Capitolo 19

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C'erano svariate persone ad esibirsi prima che toccasse a lei, eppure Anvil avrebbe preferito quasi farlo per prima e togliersi l'impiccio.

L'agitazione la stava stritolando.

Avrebbe dovuto cantare qualche stupida cover – le sue canzoni non si adattavano ad un locale del genere – ed era un'ottima occasione per farsi conoscere un po' e per incassare due soldi, inoltre non dovendo ancora rivelare al pubblico la propria intimità con dei testi suoi avrebbe dovuto sentirsi tranquilla, invece l'ansia da prestazione si faceva comunque sentire.

Era davvero un'idiota. Quante volte aveva cantato in un karaoke senza mai farsi neanche uno straccio di problema?

Quello era solo... un karaoke più grande, no?

Con degli strumenti musicali dal vivo e con Giovanni e la rinomata Sarita Boarder a farle da accompagnamento, certo...

Ma comunque il concetto era lo stesso, che diamine.

E conosceva ogni singola cover a memoria.

Che diavolo aveva da stare in ansia?

Eppure, la brutta sensazione che già l'aveva scovata quella mattina ed accompagnata fino a quel momento non voleva proprio saperne di abbandonarla.

Non aveva ancora rivisto Nick tra l'altro, e soltanto percepire la voce del ragazzo che cantava dall'esterno del locale la paralizzò.

Aspettò che l'amica fumasse chiacchierando con un paio delle persone che invadevano l'esterno del pub, adocchiando l'albero scheletrico al margine del marciapiede che prendeva a testate una vecchietta vestita di tutto punto, rubandole il cappello.

Il povero alberello era tutto inclinato a sinistra, ancora un metro ed avrebbe sfiorato il terreno.

"Potevi avvisarmi, dico io" borbottò la vecchina, mentre il marito le recuperava il copricapo vellutato a fiorellini, liberandolo dai ramoscelli.

Le risistemò il cappello in testa con una calma quasi sorniona e sorrise nonostante l'ammonimento, prendendola sottobraccio e continuando a camminare con lei, sparendo lungo il marciapiede buio.

A vederlo così, sembrava abituato...

Nicolas intanto continuò a cantare, il brano cambiò spedendole un secondo brivido fino alla nuca. Si irrigidì di più, agitandosi sul posto.

Sarita si scattò delle foto con un paio di persone e firmò una T-shirt con un pennarello indelebile alquanto puzzolente, poggiandosi direttamente sulla schiena di un tizio super sorridente.

Anv pensò che quel tale non avrebbe mai più messo a lavare quella povera maglietta, mentre un ragazzo di passaggio sbatteva il capo sull'alberello inclinato, bofonchiando:

"Meno male che avevo il casco..."

La ragazza scosse la testa, occhieggiandolo trotterellare via verso il proprio motorino.

Ma perché nessuno faceva caso a quell'albero?

Quella scena si era ripetuta almeno quindici volte, da quando erano lì.

Il fan che indossava l'inquietante maglietta con la faccia dell'amica stampata sul davanti ballonzolò via, mentre la donna gettava la Black in terra, spegnendola sotto al tacco dello stivale borchiato.

La voce di Nick si fece più decisa e lo sciamare degli applausi fece rabbrividire Anvil. Intuì che fosse il momento di entrare, e non ci riuscì.

Se Sarita non l' avesse spinta avanti, sospingendo la porta, probabilmente sarebbe rimasta lì impalata per l'eternità a guardare passanti che prendevano a capocciate l'albero.

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