Capitolo trentaquattresimo𓁹

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𝓟𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗫𝗫𝗫𝗜𝗩: «𝗗𝗲𝗺𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗰𝗮𝗿𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼

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𝓟𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗫𝗫𝗫𝗜𝗩: «𝗗𝗲𝗺𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗰𝗮𝗿𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼.»
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«Vuoi provare a rifarlo, allora?» dissi, lei avvampò.

«C-cosa?» disse, la sua voce sembrò più acuta del solito. Ghignai e, senza dire niente, la presi in braccio a mò di sposina e con la mano libera presi la sedia che usavo per studiare, mettendola proprio di fronte al mio specchio. La adagiai delicatamente sulla sedia e mi misi proprio dietro alle sue spalle, sorridendo.

«Guardati. Sei di una bellezza ultraterrena, amore.» dissi, avvicinandomi al suo orecchio. A sentire quel soprannome, i suoi occhi si sgranarono e avvampò più di quanto già non fosse rossa.

«A-amore...?» ripetè le mie parole con la voce leggermente tremolante, gli occhi fissi nel riflesso dei miei. Sorrisi dolcemente e annuii.

«Abbassa lo sguardo sul tuo corpo, Maddalena. Guarda bene le tue forme» la corvina fece come detto e, quando i suoi occhi furono sul suo corpo, sigillò istintivamente le gambe, coprendosi il seno con le braccia. Io arricciai il naso e scostai dolcemente le sue braccia, abbassandomi a baciare il suo collo.

«Non c'é alcun bisogno di coprirsi, Maddy... sei perfetta. Sei semplicemente perfetta, perché nascondersi?» dissi, accarezzando il suo collo con le labbra.

«Mi sento... in imbarazzo» borbottò Maddalena, abbassando la testa. In risposta, afferrai il suo mento e la costrinsi ad alzare il capo.

«Non devi essere in imbarazzo con me, Maddalena, mai. Ho visto tutto di te, dalla punta dei capelli alla punta dei piedi, e posso per certo constatare che sei la persona più bella su cui i miei occhi abbiano mai posato lo sguardo.» dissi, guardandola dritta negli occhi.

«Vieni qui, Margaret.» disse, indicando lo spazio di fronte a lei. Il mio stomaco entrò in un vortice di piccole farfalline svolazzanti quanto la sentii pronunciare il mio nome completo.

Non me lo feci ripetere due volte e mi inginocchiai di fronte a lei, che sorrise e si abbassò per baciarmi. Quando ci staccammo, lei aprì lentamente le gambe, afferrando la mia testa come per incitarmi a darle piacere. Avevo una visuale completa di tutto quello che c'era da vedere, e la testa prese a girarmi quando mi avvicinai a baciare e leccare la sua femminilità.

Mentre la mia lingua faceva il suo lavoro, mi azzardai ad alzare lo sguardo. Pessima idea: Maddalena mi stava già guardando, con degli occhi così carichi di passione e amore che sentii una scarica di elettricità pura lungo tutta la spina dorsale. Stava gemendo in un modo così bello, e forse pensai di essere impazzita per pensare certe cose, ma era la verità.

«Sei brava... con la lingua...» disse tra un gemito e l'altro, tirando i miei capelli fin quando iniziò a farmi male. Ma non lo dissi neppure, tutta presa com'ero a guardarla.

Quando sentii la sua apertura ristringersi, segno che stava per venire, mi staccai lasciandola col broncio. Ridacchiai e mi alzai, iniziando a spogliarmi, rimanendo solo in intimo.

«Eh no, togli anche questi» disse Maddalena, alzandosi per togliermi il reggiseno e gli slip «Non voglio essere l'unica nuda, amore.» disse, facendomi l'occhiolino. In quel momento vidi il mio cervello fare ciao ciao con la manina con una valigia sottobraccio.

«Non so davvero come tu abbia fatto ad imparare queste espressioni, ma ti preferivo innocente.» dissi con voce profonda, spingendola sulla sedia. Le aprii di forza le gambe e, senza un minimo di preavviso, la penetrai con tre dita. Lei urlò tirando la testa all'indietro, delle lacrime di piacere si formarono nei suoi occhi. Le sue mani arpionarono i miei capelli, stringendo la presa.

«Oh beh, almeno sono riuscita a toglierti quel ghigno» commentai, senza smettere di guardarla nemmeno un secondo. Era così peccaminosa, quella visione, ma non riuscivo a farne a meno.

«Smettila, mi hai spaventata! Hai uno sguardo strano...» disse, guardandomi. Alzai un sopracciglio.

«Del tipo?»

«Guardati tu stessa.» disse. Girai la testa e vidi un'altra Margaret Brooke, diversa dalla solita: i miei capelli rosso fuoco sembravano risaltare ancora di più il rossore delle mie guancie, i miei occhi erano liquidi, ma allo stesso tempo rigidi, possessivi. Più che una persona, sembravo un demone scarlatto.

«La rabbia sta bene su di te.»

«No, no... questa non é rabbia.» dissi, voltandomi verso Maddalena.

«E allora cos'é?» la guardai un pò prima di rispondere.

«Desiderio.» e con quelle parole, ripresi a sforbiciare dentro di lei, toccando punti dove non ero mai arrivata, facendola urlare ad ogni spinta.

«Quindi é qui, il tuo punto debole?» ghignai, cercando di colpire sempre lo stesso punto. Ricevetti una risposta più che valida da parte sua, e dovetti sporgermi a baciarla per coprire le sue urla un pò troppo forti.

«Sto per...» borbottò lei, proprio nel momento in cui le sue pareti si restrinsero attorno alle mie dita.

«Lo so» dissi, velocizzando il movimento delle mie lunghe dita, che entrarono e uscirono dal suo corpo, portandola all'apice.

Maddalena si lasciò cadere sulla sedia sfinita, e io tolsi le dita prendendola in braccio per portarla a letto. La adagiai sopra al mio letto e la coprii, poi mi misi accanto a lei, che era tutta sudata e tremante. La strinsi tra le mie braccia e lasciai un bacio sulla sua testa.

«La prossima volta voglio far godere anche te...» mugugnò ad occhi chiusi. Ridacchiai e la baciai.

«Aspetterò quel momento»

























































🌼𝙰𝚗𝚐𝚘𝚕𝚘 𝚊𝚞𝚝𝚛𝚒𝚌𝚎🌼
𝙼𝚊𝚛𝚐𝚊𝚛𝚎𝚝 𝚖𝚒𝚊 𝚖𝚘𝚐𝚕𝚒𝚎
𝙿𝚊𝚜𝚜𝚊𝚝𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚊𝚝𝚊<3
~𝙷𝚎𝚒𝚍𝚒♡︎✰

𝒪𝗵 𝗺𝘆 𝗱𝗲𝗮𝗿 𝗠𝗮𝗿𝗴𝗮𝗿𝗲𝘁 | ᵍⁱʳˡᵍⁱʳˡDove le storie prendono vita. Scoprilo ora