Fuori faceva freddo, mi presi il golfino e l'allacciai mentre un brivido mi pervase il corpo.
«Tutto bene? hai freddo?» chiese stringendomi a sè.
«Tranquillo, mi basta questa» dissi affondando la faccia nella sua felpa blu. Cavolo, il suo profumo.
Mi sentivo strana nel suo abbraccio. Mi sentivo protetta e meravigliosamente felice. Mai sentita così prima d'ora. Ripensai al periodo della relazione con David, e per la prima volta, non sentii una forte fitta allo stomaco, nè il desiderio di piangere o di scoppiare. Guardavo a quel periodo lontano senza alcuna preoccupazione. E ancora per la prima volta, mi sentii al sicuro da quei ricordi e da tutto il resto. Alzai la testa al cielo e una goccia mi cascò sul naso.
«Piove» annunciai pulendomi il naso bagnato.
«Vieni, casa mia è qua vicino» prese la mia mano e iniziò a trascinarmi. Camminava velocemente cercando di evitare un'acquazzone. Alle sue parole lo stomaco mi era finito in subbuglio. Avevo paura. Non volevo farmi del male, non volevo farne a lui.
Non si meritava di soffrire, era stato l'unico a capirmi. L'unico a sopportarmi in un periodo dove nessun altro lo aveva fatto. Avevo paura dei miei sentimenti e di quello che avrebbero potuto farmi. Non volevo tornare ad essere debole agli occhi di qualcuno. Ma mi accorsi che a quelli di Corie lo ero già.
Infilò le chiavi nella serratura e spalancò la porta di casa proprio quando iniziò a cadere dal cielo una fitta pioggia.
«Siamo accompagnati dall' acqua» disse ridendo e salendo le scale.
Lo seguii sorridendogli mentre nella mia testa si susseguivano immagini di noi due. Scossi la testa e respirai quando arrivammo davanti alla porta dell'appartamento.
«Aspetta...»dissi. Mi tappai la bocca vedendo la sua reazione. Mi era scappato ma sapevo che a preoccuparlo era il tono con cui avevo pronunciato quella parola.
«Cosa?» scese una scalino e fece per raggiungermi.
«No nulla» abbassai la testa e sorrisi.
«Dai entra» mi prese e mi tirò dentro.
Lui incominciò subito a muoversi senza interruzione nelle stanze di quella casa mentre io ero davanti al divano senza sapere cosa dire o fare.
Mi guardai attorno. Su ogni parete era stata attaccata una foto o un dipinto.
Foto della sua famiglia e delle loro vacanze.
Mi soffermai su una foto vicino alla sua camera. Lui e una ragazza. Una bella ragazza, alta, bionda e tremendamente sexy.
«Chi è ?» chiesi d'istinto senza nemmeno rendermi conto davvero di quello che mi era appena uscito dalla bocca.
«Mia cugina» disse sorridendo e ridacchiando sotto i baffi. Arrossii.
«Tranquilla» aggiunse facendomi l'occhiolino. Ora potevo sprofondare.
Continuai a girovagare per la casa senza sapere dove guardare.
«Siediti pure» disse lui quando fece lo stesso sul divano battendo la mano sui cuscini vicino a se.
Feci un lieve sorriso e mi sedetti vicino a lui. Sobbalzai quando accese la TV.
Non dovevo innamorarmi e non era una cosa troppo lontana, da prenderla in considerazione. Mi sentivo strana, lo stomaco in subbuglio, la paura di fare qualsiasi cosa e poi quel sorriso che mi ritrovavo sempre sul viso. Troppe cose che non sentivo da tanto. Allungò una mano e mi strinse in un abbraccio. Mi irrigidii.
Era quello che volevo, ma non volevo che accadesse. Avevo la testa piena di pensieri diversi e confusi su quello che avrei dovuto fare.
Gli avevo detto che mi piaceva ed ero allontanavo il suo amore. Mi accarezzò la faccia e poi mi avvicinò baciandomi. Mi lasciai finalmente andare sotto il calore del suo corpo e della coperta che mi stava stendendo addosso.
Gli avrei dato quello che voleva e poi mi sarei allontanata. Per sempre. Inizia a togliermi la maglia e a fare lo stesso con la sua. Mi fermò allontanandomi.
«Cosa fai?»dissi effettivamente stupita. Io pensavo che...
Si alzò e mi lasciò cadere sul divano spoglio.
«Non ho bisogno di tutto questo. Mi interessi te. E basta» Mi coprii fino al mento e mi portai la mano sugli occhi quando si allontanò nel corridoio.
Soffocai il mio pianto nel tessuto di lana. Ero arrabbiata con me stessa. Non so nemmeno perché avessi pensato che Corie potesse essere uno qualsiasi. Lui non lo era, e lo sapevo. Eppure avevo fatto una grande cazzata facendolo andare via. Mi alzai e portandomi dietro la coperta a mo' di mantello, iniziai a percorrere il corridoio buio. Mi fermai davanti alla sua porta socchiusa respirando profondamente. Appoggiai una mano sulla maniglia, ma non aprii. Gli stavo facendo del male e avrei continuato a fargliene. Dovevo allontanarmi da lui per il suo bene. Quello che avevo fatto nel passato avrebbe di sicuro compromesso qualcosa di serio con lui. Non si meritava niente di quello che avevo potuto fare ad altri.
Corie si meritava qualcuna che riuscisse davvero a capirlo e a rispettarlo. Ne esistono pochi come lui.
Lo amavo. E solo adesso mi era chiaro.
Mi aveva fatto sorridere, quando nessuno ci aveva provato, era riuscito a sopportarmi e a portarmi nella sua vita, a farsi accettare nonostante tutto e non se ne era mai andato.
Lo amavo, e per questo dovevo andare via. Presi le mie cose e uscii cercando di non fare rumore.
Mi ero innamorata di uno sconosciuto.
STAI LEGGENDO
Kiss me again
Romance" Non ho bisogno di tutto questo. A me interessi solo te." Sophie è una giovane ragazza che a causa del suo passato non riesce ad affezionarsi agli uomini comportandosi con questi nel modo meno opportuno. In un brutto periodo della sua vita conosce...