Il futuro si sfogherà.

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Dopo i complimenti ricevuti, io e Tom iniziammo a parlare e a conoscerci meglio. Eravamo seduti sul letto a gambe incrociate, uno davanti all'altro.

"Allora, i tuoi genitori? Stai meglio con loro invece che con tuo fratello?"

Io non risposi, pensando alle parole che potrebbero descrivere la mia situazione.

"...Scusami, non avrei dovuto." rispose Tom alla sua stessa domanda con uno sguardo offeso mentre guardava in basso.

"Huh? no... no stavo pensando... i miei genitori neanche li vedo tutti i giorni, son separati, io e mio fratello abitiamo in casa di mio padre, viaggia sempre. Non lo vedo mai, stessa cosa con mia madre, sembra che stessino ancora assieme, però." dissi senza realizzare sulle parole dette, che forse potevano collegare molti fatti ad oggi ancora anonimi per me e Leon.

"Io in realtà stavo..."
Prima di finire la frase però, mi bloccai, realizzando con la persona con cui stavo parlando. Una persona ricca e piena di talento, se gli avessi detto che stessi cercando lavoro sarebbe stato davvero imbarazzante. Così, rimasi in silenzio.

"Stavi? Che stavi per fare?" domandò Tom curioso

"Nulla, lascia stare." risposi sorridendo.

Tom fece spallucce, ma mi sembrava ancora triste. Così presi un suo cuscino per lanciarlo addosso a lui.

"Ah sí? La metti cosí? Vieni qui!" disse Tom con tono deciso e anche divertito.
Riprese il cuscino lanciato per poi colpirmi più volte con esso, ma io mi proteggevo con un altro cuscino su di me.
(NON SO SE MI SPIEGO):


(jolene è quella rossa e tom quello giallo)

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(jolene è quella rossa e tom quello giallo)

"HO LO SCUDO, NON PUOI BATTERMI!"
"VIENI QUI JOLENE!"
"PUOI COLPIRMI QUANTO VUOI, NON MI FAI NULLA!" dissi affacciando il viso che era sotto al cuscino, guardando Tom mentre facevo una linguaccia.
Iniziammo ad urlare, e ad un certo punto Bill entrò, con gli occhi coperti, sorridente come se fosse imbarazzato e con un preservativo in mano.

Io e Tom ci guardammo, per poi scoppiare a ridere.

"Bill, ma sei scemo?" disse Tom prendendolo in giro mentre ridevamo.

"Huh?!" realizzò Bill quando levò la mano dagli occhi.

La camera distrutta, più di prima, noi due sembriamo appena usciti da un manicomio, ma eravamo comunque felici.

"Che pensavi sporcaccione!" continuó Tom.
"Senti, io pensavo foste solo-"
"Non c'è bisogno di spiegare, comunque grazie!" concluse il gemello prendendo il preservativo e metterlo nel cassetto.

"...A dopo..." concluse Bill andandosene.

Tom appena uscí mi lanciò un cuscino, che mi prese bene in faccia. Ma poi lo raccolsi e salii su di lui provando a soffocarlo.

"JOLENE MI FAI MALE!" disse mentre rideva a crepapelle.
"NON MI SEMBRA!"

Mi appoggiai sul cuscino, praticamente sdraiata sulla sua faccia, ma con un cuscino tra noi.

Tom però prese il cuscino facendolo cadere, così ora ero davvero su di lui.

Arrossimmo allo stesso tempo, ma io mi spostai subito.

"TOM!"
"NON PENSAVO-" cercò di giustificarsi mentre rideva ancora.
"TOM KAULITZ."
"IO- IO- ....AHAAHAHA"
"IO TI AMMAZZO! VIENI QUI!" mi alzai dopo di lui che già stava scappando dalla camera. Corse in camera di Bill, così feci anche io. "GEMELLINO MIO AIUTAMI MI VUOLE UCCIDERE"
"Eh? ti vuole uccidere? VAI JOLENE!" si uní Bill prendendo le braccia di Tom che era dietro di lui nascosto.

"Bloccato!" disse Bill soddisfatto.
"BILL MI FIDAVO DI TE!"
"Caro Tom Kaulitz, QUESTE SONO LE CONSEGUENZE!" risposi guardandolo con un sorriso divertito.
"Conseguenze per cosa?" chiese Bill curioso.
"Tom, spiegalo tu."
"Beh... le ho praticamente visto le tette." sussurrò Tom al proprio gemello, che di conseguenza fu scioccato.

***

Restammo tutto il pomeriggio a giocare. Tom mi fece vedere delle cose della casa, che era bellissima rispetto alla mia.

"Dai, ora andiamo di sopra."
"Tom, io dovrei andare."
"Sicura? E con tuo fratello?"
"Non lo so... che dovrei fare?" gli chiesi preoccupata.
"Resto a dormire con te quando ti accompagno a casa."
"Sicuro? non voglio disturbarti Tom, ed ho paura che possiate litigare ancora." risposi guardando il suo labbro e sopracciglia spaccati.
"Certo che sí, su andiamo." disse uscendo dalla porta.
"Aspetta! Ho ancora i tuoi vestiti!"
"Sai che ti stanno bene? A te piacciono?"
"Beh, sí, amo il tuo stile, ma sono i tuoi."
"Tieniteli, te li regalo."
"Davvero?" dissi incredula mentre ero ormai fiondata tra le sue braccia.
"Dai, andiamo." mi strinse ridacchiando.

***

Tornammo a casa, e mio fratello stava proprio guardando la tv seduto sul divano, davanti all'entrata. Ci notò subito e il suo sguardo si posò sulle mie gambe scoperte.
"L'hai stuprata?" chiese Leon a Tom.

Tom stava per rispondere maleducatamente, lo sapevo dal suo sguardo. Ma lo interruppi ancor prima che potesse cominciare, tirando la mano con cui ci siam tenuti per tutta la strada verso di me, che stavo al secondo gradino per il piano di sopra.
Tom mi seguí, tirando un'occhiataccia a Leon.
"Ignoralo." dissi per rompere il silenzio, per poi portarlo in camera mia.

"Wow... che bella stanza!" complimentò lui facendo sparire la faccia piena di odio e rabbia.

"Oh, grazie Tom!" risposi sorridendo.
"Jolene, una cosa... potrei dormire senza maglia? Fa caldo e non riesco a dormire così..." chiese Tom in imbarazzo.
"Certo che puoi, tranquillo!"
Ero davvero a mio agio, avere finalmente un amico che era venuto a casa mia, mai successo.

Ero per tutto il tempo con un sorriso in faccia, e piano piano anche Tom si adattò.

Erano ormai quasi l'una di notte, ma noi non eravamo stanchi.

Avevamo appena finito di guardare un film, ci eravamo fatti dei popcorn e avevamo portato delle bibite.
Sono molto ordinata e ci tengo alle mie cose, quindi decido subito di prendere le lattine vuote e buttarle, mentre Tom mi guardava finendo i pop corn rimasti.

"Allora, dove sta la tua chitarra?"
"Aspetta, come fai a sapere-"
"Pensavo fosse ovvio dato che suoni." disse mentre sgranocchiava i popcorn.

"Ce l'ho di sopra, al soffitto."
"Prendila, no?"
"È vecchia e distrutta, non mi va neanche di pulirla"
"Eddai, la pulisco io!"
"No, è imbarazzante." risposi io guardando altrove.
"Huh? perché?" chiese confuso come se fosse niente.
"Insomma tu sei un professionista, non voglio darti quella merda di chitarra tra le mani e fartela pulire"
Tom scoppiò a ridere, per poi alzarsi dal letto e venire davanti a me dandomi un bacio sulla fronte.
"Su, andiamo a prenderla."
"Tom!"
"Non mi interessa se fa schifo o no, voglio provarla"
"...E va bene." conclusi stressata e molto imbarazzata."
Tom sorrise e mi seguí in soffitta.
"Prendi una torcia, non vedo nulla..."
"Subito, principessa."

Arrossii a quest'ultima parola, ma feci finta di nulla.
Salii le scale e Tom mi passò la torcia da sotto.
Non lo stavo vedendo, ma ero sicura che lui stesse guardando qualcosa che, personalmente, tutti noi sappiamo.

"Tom Kaulitz." dissi con tono consapevole mentre ero all'ultimo gradino della scala esplorando la soffitta con la luce.
"S-Sí...?" rispose con tono imbarazzato, si era decisamente accorto che io sapessi.
"Smettila."
Tom ridacchiò, per poi raggiungermi.
Eravamo sulla soffitta, era pieno di ragnatele e iniziammo a cercare la chitarra.
"Eccola!" disse Tom prendendola.
Era in condizioni migliori di cui pensavo.
"Andiamo piccola mia" disse Tom.
Io arrossii pensavo si riferisse a me, ma quando lo guardai, lo vidi accarezzare le corde della chitarra.
"Non dirmi che era rivolto alla chitarra."
"Certo che sí!" rispose Tom.

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