Pace

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Tom's  pov

Il giorno dopo fu una giornata stancante per noi.
Dopo la colazione, io e Jolene ci siamo presi del tempo per star da soli, ma non troppo, per colpa degli altri della band, che entrano senza bussare.
Mentre ci stavamo facendo il solletico, Georg entró in stanza, noi ci girammo verso la porta e lui ci iniziò a parlare
"Ragazzi, oggi un'altra intervista. Alle 4 usciamo."
Noi due annuimmo e lui se ne andó, lasciando la porta aperta.
"Georg! La porta!" urlai, ma nessuno tornó, quindi mi alzai e chiusi la porta.
Inizió a fare caldo, così mi tolsi la maglietta e i pantaloncini.
"Perché ti stai spogliando?"
"Tu non senti caldo?"
"No!" disse lei, con una mia maglia e senza pantaloni.
"Cristo, quanto mi viene voglia di toccarti..." dissi io, disperso tra le sue gambe leggermente aperte.
Lei le aprì un po' di più per provocarmi, ed io mi fiondai in mezzo ad esse.
Lei incroció le gambe sulla mia schiena, mentre io gli tolsi la maglia.
Era così bella... aveva un fisico perfetto, iniziai a limonarla e a stuzzicarla, con le sue mutandine.
La sentii rabbrividire, così mi staccai.
"Scusa... non volevo già arrivare a lì.." dissi io, con il fiato pesante.
"Sei nervoso?" chiese lei.
"Un po'..."
"Io che dovrei dire? È la mia prima volta."
"Sì ma... ho paura di farti male.."
Lei mi fece un sorriso e mi continuó a limonare mentre io le tenevo una mano.
Ormai la mia sporgenza nei boxer è notabile, e così mi staccai da lei.
"Possiamo?" chiesi io.
"Tom, muoviti prima che qualcuno entri." rispose lei, come un sì.
Io sorrisi e gli tolsi lentamente il reggiseno.
Iniziai a leccarne uno, e con la mano, le toccai l'altro.
Lei inizió a godere, mentre mi accarezzava la testa.
Poi pian piano scesi giù, lasciandogli dei baci su tutto il corpo.
Le mie mani ancora una volta stuzzicavano le mutandine, poi le tolsi.
Sorrisi, poi mi alzai e lei mi guardó confusa.
Io presi dall'armadio quel regalo, che le ho fatto tempo fa.
Quel bellissimo completo... non ricordo il nome, quindi.. lo chiameró reggiseno e mutande, cose da ragazze...bah

"Ricordi tempo fa, che ti avevo regalato quei vestiti, e c'era qualcosa che volevo farti vedere al momento giusto?"
Lei annuii, ed io le diedi i due pezzi.
Lei sospiró, per poi scoppiare a ridere.
"Cazzo, vuoi vedermi con questo addosso?"
Io annuii e lei andó in bagno.
Dopo un minuto uscì con quello che le avevo dato io.
Ed io mi fiondai da lei, buttandola sul letto.
"Dio... voglio entrare dentro di te." dissi, levandomi i boxer.
Mi misi accanto a lei, mettendogli la mano nelle mutandine.
Feci su e giù con la mano per qualche secondo, poi feci entrare due dita.
Lei mi prese una mano, stringendola.
Aprì più le gambe ed io sorrisi, poi ne aggiunsi tre.
Lei inizió a lasciare dei versi, e così io feci uscire le dita.
Poi mi avvicinai con il viso, leccandola, mentre le accarezzavo l'internocoscia.
Lei si toccava i seni, mentre stringeva la mia mano.
Io le sorrisi, per poi infilare anche la lingua.

(mamma mia la sta mangiando..)

Ma ovviamente qualcuno doveva disturbare, giusto?

Tranquilli, c'è il coglione di mio fratello, che vi soddisferà.

"Vi ha detto George dell'intervist..." disse, mentre entrava in camera.
Io mi staccai da lei, con della bava alla bocca.
Lei chiuse le gambe e si coprì il seno imbarazzatissima.
"Cazzo Bill ma è possibile?!" dissi io incazzato.
"Diamine calmatevi! Ma comunque ve l'ha-"
"ESCI!" urlai.
Bill mi guardó male ed uscì, chiudendo la porta.
Mi girai verso di lei, che mi riaprì le gambe.
Io mi misi su di lei, mettendo a contatto le nostre intimità.
Entrai lentamente dentro di lei per non farle male, ma lei sembrava rilassata e davvero eccitata.
Quindi iniziai a muovermi, sempre lentamente.
"Sto provando a... non fa... farti male." dissi io.
Lei mi sorrise dolcemente, annuendo.
Pian piano iniziai ad andare velocemente, e i suoi gemiti iniziarono a prendere tono.

Le mie labbra di appoggiarono sul suo collo, su cui le feci tanti succhiotti.
Poi le stuzzicavo il seno, e quando stavo per venire mi staccai.

...

Ci sdraiammo sul letto, stanchissimi, ma nel mentre ci tenevamo le mani uno all'altro.
Io le arrotolavo i capelli intorno alle mie dita, e lei mi accarezzava la mano.
Tutti e due avevamo il respiro affannato, ma eravamo soddisfatti.

"Non sai quanto cazzo volevo questo momento." dissi.
Lei si mise a ridere.
"Perché, secondo te io no?"
"Non quanto l'abbia voluto io."
"Quello sicuro, ma alcune volte ho pensato a come fossi tu a letto."
"Tipo?" chiesi, con una voce perversa.
"Uh... penso che non ti saresti staccato quando stavamo venendo, dato che l'abbiamo fatto senza preservativo."
"No, non voglio ancora essere padre!" dissi.
"E di sicuro io non madre." continuò lei.

Dopo aver parlato, ci addormentammo così... fino all'ora dell'intervista.

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