~ Capitolo13 ~

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«Ma dove cazzo sei stata eh?»
Nemmeno il tempo di entrare in camera che Amy mi stava giá urlando contro.
«Amy, calmati» la fermai e la feci sedere sul letto.
«Okay mi calmo» fece un respiro e mi tirò un pizzicotto sul braccio.
«Ahi Amy, ma che fai?» mi strofinai la pelle che stava diventando rossa. «ero con una persona. Stai tranquilla...»
Cambiò subito espressione e poco dopo scoppiò a ridere. Di sicuro si era messa a immaginarmi mentre ero nel letto con qualcuno cercando di non pensare alla situazione intorno a me.
«Trovato qualcuno?» sorrise maliziosamente e poi mi tirò un pugnetto sulla spalla.
«Diciamo di si...» abbassai lo sguardo. Di solito non mi dispiaceva parlare delle persone con cui mi vedevo. Ma Corie era un'altra cosa, qualcosa da tenere per me.
«Lo conosco? Come l'hai conosciuto? E come...» la fermai.
«Amy, non é nessuno di importante. Le solite avventure...»
Mi vergognavo di averle detto una bugia, ma per far si che la smettesse con le domande, era doveroso. Si alzó dal mio letto e si stese sul suo.
«Credo di andare a letto» disse.
«Va bene, ti raggiungo subito» mi levai la felpa e la maglietta e mi infilai una canotta lunga e rovinata poi mi buttai sotto le coperte.

***
Mi svegliai di colpo sentendo Amy che mi chiamava.
«Sof! Sof ! Muoviti é tardi!» mi mossi disperatamente nel letto cercando di allontanarla. Ma nulla. Fui costretta ad alzarmi e sedendomi sul letto mi stropicciai gli occhi.
«Sono sveglia» balbettai.
Amy era già pronta e stava per uscire. Poteva anche lasciarmi dormire.
« Io vado, ti aspetto per pranzo»mi sorrise e uscì. Sbuffai e iniziai a vestirmi. Ancora lezioni, ancora voci su di me e li sguardi addosso. Mi scocciava, anche perché nessuno sapeva come le cose fossero andate.
Scesi le scale e mi buttai nella marea di gente nel giardino principale. Mentre camminavo sul marciapiede fissando per terra e cercando di non imbattermi contro nessuno, sentii delle mani calde prendermi i fianchi.
«Sapevo che eri tu» mi girai di scatto e vidi Corie dietro di me. Doveva smetterla di fare queste entrate di nascosto, mi sarebbe preso un infarto.
«Mi hai fatto prendere un colpo. Per la terza volta» ridacchiai sistemandomi una ciocca di capelli.
«Ehi, ti va di pranzare insieme?»
Sobbalzai. Una strana sensazione mi pervase il corpo, paura. Paura di non so bene cosa, ma tanta paura. Un appuntamento? Non so se ero pronta. A dire la verità non so nemmeno se lo era, ma non riuscivo a controllare quell'emozione.
«A pranzo non posso...»
«Allora a cena» mi interruppe continuando a sorridere.
«Okay» abbassai lo sguardo. Volevo passare del tempo con lui e questo era la cosa strana. Non potevo affezionarmi così tanto o peggio innamora... No.
«Allora ci vediamo stasera» sorrise e mi lasciò andare. Cavolo, e ora? La paura mi stava controllando e iniziavo a immaginarmi mille possibilità di come si sarebbe svolta la serata. Corie era diverso, non meritava lo stesso trattamento di altri ragazzi. Mi aveva dimostrato che non mi stava prendendo in giro ed era riuscito a capirmi dopo avermi parlato per 10 minuti. Potevo farcela, era solo una cena, niente di più.
Giusto?
Mentre stavo per entrare nell'edificio scorsi in lontananza Conny. Quanto mi mancava...
«Conny..» mi tappai la bocca. Mi era uscito fuori, avevo parlato ad alta voce? A quanto pareva si e ora si era voltata e stava venendo nella mia direzione.
«Cosa vuoi?» almeno adesso mi aveva rivolto la parola anche se in realtà non avevo proprio niente da dirle.
«Ehm no è solo che...» mi guardai in torno cercando qualcosa di cui parlare.
«Non ho tempo da perdere» disse poi squadrandomi.
Rimasi in silenzio per un altro po', poi le sorrisi.
«Hai parlato con Alex?» un'altra cazzata detta. Ma che mi prendeva?
«Non sono affari tuoi»
Mi guardò per un'ultima volta e poi se ne andò.
Sembrava che quello che mi avesse detto qualche giorno prima fosse solo un cazzata.
«Conny mi manchi da morire» urlai facendola fermare. Si voltò e si avvicinò di nuovo.
Alzò una mano come per farmi del male, poi si fermò a pochi centimetri dalla mia faccia e la posò sulla spalla.
«Ho chiuso con Alex» disse. Le scese una lacrima e mi affrettai ad asciugargliela. C'è sempre stata per me, adesso era il mio turno.
Si staccò leggermente.
«Mi dispiace...» abbassai lo sguardo. Dopotutto mi sentivo in colpa.
Si diede una sistemata e mi fece un mezzo sorriso. Mi mancava.
«Sophie, non basta questo... Stavolta è div..» la fermai. Avrei aspettato qualsiasi sua decisione pur di riavere i nostri momenti.
«Lo so, ma mi manchi da morire davvero. Tu sapessi quello che è successo, saresti fiera di me»
Mi venne da ridere ma dovevo sopprimere quella sensazione.
«Ci sarà tempo. Ora devo andare» si avvicinò e mi strinse in un abbraccio.
«Manchi anche a me piccolina»
Mi scese una lacrima. Poi se ne andò.
Eravamo sulla via del ritorno, non ci avrei contato qualche settimana prima.

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