Orgoglio

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La mattina dopo mi svegliai, trovando Jolene in intimo, mentre io ero completamente nudo.
Lei era girata di spalle, mentre dormiva ancora.

Mi misi i boxer e prima di uscire di camera, sentii dei passi lenti davanti essa.
Aprii la porta e vidi Bill traballare, come se stesse morendo.
Aveva la testa abbassata e 'molle', mentre si dirigeva verso le scale.
"Bill? che hai?"
"Acqua..." rispose, girandosi con la bocca aperta e gli occhi chiusi.
"Acqua?! Non te la sei presa da solo?"

Lui bevve dell'acqua in cucina, poi rispose.
"Stavate scopando per tutto il tempo... non volevo disturbare."
Io mi pietrificai, poi tornai in camera senza dire nulla.
Lei dormiva ancora, così mi sdraiai davanti a lei, più in basso.
Lei teneva la testa in giù, vicino le braccia.
Io mi avvicinai e iniziai a darle dei baci sulle labbra.
Ma non perché volevo limonarla, solo perché mi sembrava carino.
Così si sveglió, già con un sorriso sul volto.
"Mi stavi baciando?" disse lei, guardandomi dal basso.
"Sì amore." risposi, mettendole una mano sul culo per poi stringerla.

"Sono stato bravo stanotte?" continuai io.

Lei non rispose, ma poi io mi iniziai a toccare i capelli.

"Quasi quasi mi fa male la testa per quanto mi hai tirato i capelli... non lo definisci esser bravo?"
"Stá zitto, pervertito." rispose lei, girandosi di spalle.
"Bill ha detto che ti ha sentita urlare per tutta la notte, non è riuscito neanche a dormire"

Lei restó girata, e io la abbracciai da dietro.
"Mi perdoni?" chiesi.
"Per cosa?"
"Per averti sbattuto più forte che abbia mai fatto a qualunque altra ragazza."

Lei arrossii mentre sorrise, ed io le misi una mano tra le sue gambe, accarezzando l'internocoscia.

Restai così per qualche altro secondo, poi mi alzai e andai al bagno, prendendo un oki.
"Che hai?" chiese lei, seguendomi.
"Mi hai fatto venire il mal di testa, ieri."

Lei mi accarezzó la testa, mettendosi quasi in punta di piedi.
Io mi misi a ridere, prendendole la mano.
"Quanto cazzo sei alto?! Per poco non ci arrivavo."
"Non ci sei neanche arrivata, amore."

Lei mi fece una linguaccia, e io le sorrisi scuotendo la testa lentamente.
"Scema."

Stava per controbattere ma Georg entró i camera, per chiederci un oki.

"Anche tu? Perché vi prendete tutti l'oki?" chiese lei.

Io diedi un oki a Georg, per poi farlo uscire di stanza.
Lei mi guardò confusa e io le sorrisi, per poi mettermi vicino a lei.
"Che vuoi fare oggi, dolcezza?" chiesi, prendendole la mano.
"Penso... SHOPPING!"
Io ridacchiai, per poi accettare.
"Dai, andiamo allora." dissi, mentre mi spogliavo già.
Lei fece lo stesso davanti a me, di spalle.
Io la rimasi a guardare, ma lei se ne accorse dal riflesso dello specchio.
Io non realizzai, ma quando lei disse "Tom, girati." capii tutto.
Io arrossii e mi girai, finendo di vestirmi.
"Sei un cazzo di pervertito."
"Lo so, ma a te piaccio lo stesso"
"E chi l'ha detto?"
"Lo so io" conclusi per poi slacciarle il reggiseno da dietro, mentre si cambiava.
"TOM!" disse lei arrabbiata
"Così impari." continuai soddisfatto.
"Sei uno stronzo."
Io le sorrisi sforandole la schiena con le labbra, facendola rabbrividire.

Poi mi staccai e la aiutai ad allacciarlo dinuovo.
Lei si mise poi una cannottiera, dei jeans a vita bassa e dei stivali.

Io avevo una felpa grigia e dei pantaloni matchati. Con anche la bandana sulla fronte.

"Andiamo?" chiesi io tenendole la mano.
"SIII"

***

Entrammo nel centro commerciale, e lei iniziava a guardarsi intorno.
Poi mi portó dentro un negozio pieno di vestitini corti.
"Che stiamo facendo qui?" chiesi mentre la guardavo.
"Voglio prendermi un vestito"
"Prendermi?"
"Sì, cioè voglio comprarlo"
"Se devi comprarlo da sola, che sono venuto a fare io?" dissi, per poi sorridere e appoggiare la mano sul suo fianco mentre camminavamo, per farla restare attaccata a me.
Lei arrossii, e mentre guardava i vestiti si fermó prendendone uno rosso.
Lo tenne in mano per qualche secondo, ma poi lo posó dinuovo.
"Non ti piace?" chiesi confuso.
"No... no non mi piaceva" disse lei, poco convincente.
Io le tirai un'occhiata confusa, ma lasciai perdere.
Poi fece la stessa cosa con un altro.
"La smetti di guardare i prezzi?" dissi, prendendo il vestito che aveva appena posato.
"Ma non sono i prezzi, non mi piace" disse a bassa voce.
Io le sorrisi per poi baciarla, girammo un altro po' nel negozio, ma gli altri vestiti non piacquero neanche a me, quindi pagammo solo i vestiti che abbiamo preso.

Usciti dal negozio lei era contentissima, non smetteva di ringraziarmi.
"Amore, guarda lì!" dissi, indicando le giostre per i bambini.
"Quelle ti piacciono?" continuai, scoppiando a ridere.
Lei mi diede una pacca sulla spalla, mentre provava a non ridere.

Andammo anche in qualche altro negozio, lei prese solo delle cose scollate, anche se io le dicevo di lasciarle.
"Quanto mi piace farti ingelosire." disse lei guardando le buste.
"Già che sei uscita in cannottiera è troppo." dissi, mentre avvolsi il mio braccio intorno al suo collo
"Tu stai a petto nudo!" ribatte lei.
Io sorrisi per poi notare un ristorante.
"Amore, che ore sono?" chiesi.
Lei prese il telefono controllando l'ora.
"Quasi le 8, perché?"
"Facciamo cena qui." dissi, mentre mi dirigevo nel ristorante.
"Davvero?!"
Io annuii per poi darle un bacio, che per poco non si trasformó in un limone.
Ci sedemmo ad un tavolo e iniziamo a flirtare, ma dopo qualche minuto ci interruppe il cameriere che portó i menù.

Il cibo arrivó dopo circa 15 minuti e noi iniziammo a mangiare.
Io presi una bistecca con affianco delle patatine, invece lei il riso alla crema di scampi

(raga il riso alla crema di scampi>>)

Continuammo a parlare finquando il mio telefono squilló.
"Che c'è, scemo?"
"Tom! Ma dove sei?"
"Sto fuori a cena, con Jolene, perché?"
"Non ti vedo da tutto il giorno, mi stavo iniziando a preoccupare, testa di cazzo."
"Se tu scomparissi, non mi preoccuperei." dissi ridendo
"Sei uno stronzo Tom. Ti auguro che di strozzarti col cibo." disse lui con tono più tranquillo e divertito.
"Ciao stronzo" conclusi io, per poi chiudere la chiamata.

"Cazzo, si vede che siete fratelli." disse lei ridendo.
"Mi piace insultarlo, tanto lui non lo prende seriamente." continuai sorridendo.
Lei ridacchió, ma poi vidi il suo sorriso spengnersi qualche secondo dopo.
"Ehi, tutto ok?" chiesi, preoccupato.
Lei annuii e continuó a mangiare.
"Amore, che hai fatto?"
Le presi la mano per poi accarezzarla col pollice.
"Ho pensato a come sarebbe stato avere un fratello" disse Jolene a bassa voce, mentre tratteneva le lacrime.
"Piccola... mi dispiace tanto..."
"Ma grazie a lui ho incontrato te." disse, facendomi un sorriso.

***

Tornammo a casa ed io e lei parlammo tutta la sera.
Poi lei si inizió a provare i vestiti, finquando non mi chiese una mano con il vestito che avevamo preso.

"Dammi una mano con la zip dietro" disse, girandosi.
"Una mano? Subito amore" risposi mettendole una mano tra le gambe che lei strinse dopo aver realizzato.
"TOM!"
Io risi per poi alzarmi dal letto e alzarle la zip.
Lei si giró e sorrise, poi si guardó allo specchio.
"Ti porterei in giro solo per vederti così."
Lei ridacchió per poi farmi sedere e salire su di me baciandomi.
Io le strinsi le mani sul suo fondoschiena, ma lei le spostó sui propri fianchi.
"Non ora amore, devo provarmi altro" disse, per poi staccarsi e alzarsi, dandomi le spalle.
Sospirai e le abbassai la zip, si tolse il vestito e mi accorsi che era solo in mutande.
Mi alzai da dietro di lei e la abbracciai, appoggiando le mani sul suo seno mentre facevo dei succhiotti sul suo collo.
"Tom, spostale!" disse, mentre rideva.
"Dai... me lo merito dopo una giornata così" le risposi, facendole gli occhi dolci quando appoggiai la testa sulla sua spalla ed incrociammo gli occhi.
"E va bene, ma stanotte non aprirò le gambe." disse, lasciando i miei polsi che prese per spostarmi le mani.
Io le sorrisi continuando a toccarla da dietro, ma poi sentimmo dei passi fuori la camera.
La spinsi sul letto, mentre io facevo finta di legarmi i capelli.
Bill aprì la porta, guardando Jolene che si copriva il corpo con le lenzuola.
"Jone non è che mi presti i trucchi? Mi è finito l'eyeliner e il mascara"
"Bill che cazzo devi fare con l'eyeliner e il mascara di notte?"
Lui non rispose, guardando altrove.
"Stanno lì" disse, indicando un cassetto vicino la porta.
"Questo?"
"No quello a destra"
"Ma alzati no?" chiese confuso
"Sono nuda, Bill."
Lui si giró verso di me, ed io verso di lui.
"Perché cazzo guardi a me testa di minchia"
"Ma voi scopate sempre?"
"Ti sembra la stia scopando?" chiesi, con ancora la felpa e pantaloncini addosso, mentre ero in piedi davanti lo specchio.
"Bah, non voglio saperne." disse, per poi aprire il cassetto giusto
"Grazie amore, ti amo!" concluse Bill, come saluto per poi chiudere la porta e andarsene.
"Siete così amici che vi chiamate così?" chiesi, andando sul letto vicino a lei.
"Certo! Perché no" ridacchió lei, mentre la scoprivo con le lenzuola.
Mi sdraiai accanto a lei, continuando a toccarle il seno con una mano.
La mia faccia era sprofondata nel cuscino, per la stanchezza.
"Staresti già urlando se non fossi stanco.

Sarai davvero te stesso?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora