Non ci potevo ancora credere di aver iniziato a leggere un libro, di essere entrata in una biblioteca ed esserne uscita poco dopo in lacrime. Bella giornata. Feci schioccare le chiavi nella serratura e la porta della mia camera si aprì davanti a me. Dalla finestra entrava un sottile spiraglio di luce, mi buttai sul letto che mi fece rimbalzare due o tre volte, lasciai i libri sul comodino e sospirai portandomi le mani dietro la testa. Le persone continuavano a non capire, ma si ostinavano a parlare alle mie spalle. Avevo incrociato Conny due volte e ad entrambe avevo avuto l'impulso di correrle incontro e di raccontarle della mia nuova conoscenza. Sarebbe stata felice e fiera di me se avesse saputo che non mi ero scopata quel ragazzo appena lo avevo visto. Ma non potevo dirle tutto questo, semplicemente per il fatto che adesso mi odiava. Sapevo che non avrei avuto una seconda possibilità. Quando ho visto Conny appoggiata al suo armadietto, le ho sorriso. Era l'abitudine. Fui ricambiata con una smorfia che mi fece cambiare umore. Conny era con una ragazza, non le avevo mai viste insieme. Eravamo sempre state insieme e per quanto questo pensiero sia stupido, non pensavo avesse altre riserve.
Ero ancora sdraiata quando sentii la porta aprirsi, era Amy, la mia presunta compagna di stanza.Nel vederla sobbalzai per la sorpresa. Ero convinta che non la avrei vista più, e invece eccola lì, davanti alla porta con una faccia da spavento.
«Amy, non ti aspettavo....» si avvicinò e si lasciò cadere vicino a me sbuffando.
«Sono sfinita, non mi interessa nemmeno sapere perché sei qui...» sospirai e chiusi gli occhi mordendomi il labbro per non ridere. Mi guardò per un istante poi scoppiò a ridere con me.
«Okay, non è vero, mi interessa» disse alzandosi e appoggiandosi allo schienale del letto.
«Diciamo che avevo bisogno di stare da sola...» A ogni singola parola pronunciata il mio sorriso scompariva sempre di più. Non era vero, io odiavo stare da sola e soprattutto in quel buco di stanza.
«Tu invece? Non dovevi essere a casa di James?» dissi cercando di sviare la conversazione su di lei. James era il suo ragazzo, ed era per lui che non stava mai nel dormitorio. Il loro era quasi un rapporto malato e provavo un leggero ribrezzo a immedesimarmi nella situazione. Era andata a vivere da lui qualche mese prima, forse anche a causa della mia assenza. Effettivamente stare in quella stanza da soli non era il massimo, faceva riflettere troppo su te stesso... ero contenta di vederla, in fondo.
«Avevo bisogno di stare sola anche io...» la guardai più a fondo e notai che non era contenta, i suoi occhi erano lucidi e assenti.
«Discussioni, ancora?» dissi mettendole un braccio sulla spalla stringendola a me, cercando di sorridere. Le litigate tra lei e James erano frequenti e poco piacevoli. Amy era piena di paranoie e dubbi, ma James era una brava persona e c'era sempre per lei. Era fortunata, ma lui lo era di più.
«Sei veggente?» disse tentando di ricambiare il sorriso che presto diventò una smorfia. Una lacrima rigò il suo viso, la strinsi più forte quando la sentii singhiozzare, ricordandomi di quanto avrei voluto io un abbraccio qualche ora prima.
«Tranquilla, tornerai da lui prima del previsto, ne sono sicura» le strizzai l'occhio e poi le sfoderai il mio sorriso migliore, probabilmente non sapeva ancora niente di me e Conny, ma non ero sicura che glielo avrei detto. Almeno non adesso.
Si alzò e aprì il grosso armadio vicino al suo letto. Rimase lì per un po' a fissarlo sbuffando e spostando il corpo da un piede all'altro.
«Sof...» la sua voce era sottile e leggera, quasi comprensiva. Avevo paura di cosa potesse dire e potevo solo immaginarmelo. «Mi dispiace per te e Conny» disse infine richiudendo l'anta che prima le copriva il volto. Inghiottii quel groppo che mi era rimasto in gola da quando aveva pronunciato il mio nome con quella leggerezza. Continuavo a fissarla senza dire nulla nonostante ci stessi provando, ma le parole non uscivano dalla mia bocca.
«Lo so che hai una dignità e che non lo avresti mai fatto a una persona importante per te, figuriamoci per Conny che è quasi tua sorella...»
A quelle parole sentii il cuore spezzarsi nel petto e gli occhi si riempirono presto di lacrime, di nuovo. Aveva ragione, non lo avrei mai fatto, eppure Conny non voleva ascoltarmi. Una parte di me la capiva, nemmeno io avrei discusso sulla situazione, ma stavolta era necessario. Si avvicinò a me e mi abbracciò facendomi sedere leggermente sul letto.
«Ma pensavi che avrei creduto veramente alle voci che girano per la scuola? Tu sei matta!»
Mi prese per le spalle e iniziò a scuotermi facendomi sorridere.
«Finiscila Amy!» Dissi cercando di liberarmi dalla sua presa mentre mi faceva il solletico, non riuscendo a smettere di ridere.
«No davvero, non ci crederò mai. Ci sono tante di quelle versioni diverse che non riesci nemmeno quale sia quella giusta» disse lasciandomi mentre sorrideva.
Mi asciugai le lacrime con la manica della felpa cercando di ricompormi. Aveva fetore voci... Quelle maledette voci avrebbero peggiorato le cose, di sicuro.
«Non oso nemmeno immaginare quali assurdità stiano andando a dire in giro...» ammisi scuotendo la testa.
«Oh, da me non le sentirai piccolina» mi strinse ancora in un forte abbraccio, poi uscì afferrando il suo accappatoio dalla valigia. Era bello avere qualcuno con cui parlare.
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Kiss me again
Romance" Non ho bisogno di tutto questo. A me interessi solo te." Sophie è una giovane ragazza che a causa del suo passato non riesce ad affezionarsi agli uomini comportandosi con questi nel modo meno opportuno. In un brutto periodo della sua vita conosce...