Capitolo XXXVIII

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Sbatto un paio di volte le palpebre, quando ho gli occhi completamente aperti mi rendo conto di essere a casa mia, nel mio letto,  bagnata di sudore, ma la cosa più importante è che provo un crescente senso di tristezza.

Che sogno strano.
Matteo, ecco come si chiama e non viaggiava da solo, ma con una ragazza che... Ma che cosa sto dicendo? Loro non esistono, sono una proiezione della mia mente e io devo smetterla di cercare informazioni su di lui!

Mi asciugo la fronte con la mano. Faccio un profondo respiro.
"Giulia, come si fa ad essere gelosa di qualcuno che non esiste?"
Un altro incomprensibile messaggio del destino che devo decifrare?

Mi alzo dal letto, vado in bagno a sciacquarmi il viso, sento di avere un mal di testa fortissimo. Accendo le luci e poggio le mani sul lavandino, fissando per un attimo la mia immagine allo specchio.

Mi sento confusa, agitata. Penso a quella ragazza, inizio a confondere i volti delle persone che vedo nei sogni e quelli delle foto dei veri passeggeri. Voglio scoprire se lei era una passeggera del volo. Ma come?

Mi fa male la testa. Forse potrei tornare a casa di Stefano e chiedergli se... No! Devo smetterla! Devo dimenticare tutto, andare avanti. Matteo non esiste davvero. Devo voltare pagina e dimenticarlo al più presto, non voglio più che la mia vita resti ferma al momento dell'incidente!

Forse la mia mente ha elaborato la figura di quella ragazza proprio per darmi una mano, magari riscoprendomi gelosa sarei più facilmente invogliata a lasciar perdere tutta questa assurda storia.

Mi sciacquo ancora la fronte e il viso, poi esco per tornare in camera. Nel buio del corridoio di casa un ricordo si fa strada: sono sull'aereo in piedi e sento che sto viaggiando da sola, le luci si spengono e la cabina resta illuminata solo dalla lieve luce che entra dai finestrini, l'aereo si piega vertiginosamente in avanti, mi appoggio allo schienale del seggiolino che ho davanti e nel farlo incrocio lo sguardo di una giovane donna con i capelli scuri. La fisso immobile, come per non voler perdere il momento. La riconosco, era in una delle foto della commissione, non è la stessa che ho appena visto nel mio sogno.

Torno in bagno, adesso entro in doccia, magari avrò modo di rilassarmi di più. Non so nemmeno che ore siano ma non voglio tornare a letto e rischiare di riprendere il sogno appena interrotto.

Quando torno in camera, ancora in accappatoio, prendo il cellulare. Vorrei chiamare Giada per chiederle se in questo ultimo anno le ho mai parlato di un Matteo, ma è presto e non voglio farla preoccupare, così inizio a scorrere la rubrica del mio telefono, vado alla lettera M.
Nessun Matteo.
Allora guardo i miei profili social, cercando tra i contatti... Nulla.

Abbandono il telefono sul letto e lo guardo fino a quando lo schermo illuminato si spegne.
Mentre sono in auto diretta a lavoro un po' della tensione accumulata subito dopo l'ultimo sogno inizia a scemare, tenermi impegnata alla guida e ascoltare un po' di musica aiuta la mia mente a distrarsi, tant'è che decido di guidare più lentamente per prolungare questa mia distrazione.

Parcheggio l'auto nei pressi dell'agenzia, entro in un bar lì vicino, un locale più nascosto situato qualche traversa prima dell'agenzia. Ho bisogno di una dose di caffeina, di restare da sola con i miei pensieri, di avere del tempo tutto per me prima di iniziare la giornata lavorativa.

Questo sogno mi ha lasciata del tutto disorientata. Credevo di avere finalmente capito che semplicemente il ragazzo dei miei sogni fosse un'invenzione della mia mente. Invece lui ha un nome, forse una vera e propria identità, soprattutto non viaggiava da solo.

Dove l'ho già vista? E perché subito dopo essermi svegliata ho avuto un flashback, l'ennesimo che mi ricordava che quel viaggio l'ho compiuto da sola?
Vorrei venirne a capo.

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