L'unico posto che mi rimaneva dove potevo stare sola era la mia camera allo studentato. Paradossalmente quel buco, o per meglio dire stanza, era l'unico posto dove non ero mai stata giudicata. La mia compagna era troppo occupata con le sue storie d'amore per stare in quella stanza e dovevo approfittare assolutamente della situazione. Entrai dalla porta a vetri dell'edificio cercando di dare il meno possibile nell' occhio. Non mi interessava sentire i pareri della gente su un argomento di cui non sapevano niente. Chiusi la porta dietro di me e mi avviai verso il corridoio. Quel l'odore di pulito misto a profumo di ragazze. Mi ricordava il mio primo anno al college. Mi rintanai in quella stanzetta che puzzava di chiuso, non me la ricordavo così piccola. Sistemai le mie cose e poi presi degli asciugamani per farmi una doccia.
Si era fatto tardi e ormai le uniche persone alzate erano i sorveglianti.
Entrai velocemente in camera socchiudendo la porta e accovacciandomi subito dopo ai suoi piedi. L'accappatoio era già mezzo, lo sfilai e mi misi un paio di mutande e la maglia del pigiama. Mi rannicchiai portandomi le ginocchia al petto e ci buttati sopra la testa non potendo più trattenere le lacrime. Non poteva essere successo davvero. In un solo secondo l'unica certezza della mia vita era svanita, non ero stata così male nemmeno quando vidi David attaccato a quella ragazza. In quel situazione potevo andare avanti, ma in questa no. Non senza Conny al mio fianco.
Mi stesi sul letto fissando il soffitto bianco sopra di me. Cercai di addormentarmi più volte, ma fu tutto inutile, era da un po' che non dormivo da sola se non si conta quando avevo dormito da mia madre, e mi era difficile stare in una stanza da sola.
Mi faceva capire quanto lo fossi davvero in tutta la mia vita.
La mattina dopo non andai a lezione di scienze per non continuare a vedere Conny e tutti quei ragazzi che non si facevano i fatti loro. Presi la borsa e girando per i corridoi trovai la biblioteca. Appena entrai dalla grossa porta di legno che scricchiolava, tutti si voltarono tornando al più presto a fissare i loro libri. Non sapendo bene cosa cercavo e dove andare mi infilai nel primo corridoio formato da due librerie che mi trovai davanti.
Fantasy, bello schifo. Afferrai il primo libro che mi capitò nella visuale e mi avviai velocemente ad un tavolo. Scelsi quello vicino alla finestra, il più isolato. Perfetto per me in questo momento. Spolverai la copertina dal sottile strato di polvere che vi si era depositato con il tempo e lessi il titolo che era inciso a rilievo in oro.
Aprii la prima pagina riavviando i i capelli che mi finivano sugli occhi.
«Buona scelta...» disse poi qualcuno sedendosi pesantemente. La sedia davanti a me che era stata spostata, provocava rumori fastidiosi. Alzai lo sguardo, ero già rossa. Davanti a me c'era un ragazzo moro, dal sottile strato della maglietta celeste si vedevano gli addominali scolpiti. Aveva un grosso sorriso stampato in faccia. Non avevo mai visto quel ragazzo nei dintorni della scuola.
«Uhm.. Cosa?» borbottai scuotendo la testa invitandomi a non fissarlo.
«È un buon libro per quelle persone a cui piace il fantasy» disse aprendo il suo libro e non togliendosi dalla faccia quel sorriso. Indicò la copertina del libro che tenevo in mano con un cenno della testa, quindi annuii.
«Ah beh penso di si....» mi grattai la testa da quanto ero in imbarazzo. Abbassai lo sguardo. Stare da sola sarebbe stato impossibile.
«Oddio, scusa ti lascio leggere in pace» sussurrò alzando la mano in segno di scuse, sorrideva ancora.
«Ehm, no ma di che ti scusi» si limitò a tornare con lo sguardo davanti a me senza dire nulla. «Non stavo leggendo» chiusi la bocca velocemente «Voglio dire.. Non ancora» specificai arrossendo. Gli scappò una risata, mentre tornava a fissare il libro.
Non sapevo cosa fare. Con Conny e con il resto del mondo. Stavo sbagliando tutto e continuavo a fuggire dalla realtà. Lo stomaco iniziò a formicolarmi, si faceva sempre più pesante quella sensazione dentro di me. Chiusi gli occhi e quando gli riaprii le lacrime mi rigavano il viso.
«No scusa non ci riesco» mi alzai sbattendo la sedia correndo fuori dalla biblioteca. Potevo sentire gli occhi di quel ragazzo su di me. Probabilmente penserá che abbia dei problemi. Ma in quel momento sentii la voce di David, che mi ripeteva che non ero abbastanza, non lo ero per nessuno.
Chiusi gli occhi di nuovo chiudendo la porta del bagno. Presi il telefono e digitai il numero di Conny, poi realizzai scoppiando in lacrime amare.
Fanculo. I singhiozzi invasero presto il bagno. Ne uscii dopo una trentina di minuti con due grossi occhi rossi e il mascara colato, per quanto avessi cercato di sistemarlo.
Non avrei resistito, era certo. Digitai il numero di mia madre, ma lo cancellai subito dopo. Non avrebbe capito, mi avrebbe chiesto di tornare a casa e sarebbe stata dura dirle che non volevo. Non avevo mai voluto.
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Kiss me again
Romance" Non ho bisogno di tutto questo. A me interessi solo te." Sophie è una giovane ragazza che a causa del suo passato non riesce ad affezionarsi agli uomini comportandosi con questi nel modo meno opportuno. In un brutto periodo della sua vita conosce...