Capitolo 3

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Capitolo 3
I should apologize-
It's true my dad stopped hugging me,
But I never say the other part:
I stopped hugging him too.

Louis andò a trovare Harry il giorno dopo.
Zayn gli aveva detto dove abitava e non era molto lontano da casa loro. Aveva comprato la colazione, un caffè ed un cornetto e arrivò a casa sua non molto tempo dopo.
Suonò al campanello e aspettò pazientemente che gli aprisse.
-Chi è?- la voce metallica del citofono storpiava il suo tono dolce.
-Sono Louis- sentì un sospiro, poi la porta si aprì.
-Terzo piano- il liscio entrò e prese l'ascensore, fermandosi al terzo piano e trovando la porta aperta.
Superò la soglia di casa ed entrò nell'ampio salone.
-Sono qui- sentì le voce prevenire da una stanza al primo piano e salì, vedendo Harry, di spalle, sdraiato sul suo letto.
-Ho comprato la colazione- disse Louis e la poggiò sul tavolo -Ho pensato di farti compagnia- le spalle di Harry si ammorbidirono e si voltò verso Louis. Ma quest'ultimo storse il naso quando vide tutti quei segni che aveva sul collo.
-Se avessi voluto compagnia te l'avrei chiesto, Louis- lo diceva con un tono diverso. Uno di quelli che non gli era mai appartenuto ma che, in qualche modo, adesso aveva tirato fuori.
-Pensavo che volessi delle scuse, per ieri-disse il liscio, guardandosi la punta delle scarpe.
-Nemmeno mi guardi, che scuse mi devi?- continuò a non guardarlo -Avanti, guardami- disse Harry -Vedimi per ciò che sono- ma Louis scosse la testa.
-Tu non sei questo- sussurrò -Perché vuoi convincermi in questo modo?- alzò lo sguardo ed Harry stava sorridendo.

-Perché tu mi vedi così, ricordi? Sono io che mi diverto con tutti. Solo scappatelle occasionali, è così che hai detto, o sbaglio?- Louis si morse la guancia.
-Smettila- borbottò -Ti fai trattare in modo orribile e poi prendi le sembianze di quello che le persone pensano. Secondo te perché la gente non ti sta vicino?-
-Perché ognuno si è fatto un'idea sbagliata di me- disse Harry.
-No, è perché tu fai in modo che loro si facciano un'idea sbagliata!- il tono di Louis era esasperato, ma Harry non si mosse di un centimetro dalla sua posizione.

-Parli come se mi conoscessi davvero- sussurrò il riccio -Ma la realtà è che non sai niente e vuoi far credere di sapere tutto- piegò la testa verso destra -Perché vuoi salvare l'insalvabile, Louis? Non vedi che sono marcio dentro?-
-Perché una persona che cerca qualcuno che lo ami è una persona che dentro ha ancora tanto amore da dare- disse Louis -E tu sei pieno d'amore, Harry. Anche se non lo ammetti- il riccio socchiuse le labbra ma non disse nulla. I suoi occhi si intenerirono e Louis riconobbe quella luce che aveva fino al giorno prima.
-Allora perché nessuno lo accetta?- chiese con la voce spezzata -Perché preferiscono farmi male? Perché hai preferito farmi male?- fece un passo avanti verso Louis.
-Perché anche tu stai facendo del male a me- ammise -Il fatto che possa sentirti vicino e poi incredibilmente lontano è un'agonia. Ti conosco appena e già sento di dipendere da te, e non dovrebbe essere così- lo guardò negli occhi ed Harry sospirò -Non dovrei già dipendere da te- il riccio annuì e tra loro calò il silenzio.
-Pensavo potessi trovare un modo per guarire- disse Harry -di distruggere quel circolo che andava avanti da generazioni e diventare una persona migliore, ma a quanto pare non è così-
Louis si avvicinò alla cucina e, dopo attimi di tentennamento, abbracciò Harry.

-Sei migliore di ciò che credi- sussurrò Louis -Anche se spesso ti vedi come un fallimento, non lo sei. Giuro che non lo sei- sentì la fronte di Harry poggiarsi sulla sua spalla e, l'attimo dopo, stava già piangendo.
-Voleva un figlio migliore- singhiozzò contro l'altro, per poi prendere la maglia di Louis tra le dita e tirarla verso di sé, sentendo l'altro premersi forte contro di lui, ma sperava potessero stringersi ancora fino a diluirsi nell'altro. Voleva che Louis fosse anche lui. Lo voleva davvero.
-No, tu sei perfetto così- gli baciò il petto ed Harry tremò più forte.
-No- disse -No, non lo sono- poi si lasciò andare con un lamento, piangendo così tanto da vergognarsi. Era come se si fosse aperto un rubinetto e adesso non riuscisse a chiuderlo.
-Va tutto bene- sussurrò Louis -Andrà tutto bene- lo teneva stretto e lo guidava verso il divano, trascinandolo ad ogni passo.
Si sdraiarono insieme e, ancora abbracciati, Harry si scusò per quella scenata.

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