~ Capitolo 15 ~

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La pioggia che stava cominciando a scendere mi bagnava i piedi mentre non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di David che baciava un'altra.
«Sophie...» alzai lo sguardo e vidi Corie, in piedi davanti a me con il giacchetto sulla testa per pararsi dalla pioggia che era sempre più fitta.
«Vattene» urlai. Sprofondai la faccia tra le mia ginocchia.
«No» profeti con tono serio, si sedette vicino a me e mi strinse in un abbraccio. Lo spostai con forza facendo leva con la mano sul suo petto.
«Sophie smettila. Non me ne vado» mi prese la mano e la strinse, adesso era dolce e comprensivo.
«Cosa c'è che non va?»
«Non capisci» dissi allontanandomi.
«Spiegami» cercai di alzarmi ma mi teneva così stretta che non riuscivo a muovermi.
«È troppo per me» feci un grosso sospiro e tentai di smettere di piangere.
«Cosa vuoi dire?» chiese inarcando un sopracciglio. Lo sapevo che non avrebbe capito.
«A me non interessano baci, parole dolci, uscite e cose varie. Le ho già avute da qualcuno e ho capito che sono solo stronzate» un'altra fitta, e ancora un'altra. Poi altre lacrime.
«Scusami» si limitò a dire. Poi mi strinse ancora e continuò «Non ti farò star male»
Mi prese e mi alzò prendendomi in braccio.«Lasciami Corie» non avevo smesso di piangere e continuavo a bagnare la sua maglietta. Mi posò sul sedile posteriore della macchina e poi entrò vicino a me.
«Chi ti ha fatto questo?» disse cercando di ripulirsi dal bagnato.
«Nessuno» balbettai in preda ai singhiozzi. Non era nessuno davvero, non più.
«Sophie dimmelo» il suo tono era quasi arrabbiato, ma la sua faccia era tutt'altro.
«Il mio ex ...» sobbalzò, ma non disse niente. «Mi ha tradito, dopo tre anni e mezzo di relazione...» conclusi.
Lui continuava a fissare il sedile di fronte, mentre lo guardavo persa.
«Che stronzo» disse poi portandosi alla bocca una sigaretta.
«Non mi serve la tua compassione» risposi disgustata storcendo la bocca.
«Che stronzo a tradirti dicevo...»
«La cosa non è migliorata » conclusi di nuovo prendendo una sigaretta dal pacchetto.
«Come si fa a farti del male» disse lui togliendomela di mano e improvvisando un sorrisetto divertito. Lo fissai per un istante, mi pulii la faccia e mi stropicciai gli occhi.
«Mi dispiace di aver rovinato la serata» Abbassai lo sguardo.
«Non avrei dovuto portarti qui...» sentii un colpo al cuore. Perché? Era solo che mi sentivo troppo oppressa, nulla di più. Non poteva dire che aveva esagerato. Era l'unico che teneva davvero a me...Mi sentii in colpa. E poi, d'improvviso capii che da lui volevo quelle stronzate. Volevo le parole dolci, baci e uscite.
«Non eri pronta, ho esagerato. Sono un coglione»
Sbarrai gli occhi. Non era un coglione, era dolce. Non mi piaceva vederlo così e questa nuova sensazione mi faceva capire che dovevo stare attenta.
«Non sei un coglione» dissi avvicinandomi a lui, stavo sorridendo?
«È colpa mia»
«No di quello stupido del tuo ex» sputò fuori dalla macchina ancora aperta e poi mi rivolse un' occhiata dolce. Sorrisi.
«Sono diversa quando sono con te» Cazzo, ma perché dicevo tutto quello che pensavo?
Arrossii.
«Non volevo dirlo»
«Ma l'hai detto»rise e poi tornò serio.«Non capiteranno più questi momenti» aggiunse mentre continuava a ridere. Io rimasi impassibile seduta sul sedile di quella macchina praticamente nuova che ora era leggermente bagnata.
«Forse» risposi, non ne ero così sicura.
Fissavo fuori dal finestrino quando sentii di nuovo la sua mano sulle mie gambe.
«Sophie, non ti farò quello che il tuo ex ti ha fatto...» mi voltai e mi sorrise prendendomi la mano e avvicinandomi.
Mi accarezzò il volto, poi mi prese e mi baciò. Cercai di allontanarmi ma poi mi lasciai andare sotto il peso del suo corpo. Era quello che avevo sempre voluto ripensandoci. Poi però feci leva sul suo petto.
Mi immaginai per l'ennesima volta la stessa scena che mi era capitata con David, solo che stavolta c'era Corie al suo posto.
«Fermo» dissi.
Si voltò e mi guardò con gli occhi spalancati e preoccupati.
«Qualcosa non va?»
«Si questo» presi la borsa e scesi dalla macchina sbattendo la portiera.
Scoppiai a piangere di nuovo mentre me ne andavo e mi maledicevo per essere scoppiata di nuovo.
Non sapevo dove andare, ero nel centro qualcosa avrei trovato...
Non se ne parlava di tornare da mia madre. Non mi sarei potuta far vedere in quelle condizioni.

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