Capitolo 31 - Una vecchia visione

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Più i giorni passavano e più le parole di Adalric sembravano avverarsi.

Il giorno e la notte non sembravano più avere significato e strani fenomeni iniziarono ad accadere per tutta Eldarya. Apparivano strani edifici, molto più che in precedenza, e nuovi animali comparivano. Senza contare i tanti, anche se piccoli portali che si aprivano casualmente.

Molte cose stavano accadendo ad un ritmo allarmante e non riuscivamo a capire il perché. Il grande Cristallo sembrava sano anche se estremamente meno brillante da quando i due aengelo lo avevano abbandonato. Quindi perché tutti questi grandi scombussolamenti nel nostro mondo se la fonte della nostra vita era intatta?

Poco tempo dopo quella chiacchierata con il silfo, una squadra speciale partì alla volta del deserto di Yaqut. Erika, Nevra, Lance, Leiftan e addirittura Mathieu che per qualche ragione nei giorni precedenti era stato messo in prigione. Qualche altra persona era stata selezionata per la spedizione e alle prime ore del giorno partirono per il lungo viaggio, obbiettivo, raggiungere la tribù di vampiri di Nevra.

Non sapevo molti dettagli in merito perché Leiftan non disse una sola parola al riguardo.

«Vedi di ritornare da me questa volta, e sulle tue gambe...»

Al riparo dietro qualche casa, salutavo l'aengel che era in procinto di partire. Le nostre fronti si toccavano mentre i nostri respiri si fondevano l'uno con l'altro.

«Sono sempre tornato.»

Gli tirai un pugno sulla spalla indispettita «Sappi che potrei rivoltare l'intero deserto se non ti vedo tornare.»

«Ne sono convinto.» disse ridendo mentre mi lasciava con un tenero bacio.

Lo vidi partire in lontananza mentre il sole sprofondava rapidamente e la luna si alzava nel cielo. Erano a malapena passate qualche ora di luce che di nuovo l'oscurità si era impadronita del mondo.

Le cose si erano fatte più drammatiche del previsto e non si poteva più non notare la cosa.

Il vecchio orologio che era stato installato al centro del rifugio riprese a ticchettare. Per anni era rimasto fermo nell'esatto momento del sacrificio bianco, la grande ondata di energia sembrava averlo fermato e come ricordo non era più stato riattivato.

Ora, nelle vie del rifugio, si poteva sentire ticchettare nuovamente quel grande regalo di Kero. Era indispensabile per poter continuare una vita anche solo all'apparenza normale.

Preoccupata spedii qualche lettera a casa degli amici lontani chiedendo informazioni e come qua, anche nelle più remote regioni di Eldarya sembrava capitare la stessa cosa.

Sarah, anche se non lo dava a vedere, sembrava sempre più inquieta. La piccola bambina era molto spaventata da questo cambio improvviso.

Era nata dopo la grande guerra contro Ashkore e non aveva mai potuto vedere cambiamenti simili prima d'ora.

La prima cosa, ancora prima di poter pensare ad altro, era darle tranquillità anche se non sapevo bene come fare. Io e Charlie cercavamo di tenerla impegnata cercando di non farle pensare al cielo che continuava a cambiare ma come noi, anche molti altri genitori faticavano a calmare i bambini.

Nessuno di noi sapeva bene cosa fare.

In aiuto fortunatamente arrivò la solare elfa. Kudo era sempre ben disposta ad intrattenere i bambini e riuscire a farli divertire tutti insieme facendogli dimenticare anche solo per un attimo il cielo.

Una di quelle mattine, mi recai nella sala del Cristallo alla ricerca di Ophelia.

La bambina camminava spensierata per le scalinate della sala spegnendo qualche candela e accendendone altre senza fare alcun rumore.

Mi provai a avvicinare a lei ma non sembrava interessata nel volermi parlare.

«Ophelia?»

Neanche chiamando il suo nome si fermò un attimo, sembrava veramente concentrata in quello che faceva.

«Ti prego Ophelia, cosa sta succedendo?»

Era ormai un po' di tempo che avevo capito per certo che quella bambina era ciò che rimaneva del vecchio Oracolo. Non aveva lontanamente il suo potere ma sembrava avere sempre qualche asso nella manica.

La bambina si fermò per guardarmi finalmente negli occhi. silenziosamente si avvicinò a me prendendomi per mano.

Immediatamente la stanza intorno a me si fece vorticosa e ogni cosa venne ammantata di nero. Iniziai a fluttuare leggermente ma la presa di Ophelia mi trattenne a terra.

«Non ricordi? Te lo avevo già mostrato...»

La sua voce mi colpì in pieno volto. Non aveva mai parlato con nessuno, chiunque avrebbe detto che fosse muta, eppure, la sua voce era melodiosa e uguale a quella dell'Oracolo.

Intorno a me la grande oscurità si diradò e potei vedere nuovamente la sala del Cristallo. Ma non era proprio come la ricordavo...

Solo dopo aver guardato con attenzione notai che era la vecchia sala, quella di sette anni prima. Il Cristallo al centro della sala una piccola frazione di quello che era ora.

La luce che entrava dalle vetrate creava arabeschi colorati sul pavimento ma improvvisamente tuoni squarciarono l'aria.

Un tuono e poi un lampo accecante, Ashkore comparve al centro della sala. La sua inquietante maschera rossa e nera mentre in mano teneva sguainato lo spadone. Un fendente preciso e il Cristallo si infranse mentre i tuoni continuavano a squarciare l'aria.

Il pavimento si incrinò e caddi nel vuoto al suono dei vetri rotti.

Avevo già viso queste immagini, come potevo dimenticarle? Era stato molto tempo prima, quando tutta questa avventura aveva avuto inizio. Era stato il contatto con Moha a farmi avere quella visione.

«Non è finito, ora arriva la parte interessante...»

Caddi a terra. Intorno a me una foresta completamente morta si estendeva a perdita d'occhio. I fiori dovevano sbocciare eppure non c'era una foglia sui rami, erano tutte cadute a terra, secche.

I fiumi si prosciugavano velocemente mentre in lontananza, sulle grandi montagne, si potevano vedere quegli strani edifici. Edifici umani!

Anni fa avevo già potuto vedere cosa sarebbe successo ma non ci avevo mai fatto caso e ora come allora le cose si stavano avverano.

Le immagini però si fecero più brillanti e qualcosa di nuovo apparve ai miei occhi.

Grandi aree sembravano ricolme di maana e l'energia di questo mondo faceva fluttuare l'aria. Bastò poco e attraverso di esso si potevano vedere scorci di un altro mondo.

La Terra era a un passo da noi.

Una improvvisa luce accecante mi investì e chiusi gli occhi.

Battei le palpebre un paio di volte e quando tornai a vedere mi accorsi di essere ritornata nella sala del Cristallo. Il cuore mi batteva a mille e avevo il respiro corto.

Ophelia era scomparsa lasciandomi sola mentre qualche candela ancora bruciava davanti a me.

Cosa avevo appena visto?

Senza pensarci troppo decisi di raggiungere Huang Hua per parlarne con lei ma appena misi piedi fuori dalla sala del Cristallo sentii una voce in lontananza.

«Sono tornati! Huang Hua sono tornati!»

Una sentinella dalle mura era entrata correndo alla ricerca della donna e senza badare molto alle apparenze corse fin nel suo ufficio spalancando le porte.

La missione nel deserto di Yaqut si era conclusa ma al loro ritorno avevano portato nuovi ospiti...

Piume bianche - New EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora