Capitolo diciottesimo

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𝓟𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗫𝗩𝗜𝗜𝗜: «𝗔𝘂𝘁𝗼𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗹𝗹𝗼

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𝓟𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗫𝗩𝗜𝗜𝗜: «𝗔𝘂𝘁𝗼𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗹𝗹𝗼.»
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Mio padre si chiamava Jacques Brooke,nome francese e cognome inglese,come le sue origini: la madre,Edith Dubois,veniva da un piccolo paesino vicino Parigi e James Brooke,il padre,veniva dalla caotica ma fredda Londra.

Mia madre era scozzese. Josephine Wattson,figlia di Oscar Wattson e Mary Fleming.

E poi,c'ero io. Margaret Marie Brooke:nome scozzese,secondo nome francese e cognome inglese. Ero un mix di tutto con tutto anche nell'aspetto fisico: avevo i capelli rossi di mia mamma,gli occhi di mio padre,le lentiggini di mia nonna materna e il naso di mio nonno paterno.

Ricordo che Edith si arrabbiava spesso perchè da lei non avevo preso niente. "Perchè da me no? Che ti ho fatto di male?"

Non sapevo perchè avevo pensato a quello proprio in quel momento,mentre pettinavo i capelli corvini di Maddalena.

«A cosa pensi?»disse,guardando il mio riflesso sullo specchio.

«Ah,niente di importante. Piuttosto,non mi hai detto ancora perchè non sei uscita,ieri»

«Zia Daisy mi ha scoperto mentre tornavo a casa»sgranai gli occhi.

«COSA?! Che ha detto?»

«Mi ha detto di non uscire dalla mia stanza per una settimana»disse«E quindi,eccomi qui»

«Ahia,questa non ci voleva. Va beh,significa che verrò a trovarti ogni giorno,allora»le sorrisi,e lei ricambiò.

Avvicinai la sedia su cui ero seduta un pò di più a lei,e spostai i suoi capelli da un lato. Il mio sguardo si posò sulla sua nuca e il suo collo. Mi sporsi in avanti e ci lasciai un leggero bacio,vedendola sobbalzare leggermente.

«C-che stai facendo?!»disse,staccandosi improvvisamente.

«Sei così carina tutta rossa»dissi,sorridendo. Lei arrossì ancor di più,abbassando lo sguardo.

«Continua..»disse a voce così bassa che a malapena la sentì.

«Cosa? Non ho capito cosa hai detto»la stuzzicai,sorridendo.

«Continua a fare quello che stavi facendo»alzò lo sguardo,guardandomi attraverso il riflesso. Era così rossa che non potti fare a meno di sorridere e sorridere.

«Va bene,Maestà»sorrisi,avvicinandomi col viso al suo collo. Lasciai diversi baci dolci e casti,poi ebbi un'idea: presi tra le labbra un lembo di pelle e iniziai a succhiare solo quel pezzo,ottenendo un sospiro piuttosto rumoroso da parte di Maddy.

Sorrisi,continuando il mio lavoro fin quando mi staccai,notando che sulla sua pelle di solito bianca,ora sorgeva una chiazza rossa evidente.

Non feci in tempo a fare niente,perchè Maddalena mi afferrò la nuca e mi spinse sul suo collo.

«Ne vuoi un altro?»Dissi,facendo un sorrisetto.

«Si»disse lei,la mano ancora sulla mia nuca. Io acconsentii,iniziando a succhiare un altro lembo di pelle. Lei sospirò e mi spinse più vicina,come se mi stesse chiedendo di andare più in fondo.

Con le labbra sul suo collo,alzai le sguardo e vidi un'immagine che,da quel giorno,regna vivida nei miei ricordi: Maddy aveva la testa appoggiata alla mia spalla,la bocca semiaperta da cui uscivano sospiri. Le sue guancie rosse risaltavano il verde degli occhi,ora alzati al cielo in un'espressione che non avevo mai visto su di lei. Era come in estasi.

Il mio cuore prese a battere così forte che per un attimo ebbi paura sarebbe uscito dal mio petto. I miei occhi piantati su Maddalena,che era una calamita che li attirava su di lei.

E poi improvvisamente,quella visione scomparì,e Maddy si alzò. Venne davanti a me,guardandomi. Ebbi subito l'impulso di afferrare i suoi fianchi,ma mi trattenni per non sembrare troppo innappropriata

Dopo dei secondi che mi parvero infiniti,lei si avvicinò e si sedette a cavalcioni sulle mie gambe,circondando il mio collo con le braccia.

O mio Dio o mio Dio o mio Dio o mio Dio.
La mia testa era un vortico di queste tre parole,e per un attimo la vista mi si appannò.

Sentii una scossa lungo tutta la spina dorsale,che scese sempre di più fino ad arrivare al basso ventre. Il mio stomaco era un allevamento di piccole farfalline che svolazzavo liberamente.

Non pensai a niente,in quel momento. La mia mente era troppo impegnata a cercare di non perdere il controllo per pensare.

Espira,inspira,espira,inspira ,mi ripetevo in mente,ma non funzionava nemmeno un pò.

Autocontrollo,Meg. Ci vuole autocontrollo. Continuavo a ripetermi,ogni volta che il suo respiro caldo sfiorava la mia pelle.

Alla fine,però,non riuscii a controllarmi.









































🌼𝙰𝚗𝚐𝚘𝚕𝚘 𝚊𝚞𝚝𝚛𝚒𝚌𝚎🌼
𝙴𝚖𝚖𝚑..¯\_(ツ)_/¯
𝙿𝚊𝚜𝚜𝚊𝚝𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚊𝚝𝚊<3
~𝙷𝚎𝚒𝚍𝚒♡︎✰

𝒪𝗵 𝗺𝘆 𝗱𝗲𝗮𝗿 𝗠𝗮𝗿𝗴𝗮𝗿𝗲𝘁 | ᵍⁱʳˡᵍⁱʳˡDove le storie prendono vita. Scoprilo ora