L'inizio di un'era

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Tom's pov

Restammo la notte a pulire la chitarra, ma poi Jolene si addormentò per la stanchezza.

In effetti erano le 8 di mattina, per fortuna non si andava a scuola.
Mentre continuavo a pulire la chitarra, entrò Leon.
"Che cosa vuoi, Leon?"

Si avvicinò a me provando a darmi un pugno, ma lo schivai, bloccandogli le mani.

Mi alzai e mentre lo guardai negli occhi dissi:
"Senti, non ho toccato tua sorella, nè portata a letto. Piuttosto tu impara a controllarti, perché quello che fa male a quella ragazza non sono io."
"Cos'erano quei rumori stanotte allora?!"
"Abbiamo preso la chitarra in soffitta, se stessimo scopando, sarei andato più forte, guarda com'è bella." dissi innamorato ma allo stesso tempo minaccioso.
"Come cazzo ti permetti stronzo!" alzò il tono di voce Leon provando a liberarsi.

Jolene si svegliò di colpo, impaurita a guardare noi che litigavamo.
"Che sta succedendo?!"
"Tuo fratello ha provato a darmi un pugno e pensava che ti avessi stuprata." le dissi senza contegno.
"Leon, vattene da camera mia!" disse arrabbiata.
Lo lasciai e così fece, poi lei mi prese la mano, tirandomi delicatamente verso il letto, accanto a lei.
"Vieni, hai due occhiaie pazzesche... finiremo il lavoro dopo, okay?"
"No... ho quasi finito, tranquilla, tu continua a dormire."
"Tom, dai, stai qui vicino."
"Sono accanto al letto, non ti basta?" dico mentre mi sedevo sulla sedia dove pulivo la chitarra.
"No, voglio che tu stia accanto a me."
"Va bene..." conclusi sdraiandomi sul letto vicino a lei, con solo i pantaloni.
Lei mi prese per mano, poi abbracciò il mio braccio come se fosse un cuscino e poi si appoggiò sul mio petto.
Io accarezzavo la sua testa, poi tutti e due ci addormentammo.

Ma dopo qualche ora, verso le 13, mi svegliai per le notifiche che mi arrivavano.

"Ma che cazzo? Quanti messaggi mi ha mandato Bill?"


-dove cazzo sei, Tom!!
-Tom non te la sarai portata a letto vero?
-Siete fidanzati?
-Siete così carini assieme

E messaggi continui con cose così.

Non stavo capendo, cosí lo chiamai.

'Tom! Eccoti finalmente!'
'Bill di che cazzo parli?'
'Come di che parlo? Tu e Jolene! Stavate dormendo assieme e tu eri senza maglia!'
'Come fai a saperlo?!'
'Aspetta, in che senso?'
'DEVI DIRMI TU IN CHE SENSO!' alzai il tono della voce che per poco non svegliava Jolene.
'Tutti lo sanno, Leon me l'ha detto.'

Io rimasi scioccato, così chiusi la chiamata e spensi il telefono.
Guardai Jolene, non riuscivo a staccarmi da lei, neanche con lo sguardo.
Tornai a dormire, io ero preoccupato, avevo paura che quella foto potesse girare troppo, ma non per la mia reputazione, ma per la sua.

Qualche ora dopo, aprii gli occhi.
La prima cosa che vidi son state le gambe di Jolene, che erano incrociate. Lei era appoggiata sul cuscino, insieme al suo corpo.
Io la stavo guardando incantato, praticamente con la bocca aperta.
Lei invece dormiva beatamente, sembrava un angelo.

La coprii con la coperta e poi mi alzai andando da Leon.
"Stronzo, apri la porta." dissi bussando alla sua camera.
"Che cazzo vuoi, Kaulitz?"
Lo vidi solo con i boxer, si vedeva che era sveglio da tanto.

"Che cazzo di foto hai fatto?!"
"Mi siete sembrati carini." disse ridendo, per prendermi in giro.
Lo presi a pugni, fino a quando lui si scusò.
Me ne ritornai subito da Jolene, che ancora dormiva, ma aveva occupato anche il mio posto.
Mi stavo trattenendo, per... ecco, tutti sappiamo.

Però anche il suo telefono cominciò a squillare un paio di volte.
Lei non si svegliò ed io ero molto curioso, così lo presi.

Erano messaggi da sua madre:

Hai tenuto da parte i
soldi del ristorante?Ci
serviranno tra poco.
10:21

Jolene, ma perchè
non rispondi ai
miei messaggi?
13:04

Aspetta ma, di che parlava? Ristorante? Che ristorante?!
Questa cosa mi incuriosí così tanto che volevo svegliarla, ma si sarebbe arrabbiata per essermi fatto i cazzi suoi.
Ecco, non sapevo proprio che fare.
Ma ad un certo punto mi ricordai di un bar di queste zone, così mi vestii e andai. Ma prima di uscire scrissi un bigliettino. "Torno più tardi, aspettami qui."
Lo posai sul comodino, poi uscii dalla casa e andai nel ristorante.

C'erano molte persone, e devo dire, era un posto bello.
Andai alla cassa e chiesi se conoscessero una certa Jolene.
"Certo! Jolene Becker, giusto?"
"Sí, lei." risposi preso dal panico, perché non sapevo il suo cognome.
"Lavora qui, è da un po' che non la vedo però."
"Oh... va bene, grazie mille, arrivederci." dissi completamente in shock.

'Perché avrebbe dovuto lavorare? Perché non me l'ha detto?'

Mille domande mi entrarono in testa, mentre tornavo a casa mia.

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