È proprio il bar del mio sogno.
Al centro c'è il piccolo bancone identico per forma e colore a quello del mio sogno.
Davanti c'è posto solo per quattro sgabelli e altri piccoli tavolini fanno da contorno al bancone, mentre alle sue spalle mensole in vetro espongono tutte le bottiglie che nel mio sogno cadono quando l'aereo piega il muso. Al posto delle finestre sulle mura c'è la riproduzione fedele di tanti piccoli finestrini.Ho ancora gli occhi fissi sul barman, sono immobile, ferma all'ingresso del bar, con tutti i ricordi dell'ultimo anno al loro posto.
Non sono serviti i racconti dei miei familiari, delle mie amiche, non sono serviti Diego o Natalia, il loro bar o la casa con il quadro appeso e il bellissimo panorama.
Nessuna di queste cose è servita a farli tornare. Dovevo tornare qui per riaverli indietro, nel posto dove probabilmente il mio inconscio avrebbe voluto riprendere in mano la vita di una Giulia che era cambiata troppo negli ultimi tempi.Nel locale dove ho incontrato per la prima volta il misterioso e affascinante ragazzo dai magnetici occhi azzurri, a cui ho raccontato tutto il mio dolore, liberandomene e realizzando quale fosse l'unica strada che potevo prendere.
Matteo.
Lo ha chiamato così quella ragazza nel mio sogno. Ma nel ricordo del nostro incontro io non ho voluto sapere il suo nome.Occhi belli.
Questo buffo pensiero inevitabilmente mi fa sorridere, non posso credere di essermi davvero rivolta a lui così.Dunque, era questo che intendeva dirmi il destino.
In qualche modo ha accettato la sfida che gli ho lanciato quel giorno.
Ha fatto in modo di farmi incontrare nuovamente quel ragazzo, solo che il tutto è avvenuto in sogno.
Quindi cosa stavi facendo esattamente con me, Destino, ti sei divertito?Noto che il barman ha preso a sorridermi, è la prima volta che lo fa da quando lo vedo nei miei sogni. Conserva comunque sempre un'aria scocciata, a questo punto credo sia proprio parte di lui.
Mi avvicino di un passo, cammino piano, quasi come se avessi paura che, muovendomi più velocemente, tutti i ricordi che sono riemersi possano sparire di nuovo, sono talmente incredula che vengo anche colta dal dubbio di essere realmente sveglia.
In pochi secondi sono davanti al bancone. Mi fermo ad osservare lo sgabello su cui era seduto lui durante il nostro unico vero incontro.
«Cosa prendi?» Domanda il barman accennando un sorriso e lasciandomi senza parole.
"Dunque hai una voce," penso.
«Niente» rispondo d'istinto, poi mi do una veloce scrollata di spalle, «solo dell'acqua, per favore.»Il ragazzo cambia espressione, il suo sorriso sparisce e ora il suo volto scocciato mi sembra decisamente più familiare.
«Come stai?» Gli chiedo sorridendo.
L'ho incontrato così tante volte che mi sembra davvero di conoscerlo e, vista la sua perenne aria annoiata e triste, questa domanda mi sembra d'obbligo... Ma lui deve pensarla diversamente, per un istante si volta a studiare meglio il mio volto, forse per capire se mi conosce già, ma quando si rende conto che non è così si rivolta senza rispondermi.Mi siedo sullo sgabello che ho davanti, mi guardo intorno per notare altri dettagli del posto in cui mi trovo.
Trovo incredibile la precisione con cui la mia mente l'ha riprodotto nei miei sogni, sebbene sia stata qui solo una volta e non fossi esattamente lucida.Sorrido ancora, ripensando a quel giorno, alla pioggia, al mio teatrale sfogo per la mia storia con Diego e a quel ragazzo. Ora capisco perché in uno dei miei sogni sentivo suonare la mia canzone preferita, nella realtà ne ho parlato con il bel ragazzo, raccontandogli quanto mi piacesse, ed ecco perché mia sorella Giada non sapeva nulla... Non sono mai arrivata a Milano per chiamarla. Nessuno avrebbe mai potuto svelarmi la sua identità.
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Raccontami di me
RomanceCos'è il destino? Come agisce e soprattutto, è davvero possibile credere che abbia un ruolo determinante nelle nostre vite? Queste sono le domande che si pone Giulia, la protagonista di Raccontami di me, dopo essersi svegliata dal coma. Giulia ha pe...