~ Capitolo 11 ~

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Quando tornai nel dormitorio, il suo nome mi risuonava in testa.
Aprii la porta con cautela e mi trovai di fronte Amy che sistemava la sua roba.
«Amy, ancora qua?»era strano che fosse sempre con me e non con James.
«Si, non mi sembra il caso di lasciarti così» mi sedetti sulla sedia della scrivania continuando a ringraziarla mentalmente per quello che stava facendo.
«Ma James?»
«Sa com'è la situazione. Mi ha detto lui di rimanere» La guardai un po' confusa, ma ero felice di non dover starmene da sola. «Grazie..»sussurrai.
«Non ringraziarmi, è il minimo» si avvicinò e mi abbracciò. «Andiamo a pranzo dai» dissi poi.
«Ehm, oggi pranzo con James...»
Le annuii senza dire niente, stavolta non potevo fare niente. Lei era lì con me e non potevo lamentarmi.«Tranquilla, me la caverò»
Attraversai il parco mentre la mia pancia si lamentava. Ad ogni mio passo una persona si girava per fissarmi ed io sentivo che qualcosa non andava. La vergogna stava salendo nel mio corpo, le guance erano diventante rosse e lo stomaco si era aggrovigliato. Di solito non mi importava di quello che diceva la gente, ma stavolta era diverso. Stavolta non era colpa mia, non avevo preso io la decisione di fiondarmi addosso al ragazzo della mia migliore amica.
" Non entrare, sará peggio." Continuavo a ripetermi mentre ero ferma davanti alla porta a vetri della mensa. Non sapevo che fare se non rimanere ferma a fissare il pavimento cercando invano di prendere una decisione.
" Non entrare !"
Avevo ancora la maniglia in mano quando qualcuno mi prese la spalla e mi spostò bruscamente. Era Conny.
«Levati» disse aprendomi la porta in faccia.
Uscii dalla fessura in cui ero stata rinchiusa e la presi per un braccio.
«Conny, non fare così. Tu mi conosci meglio di tutti, forse meglio di quanto mi possa conoscere io. Mi meraviglio che ti creda che io possa farti del male, soprattutto in quel modo....» abbassai lo sguardo. Avevo parlato velocemente per paura che non mi lasciasse finire, come sempre.
«Sophie, levati» ripeté mentre il suo sguardo era fisso nel mio, era seria e sicura di quello che stava dicendo, ma non mi sarei levata.
«No. Mi devi ascoltare, perché non mi vuoi credere, eh? Non avrei mai potuto baciare Alex. Mi si è buttato contro, mi sono scostata subito, ma ormai il danno era fatto...» Rimase lì senza dire nulla, si limitava a fissarmi.
«Non credo di doverti dire niente» Disse infine. La guardai abbattuta e una lacrima mi scese sulla guancia ormai rossa. Non dissi niente, ma la vidi fare un grosso respiro e prendere fiato come se volesse continuare. Si avvicinò a me e mi sussurrò:
«Mi passerà, ma per ora stammi alla larga» si allontanò da me ed entrò in mensa salutando i suoi " nuovi amici" e lanciando una frecciatina ad Alex.Non sapevo come era andata a finire tra loro, non me ne ero preoccupata. Ma adesso sembrava ovvio che avessero chiuso e che a farlo fosse stata Conny. Finalmente aveva trovato il coraggio per farlo, in realtà, non ha mai fatto nulla per far arrabbiare Alex per paura che la loro storia finisse. Non mi preoccupavo più per nessuno, adesso riuscivo a vedere un barlume di speranza per la nostra amicizia. Non era contenta quando mi diceva quelle parole, ma le aveva dette. E mi bastava.
Richiusi la porta e uscii di nuovo. Mi sedetti sulla panchina più lontana da dormitori, classi e mensa. Nel tragitto avevo preso un panino e mentre guardavo le persone passare mi dilettavo a mangiarlo.
Mi si sedette accanto un ragazzo alto, biondo e con gli occhi marroni. Phil Diter. Non ci avevo mai parlato, ma sapevo bene chi fosse. Era stato con Amy al primo anno per qualche mese poi lei lo aveva piantato. Persona schifosa e non ci tenevo a sapere perché fosse lì.
«Ehi» disse.
«Ciao» ero diffidente. Non mi sembrava il caso di alimentare le storie sulla mia vita privata.
«Sophie Ross, giusto? Hai una bella reputazione qua nella scuola...» fece un sorrisetto e lo fulminai con gli occhi.
«Che vuoi?» dissi brusca posando la bottiglia d'acqua vicino a me.
«Non so, un appuntamento?» Spalancai gli occhi. Ma si sentiva quando parlava? Intanto la sua reputazione era peggio della mia. Aveva tradito ogni singola ragazza con cui fosse mai stato, per non parlare della squadra di Rugby che lo aveva espulso per due volte per risse. Non sapevo il motivo con precisione, al tempo giravano molte voci... Strano.
Poi che credeva? Che siccome mi "diverto" con i ragazzi adesso voglia fare lo stesso anche con uno come lui? Ma per favore, un minimo di dignità mi è rimasto. «Esci di qua, grazie» dissi allontanandomi. «Dai non fare la difficile» mi prese la mano e mi avvicinò a lui.
«Lasciami.. » cercai di dimenarmi, ma la sua presa era molto più forte della mia voglia di andarmene.
«Sarà il caso che tu te ne vada» quella voce. Mi girai e vidi vicino alla panchina Corie. Rimasi sorpresa e a bocca aperta nel vederlo lì, così sicuro di se. Phil si alzò lasciandomi e si avvicinò a lui con aria minacciosa, ma Corie non fece un passo indietro.
«E tu saresti?» disse Phil tirandosi su le maniche. « Lasciala in pace, non ha bisogno delle tue moine. Non ti deve interessare chi sono..» adesso fu lui ad avvicinarsi e a tirargli un pugno sul naso. Non era stato molto forte ma bastò per mandare via Phil.
Si sedette e si pulì la bocca sulla maglia.
«Tutto bene?» disse facendo grandi passi verso di me, ancora attonita.
«Si, grazie...» Si chinò e tirò fuori un pacchetto di Marlboro con un accendino. Rimasi un po' stupita. Non immaginavo fumasse.
«Allora, non te lo aspettavi vero?» Arrossii di nuovo.
«Ehm si, cioè no... Ecco no..» conclusi.
Scoppiò a ridere poi si portò una sigaretta alla bocca e l'accese.
«Vuoi?» disse porgendomene una.
«Quello che mi serve» presi l'accendino e l'accesi facendo il primo tiro.«Con Conny?» disse lui.
«Diciamo meglio» sorrisi a quelle parole, che non pensavo che sarei riuscita a pronunciare a meno che non fosse stata un bugia, ma stavolta era la verità.
«Ne ero sicuro» mi sorrise e poi accese un'altra sigaretta buttando a terra la precedente. Mi sembrava di conoscerlo da una vita.

Kiss me againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora