~ Capitolo 4 ~

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Indossai il mio tubino nero aderente e i miei tacchi giallo acceso.
Non era la prima volta che uscivo senza Conny, ma quella sera mi dispiaceva essere sola. La trovai stesa sul divano con un sacchetto di patatine sulla pancia.
«Conny, sistemati per favore» Scoppiai a ridere e lei con me. Poi si alzò e si spolverò dalle briciole delle patatine al formaggio.
«Scusami, divertiti stasera. Ci sarà anche Alex...» Lei abbassò lo sguardo per poi tornare a sorridermi.
Non volevo intraprendere il discorso
"Alex" in quel momento, ma appena sarei tornata lo avrei fatto. «Te lo saluto? Se lo vedo...» azzardai.
Non sapevo come avrebbe reagito Conny, ma io ero sicura che ci fosse qualcosa che non andava. «Se vuoi..»
Bene ora era chiaro quello che pensavo.
«Va bene, divertiti Con» mi avvicinai e le baciai la fronte sorridendole.
Lei ricambiò il saluto e poi uscii di casa. La discoteca non era lontana da casa, quindi presi il motorino.
In pochi minuti arrivai davanti al piazzale pieno di ragazzini che fumavano o che bevevano, ogni tanto si riusciva a vedere anche qualche ubriaco che cascava per terra circondato da una marea di gente preoccupata per lui. Entrai nel pub e trovai Kate da un lato con un sorriso da dente a dente.
«Ehi Kate, ciao» La salutai baciandola sulla guancia e porgendole un piccolo pacchetto regalo. Lei mi guardó stranita, così mi avvicinai al suo orecchio per spiegarle e congratularmi con lei per il suo lavoro.
«È solo un regalo per ricompensarti dell'invito e del lavoro che hai fatto..»
Le sorrisi, lei mimò un grazie facendo lo stesso e poi mi infilai in un gruppo di persone. Quella sera non avrei dovuto bere, dovevo " fare la brava" e con l'alcool non sarei riuscita nel mio intento.
« Sof...» sentii delle mani sulle mie spalle e mi girai sussultando.
Mi trovai davanti Alex con due bicchieri di vodka Lemon in mano.
«Mi hai fatto prendere un colpo...» Gli presi dalla mano uno dei due bicchieri e mi infilai la cannuccia in bocca. Un bicchiere soltanto non fa niente, no?
« Scusa non volevo. Comunque stai molto bene...»
Mi guardò da testa a piedi poi mi sorrise tornando a fissarmi negli occhi.
«Ti saluta Con» dissi cercando di evitare altre conversazione poco opportune. Lui fece un mezzo sorrisetto poi mi congedò salutandomi.
La cosa doveva essere grave, ma cercai di non pensarci. Finii la vodka in poco tempo, ma non presi più nulla, dovevo rispettare la mia decisione. Mi buttai in pista per cercare di non pensare al desiderio irrefrenabile di bere e mi trovai presto circondata da ragazzi che si strusciavano a me con ogni loro mezzo.
Feci la cretina con loro ricambiando sguardi e faccette varie. Alcuni mi toccavano appena potevano, ma io non reagivo continuando a ballare. Sulla pista faceva veramente caldo, la mia pelle era leggermente lucida e i capelli erano bagnati. Decisi di fermarmi e mi spostai dalla pista che si stava riempiendo per sedermi su una poltrona davanti al bancone.
Mentre cercavo di trattenermi dal scolarmi un bicchiere di non so cosa, sentii qualcuno accanto a me, mi voltai e mi trovai molto vicino Alex...
Ma che voleva? Non poteva stare nel suo?
«Alex, vuoi dirmi qualcosa?» Era quasi appiccicato a me e non era il caso dato la sua persona e il caldo che era.
« Sei bella...»  Lo guardai stranita e immobile davanti a me. Mi stavo trattenendo dal tirargli uno schiaffo dritto sul naso. Doveva essere ubriaco anche perché se non lo era, c'era qualcosa che non andava.
« Sei ubriaco...» dissi cercando di staccarlo da me. Lui si avvicinò a me mentre io mi allontanavo sempre di più ogni volta che faceva un movimento in più fino a quando sbattei la schiena contro la parete.
Merda, o si allontanava o si allontanava. Quando mi fu veramente vicino riuscii a sentire l'odore di alcool dalla sua bocca, non riuscii a spostarmi che mi prese le mani e me le fermò al muro. Cercai di scostare la testa dimenandola a destra e sinistra, ma poi mi prese e mi baciò. Mi scostai velocemente tirandogli un calcio e uno schiaffo.
« Ma che cazzo fai eh?» dissi alzandomi di scatto. Mi pulii la bocca con il polso facendo una faccia disgustata.
Me ne andai dal pub immediatamente.
Sapevo ancora di alcool, nonostante non ne avessi vista nemmeno l'ombra, per colpa di quel cretino. Salii le scale di corsa e spalancai la porta di casa sbattendola subito dopo.
«Conny, che cazzo è successo con Alex? Si può sapere?» Lei era stesa sul divano mezza addormentata e quando sentì le mie urla balzò sul divano.
«Ma cosa urli Sof ?» disse stropicciandosi gli occhi e mettendosi a sedere. « Cosa è successo con Alex ?» ripetei.
«Perché questa domanda?» cambiò subito espressione come se si fosse svegliata dal suo coma momentaneo.
«Tu dimmelo...» Non potevo dirle che mi aveva baciato, lei non si fidava di me sull'argomento " ragazzi" e di sicuro non mi avrebbe creduto.
«Alex vuole altro da me arrivati a questo punto, ma io non sono pronta... Si è arrabbiato e l'altro giorno se ne è andato per quello. Era l'ennesima volta che ne parlavamo...» Intravidi delle lacrime negli occhi di Conny e si vedeva che la cosa la turbava molto.
La strinsi forte e lei scoppiò a piangere. Odiavo vederla in quello stato, se poi si trattava di un coglione ancora di più.
«Con, Con tranquilla. Lui ti...» feci un respiro e poi continuai «ti ama»
Non credevo a quello che avevo detto, ma tanto meno a quello che avevo sentito. Mi sembrava una cosa impossibile che la loro relazione fosse in " crisi" per tali motivi, ma mi fu ancora più chiaro il motivo del mio comportamento con i ragazzi. Conny andò a letto poco dopo e io mi infilai sotto il getto freddo dell'acqua della doccia. Ero ancora scossa e sinceramente avevo paura delle conseguenze... Mi misi il pigiama appena finito e mi buttai nel letto vicino a Conny.
«Sophie, stasera lo hai visto?»
Aveva un fil di voce quando si girò verso di me per parlarmi.
«Ehm si...»dissi schiarendomi la voce.
«Ha baciato qualcuno?» disse poi.
«Credo di no...» Cazzo.
Non ricevetti riposta, sentii solo il rumore del materasso sotto il suo corpo che si muoveva.
Mi avvicinai a lei e l'abbracciai, non potevo capire come si sentiva, ma mi sentivo in colpa nonostante non avessi fatto niente di mia spontanea volontà.

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