Capitolo 17

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Denise li accolse con un sorrisone ed abbracciò Anvil con fin troppo slancio, ridacchiando elettrizzata. I suoi lunghi riccioli neri solleticarono la guancia della ragazza, ancora sospesa a mezz'aria... aveva dimenticato quanta forza avesse la sorella di Nicolas.

Quel suo fisico slanciato e longilineo poteva ingannare.

O magari, era lei ad essere un peso piuma?

Denise la fissò con gli stessi occhi verdi del fratello accoccolati nel tappeto di lentiggini di quei lineamenti dolci, dopo essersela stretta sul seno dalle proporzioni non indifferenti... Anvil non poté fare (letteralmente) a meno di occhieggiarlo nemmeno quella volta, risaltato dalla maglietta scollata grigia coi bottoncini.

Provò l'abituale punta di invidia nonostante il proprio seno fosse cresciuto un bel po' negli ultimi anni, e si chiese di nuovo se una latteria di quelle proporzioni fosse un tratto comune delle nuove generazioni.

"Sono così felice che sei qui, Anv! Non ti vedo da un secolo!" trillò poi la ragazza, sorridendo ed abbagliandola con quei denti bianchissimi, che svelarono un minuscolo brillantino. "Entrate, forza, è tutto pronto! Ci speravo proprio che accettaste l'invito, prima che Nick si rimettesse in viaggio." Denise scrollò via qualcosa di indefinito dai jeans in tutta fretta, canticchiando.

Dopodiché trotterellò in cucina sulle pantofole, lasciando Anvil e Nicolas sull'uscio ad inspirare gli odori di quel misterioso pranzo, ancora un po' frastornati dall'accoglienza tanto calorosa.

L'Arith sbirciò il profilo del ragazzo e ridacchiò. "Eddai, sono sicura che cucina benissimo! Che puoi saperne?"

"Appunto. Che ne so?" Borbottò lui. Si incamminò nel corridoio, sfilandosi il giacchetto di tuta e mettendo in mostra le braccia toniche.

Automaticamente la ragazza ripensò al loro scambio focoso mattiniero e sentì le guance scottare.

Il calore la invase solo in quel momento, nonostante l'appartamento fosse caldo da un pezzo.

Si sfilò il cappotto nero schiarendosi la voce e scacciando le immagini che le si accavallavano in testa, poi lo agganciò all'appendiabiti dell'ingresso. Una seconda scia dell'aroma che li aveva accolti la accarezzò, stuzzicandole l'appetito.

Stava morendo di fame.

Da quando aveva iniziato l'addestramento con Rudy e Nazar, le pareva che nulla potesse saziarla a dovere.

Sospettava che anche quello fosse da implicarsi a quante energie stava spendendo, ma avere fame in continuazione cominciava ad essere irritante.

Si addentrò nel soggiorno ed una forte nostalgia la prese subito, mentre guardava dalla finestra lì di fronte la schiera di edifici condominiali, attorno al palazzo color salmone in cui si trovavano.

Occhieggiò il tavolo rotondo al centro della stanza.

Da quant'era che non tornava lì!

In quel soggiorno c'erano impressi soltanto bei ricordi di quando Nick viveva ancora là, e si incontravano per "studiare" assieme.

Finiva sempre in tutt'altro modo, specialmente quando erano soli.

Anvil si morse un labbro e sorrise.

Gettò uno sguardo alle poltrone a sinistra del tavolo e ricordò molte cose, compreso quante volte si era incantata anni addietro mentre Nicolas cantava, suonando la sua chitarra verde fino a che il sole esterno che tramontava non gli dipingeva i lineamenti.

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