«Diego!» Esclamo fissandolo con aria meravigliata.Lui sorride con imbarazzo, «ciao, Giulia,» dice, e restando sul posto mi porge il mazzo di fiori.
Li guardo per un momento, sono dei girasoli, che subito suscitano in me lo stesso senso di fastidio già provato in ospedale e quindi non li prendo subito, ma fisso lui negli occhi senza capire bene la situazione.
Diego, insieme a sua sorella Natalia, gestisce il bar che si trova proprio di fianco il palazzo in cui c'è l'agenzia presso cui lavoro.
Sono originari del Venezuela, ma vivono a Roma da anni. Abbiamo iniziato a conoscerci meglio da quando sono divenuta una cliente sempre più assidua del bar, a partire da pochi mesi dopo la mia assunzione.
Sia con lui che con Natalia il rapporto è semplicemente quello di una buona cliente e di certo non mi sarei mai aspettata di trovarmelo sulla porta di casa con un mazzo di fiori in mano, questo almeno per quanto mi ricordi.
E da quello che vedo, il ragazzo che ho di fronte ha tutta l'aria di sentirsi totalmente fuori posto, quasi come se questa visita non fosse qualcosa che avesse piacere di fare. Mi chiedo perché sia qui...
Continuo a fissarlo, lo trovo cambiato.
Ho sempre pensato che Diego fosse un gran bel ragazzo, con tratti sudamericani leggermente accennati, la pelle chiara nonostante il paese di origine, a differenza della sorella, un bel fisico su cui deve aver lavorato parecchio e profondi e luminosi occhi castani contornati da ciglia lunghissime.Sia lui che la sorella da adolescenti hanno lavorato come modelli e hanno sviluppato una discreta passione per la moda e i bei vestiti, come dimostra il fatto che anche al bar sono sempre agghindati di tutto punto, persino l'arredamento del loro locale è alquanto ricercato e stiloso.
Spesso al bar mi capita di ascoltare i commenti di ammirazione che gli rivolgono le ragazze che si trovano a passare.
Persino Maria, una delle mie colleghe, di tanto in tanto sogna ad occhi aperti davanti il monitor del suo PC parlando di Diego.Il bar è quasi il suo terreno di caccia, spesso infatti, quando io e qualche mia collega siamo sedute ad un tavolino a sorseggiare un caffè dopo il lavoro, ci capita di assistere alla scena di qualche ragazza che si lancia in spudorate avances.
Diego però ha sempre dato l'impressione di essere piuttosto selettivo, difficilmente cede alle provocazioni delle sue ammiratrici e soprattutto sul lavoro è molto concentrato e poco incline a lasciarsi andare a cose più frivole.
Le volte in cui l'ho visto in atteggiamenti più intimi con qualche cliente sono sempre coincise con momenti in cui il locale vantava una maggiore concentrazione di ragazze, tutte intente a dare un'occhiata alla fiamma di turno del suo titolare.
Ma il Diego che ho davanti ha un'aria diversa, trascurata. Per la prima volta da quando lo conosco lo vedo stanco, anche dopo ore di turno al bar mi è sempre apparso fresco e pieno di energie, in abiti impeccabili ed eleganti, mentre ora indossa una camicia sciupata e spiegazzata, ha i capelli un po' arruffati e si è perfino lasciato crescere la barba.
«Io... Beh, sono passato a vedere come stai» dice allora lui notando che io non mi decido a parlare.
Mi rendo improvvisamente conto di essere rimasta ferma sulla porta, non l'ho invitato ad entrare né gli ho chiesto perché si trovi qui adesso.
«Ma sì, certo» rispondo in tutta fretta mentre apro di più la porta per suggerirgli di entrare.Appena mi passa vicino mi arriva il suo profumo, lo riconosco subito dalla nota un po' pungente che non ho mai apprezzato molto, ma che nei miei ricordi è un tratto che lo distingue.
Mia sorella Giada spunta dalla cucina, appena vede Diego la sua espressione cambia, divenendo meravigliata quanto la mia.
«Ciao, Diego.»
«Ciao, Giada» risponde lui con tono quasi sommesso mentre entra definitivamente in casa e io chiudo la porta.
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Raccontami di me
RomanceCos'è il destino? Come agisce e soprattutto, è davvero possibile credere che abbia un ruolo determinante nelle nostre vite? Queste sono le domande che si pone Giulia, la protagonista di Raccontami di me, dopo essersi svegliata dal coma. Giulia ha pe...