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Narratore's pov

Cheryl era appena tornata da scuola, ed era seduta sul pavimento della sua stanza mentre pensava e contemplava l'idea di uno sconosciuto a Thornhill.
Quella dimora era già un incubo: così cupa, scura, silenziosa ed infestata che un nuovo individuo avrebbe soltanto peggiorato la situazione.

Incanalò più aria possibile nei suoi polmoni per poi liberarsene, sentendo il proprio cervello prendere finalmente un po' di spazio.
Aveva bisogno di pensare, nient'altro.

Proprio mentre si sentiva più rilassata, bussarono alla porta della sua stanza.

Cheryl alzò gli occhi al cielo, alzando la voce dicendo un "avanti!" in un modo piuttosto scorbutico.
Se ne pentì immediatamente quando vide Jason con un sorriso timido, un gilet slacciato e con le maniche della sua camicia arrotolate fino ai gomiti.
Non si sarebbe mai permessa di trattarlo come non meritava.

-"Il cavallo è pronto, Cheryl."

La rossa sbuffò rumorosamente, e si sollevò da terra senza fare troppe storie.
Insomma, era un obbligo.

-"Sono l'unica donna a cui è permesso salire su un cavallo." strinse i denti sottovoce, raggiungendo la porta ed afferrando la maniglia per chiuderla dietro di sé.
-"Non è fantastico?
Ti lamenti sempre dicendo che le donne non hanno abbastanza diritti, ed invece eccoti qua: l'unica donna a cui è permesso stare su un cavallo." ridacchiò.
-"Ti odio Jason, lo sai."
-"Le parole, Cheryl." Clifford sospirò quando scesero le scale, posando il giornale che aveva tra le mani sul tavolo di fronte a sé.

La rossa si voltò confusa verso Jason, che sembrava ancora più confuso.
-"Non era seria, padre."
-"Non sono permesse parole di questo genere all'interno di Thornhill, e dovreste saperlo.
Soprattutto se avremo una domestica, nessuno deve sapere che potrebbe nascere un liete astio tra voi. È chiaro?"
-"Questa domestica è una tale inutilità.
Posso fare io quello che nostra madre non può fare, e posso essere io la vostra domestica."

Clifford sospirò, riposando gli occhi sul giornale, e bevendo un sorso di rum dal bicchierino che teneva tra il pollice e l'indice della mano destra.
-"Cheryl, devo ripeterti che finché non ti sposerai dovrai vivere come tutte le figlie a Riverdale?"
-"Beh, Betty cucina e stende il bucato quando è necessario, mentre Veronica aiuta sua madre in tutte le faccende, padre.
Mi sento quasi...diversa, restando con le mani in mano."
-"Hai detto bene, 'quando è necessario'.
Non permetterò di renderlo necessario, con una domestica."

La rossa stava per ribattere, prima che Jason prese il suo braccio e la trascinò fuori dal portone di casa.
Si stava dilungando troppo oltre.

-"Cosa pensi di fare? Fargli cambiare idea?"
-"Sì, Jason.
Non voglio sentirmi a disagio con una sconosciuta dentro casa." sospirò.
-"Sei fuori di testa...
Paragonare noi alle famiglie di Riverdale? Mai, Cheryl. Mai.
Sembra quasi che tu voglia contestare appositamente."
-"È lui che ha paragonato me alle altre figlie qui a Riverdale, per questo ho semplicemente contestato i fatti. Sai che odio le voci infondate."
-"Sì, ma lui può.
È un rivoluzionario, vuole cambiare la città e renderla perfetta secondo i suoi ideali, e tra questi persiste il fatto che le figlie rimangono tali fino al proprio matrimonio.
Dovresti ringraziare di non essere diventata la domestica di casa." Jason scosse la testa con disapprovazione, mentre si dirigevano alle stalle sul retro della dimora.
La rossa staccava i fiori dai gambi più alti, annusandoli e ricordandosi dei fiori di Jughead.
Ancora non aveva superato la loro rottura.
-"È solo che...voglio tenermi impegnata.
Vorrei avere qualcosa da fare tutto il giorno, senza pensare troppo, sentendomi più ambiziosa.
Voglio dire, Jay-Jay, se non potrò mai lavorare dovrò pur inventarmi qualcosa."
-"Beh, potresti stare su questo cavallo tutto il giorno." ridacchiò, osservando la rossa indossare gli stivali.

𝘍𝘢𝘳𝘤𝘦 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora