Nella silenziosa e arida valle
vedo un vecchio contadino intento
a coltivare l'avida terra
dal padre lasciata in memoria.
Il chiasso assordante del pennuto
ruspante, gli porta alla mente
quando a battere le maligne
radici era l'affaticato nonno.
Egli, povero, sorridente strofinava
le ombrose ciocche ricce
che anche il ricco invidiava.
Ed ora a strofinargli il viso
soltanto la tramontana
è rimasta, amica fidata.
Allora gli prestai orecchio,
ci sedemmo su un tronco lì accanto,
con del pane e qualche fiasco
di vino suo stesso.
Mi disse con gli occhi d'un bimbo
"ho coltivato la terra del nonno,
io che d'agricoltura sapevo poco
o niente, eppure l'ho fatto pensando
che qualcosa sarebbe sbocciato...
Ma come vedi, amico mio fuggente,
niente negl'anni è mai cresciuto."
Gli risposi, confuso e scettico:
"caro amico, eppure nel tempo,
qualcosa di buono ne avrai ricavato."
Sorrise e mi disse, guardando le mani,
"Questi calli, questi attrezzi e questa
vita da cani..."
"Ma allora perché sei rimasto?"
"Una volta avvocato, fu un caso
sbagliato e finì tutto bruciato.
Decisi di tornarmene, in questo mio
nido, ancor prima cadesse questo
tronco nodoso e un anno passai
a vedere le stelle, a sentire
i rumori del groviglio vivace."
"E poi che altro, vecchio compagno?"
"E poi m'accorsi del danno,
ch'era la terra del nonno.
Ma ormai poco contava, se la zappa
inutilmente lanciavo sopra il capo
coperto dal cappello di paglia."
"Fosti contento del tempo trascorso
ad ascoltare il rumore del bosco,
a lavorare un'inutile terra?"
chiesi, purtroppo, arrabbiato.
Mi rispose con malinconica voce
"Era il modo di farmi del male,
non meritavo momento d'amore
e per questo in quest'inferno
mi chiusi, a vivere ricordi dolorosi."
Abbassai il capo in segno di scuse,
lui s'alzò e un'amorevole pacca
mi diede sulle spalle tristi.
"Non crucciarti di quello che ho fatto,
pensa piuttosto al sole che sorge.
Vieni domani, a quest'ora di sera,
preparerò per te un pranzo speciale
ricco dei ricordi di questo manovale".
Ringraziai l'esile figura, e tornai
alla mia stanza, pensando
fino a notte inoltrata, alle parole
di quell'uomo dalla barba brizzolata.
L'indomani m'aspettava un paniere
e qualche bottiglia, un ultimo sguardo
e qualche lacrima grigia.
"A volte la vita non ha in serbo sorprese,
forse uno scappellotto o un pugno deciso.
T'ho indicata la via per il porto vicino,
la strada da lì sarà il tuo cammino."
Con profonda ammirazione e tempesta
nel cuore, salutai quel vecchio
pazzo agricoltore.
Al canto del corvo neonato
l'ho visto accasciarsi in un buco
e coprirsi di muschio morente,
tenere per sé la zappa e la vanga,
in quella rumorosa e umida valle.9 giugno 2023
ore 14:23
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Parole di Conforto
PoetryA volte il dolore è così tanto inevitabile che viene quasi da chiedersi se i pochi attimi di gioia non siano solo una fantasia costruita ad arte per poter tirare avanti un giorno, un secondo in più. In questa raccolta troverete molte "lagne" di un n...