lui lo fa solo per essere notato da qualcuno. Beh, come non aspettarselo, il suo migliore amico era Bill Kaulitz, assieme a suo fratello che era sempre con lui. Sembrano essere i più belli della scuola, soprattutto i gemelli, che erano ricchi, belli e famosi, insomma, il tipo di cui ogni ragazza vorrebbe.
"È mattina, tocca andare a scuola." controbatte con un sorriso finto.
"Sai che non voglio andarci, ieri mi hanno conosciuta e già giudicata male."
Mi rimboccai le coperte, che un secondo dopo erano dinuovo a terra.
"Ho detto muoviti."
Leon cambiò subito il suo tono di voce e sguardo, per poi prendermi dal polso e trascinarmi fuori dal letto.
"Leon, lasciami... mi stai facendo male."
"Dovevi ascoltarmi, ti ho detto muoviti." continuó facendo resistenza.
"Okay, mi vestiró, ma perfavore lasciami!" lo pregai di lasciarmi.
Da un momento all'altro caddi per terra, col polso rosso e addolorito dalla sua presa. Strinsi i denti e mi alzai lentamente, per poi cambiarmi mentre lui mi aspettava al piano di sotto.

Poi andai in bagno a sistemarmi il viso e i capelli

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Poi andai in bagno a sistemarmi il viso e i capelli.

Scesi le scale senza neanche lo zaino, mio fratello ed io uscimmo

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Scesi le scale senza neanche lo zaino, mio fratello ed io uscimmo.

***

"Hey Leon! Siamo qui!"

Mio fratello mi allontanó spingendomi per non fare brutta figura, io ci rimasi male, ma lo accettai.

Arrivati al cancello si fermó a parlare da loro, mentre io continuai a camminare dritto, con la testa bassa, provando a nascondere quelle lacrime che sembrava passeggiassero sul mio viso.

Tom's pov
"Hey Leon! siamo qui!"
Leon si allontanó dalla ragazza nuova, quella silenziosa. In classe la chiamano con soprannomi strani, sostituiti con insulti.

"Ciao ragazzi, come state?"
"Bene, tu come stai Leon?" rispose Bill con un sorriso.
"Diciamo, oggi ho un po' di verifiche."
Giusto, lui non va in classe nostra, anzi, la sua è proprio lontana.
"Dai, andranno bene fidati"

Continuarono a parlare, ma io non li ascoltavo proprio, anzi, fissavo quella ragazza.
Vedo i suoi passi che pian piano diventavano più veloci, anche le scale davanti scuola, le superava come se dovesse avere qualcosa di importante. Ma quando la vidi inciampare andai ad aiutarla, mentre le 4/5 persone attorno a lei ridevano prendendola in giro.
La raggiunsi e mi assicurai che stesse bene.
"Sì... tutto bene." mi disse con un filo di voce che provava a non singhiozzare.
Notai stesse piangendo, così la presi per l'avambraccio e la portai nel bagno delle ragazze.
"C-Chi sei?" mi chiese impaurita continuando a guardare a terra.
"Sono Tom Kaulitz, e tu? Com'è che ti chiamavi? Jo..." disse iniziando a pensare
"Jolene... p-perchè mi hai portata in bagno? Non faró nulla di sconcio."
Notai fosse più nervosa, penso che non avesse notato fossi io.
"Non voglio fare nulla, ma stai piangendo, sciaquati il viso."
"Non sto piangendo, ora d-devo andare." disse passando la mano sulle sue guance per asciugarsi le lacrime, per poi andarsene in classe.

La seguii, mettendomi al mio posto, che era dietro di lei. Feci spallucce e poi iniziai a pensare mentre guardavo fuori la finestra.

La nostra classe era un casino, prese in giro, insulti, bullismo, urli, fischi, bestemmie, fumo, sostanze strane e chi più ne ha più ne metta.

Io e lei eravamo quelli che non parlavano mai, la differenza? Io ero famoso e rispettato da praticamente anche gli insegnanti, lei accetta insulti e minacce da tutti.

Finalmente suonó la campanella, tutti erano ai propri posti, Bill era affianco a me e Jolene era con questo ragazzo, il peggiore di tutti.

Sapevo che ne avesse combinato tante, soprattutto con lei vicino.

"Jolene, che hai da dirmi?" inizió il ragazzo a provocarla.

Lui inizió a fissarle i vestiti, mentre si levava la felpa rimanendo in cannottiera pensando che questo potesse attirare l'attenzione di lei, cosa che fallì.

"Sembri carina, anzi lo sei, quindi perché non ti metti ..."

Non riuscii a capire l'ultima frase dato il casino dell'unione vocale della classe e quella del professore.

Ma Jolene a quell'ultima frase sembra rabbrividire, ma provando ad ignorarlo.

"Lucas, smettila, non vuole parlarti, non lo vedi?" gli dissi con tono minaccioso.
"Guarda chi parla... il ragazzino viziato con quella merda di chitarra comprata dai genitori senza un minimo di fatica, bello essere ricchi vero?"
Strinsi i pugni, ma Bill mi guardó, dicendomi palesemente di calmarmi.
"Stronzo, non parlare mai più dei cazzi miei"
"Bene allora resta al tuo posto, sto solo parlando a questa bella ragazza vicino a me." disse provocandomi con quel sorrisino da ebete.

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