Narratore's pov
Toni avrebbe voluto scrivere una lettera di esonero dalle proprie mansioni domestiche per almeno una settimana.
Tutti necessitiamo di ferie, e di momenti per staccare.
La bruna aveva avuto soltanto un giorno libero durante il suo periodo lavorativo, e non era stato dei migliori.
Insomma, come al solito aveva sbagliato, rovinando la giornata che lei e Cheryl avrebbero potuto condividere.Non era poi da farnese una colpa, ormai il danno era stato fatto.
Piuttosto avrebbe potuto cercare di rimediare.Un mese prima sarebbe andata nella stanza di Cheryl, le avrebbe dato un bacio dopo aver ricambiato un grande sorriso e le avrebbe chiesto di scriverla al posto suo, mentre adesso si trovava a doverlo fare in completa solitudine.
Non che il problema fosse la parte pratica, ma bensì quella sentimentale.Quanto avrebbe dato per riavere Cheryl nella propria vita?
Ciononostante Toni smise di pensarci, si alzò dalla sedia della propria scrivania e si diresse al piano inferiore per una breve chiacchierata con il signor Blossom.
O almeno, così sperava.Bussò quindi un paio di volte alla sua porta d'ufficio, aprendola quando le diede il consenso di entrare.
-"Scusate, signor Blossom: posso parlarvi?"
-"Certo, Antoinette.
Siediti." lui sorrise, allungando il braccio ed indicandole la sedia posta davanti alla sua cattedra.
La bruna si affrettò ad entrare, sedendosi ordinatamente dopo aver chiuso la porta dietro di sé.-"Volevo chiedervi se...fosse possibile prendermi una settimana di pausa, e tornare a Boston."
-"Non vorrei dirti di no, ma sono costretto.
Se non ci sei tu, la casa rimarrà incustodita e Penelope dovrebbe occuparsene, sai che non è il momento per rivelare che è in buona salute."Toni annuì lentamente, abbassando poi lo sguardo a terra.
-"Credo che sia il momento, signor Blossom."
Lui sorrise sarcasticamente, trovando divertente l'ironia della ragazza di fronte a sé.-"Non è più necessario fingere."
-"Perché mai, Antoinette? Manca poco alla realizzazione del futuro di Riverdale." sorrise vittorioso, come se già vedesse la struttura davanti ai suoi piedi.
-"Cheryl sa tutto, e non so quanto la terapia possa funzionare su un paziente che è a conoscenza di come non farsi manipolare." Toni mentì. Se avesse voluto, Cheryl si sarebbe già ritrovata a pendere dalle sue labbra in una stanza psichiatrica.
-"Mi stai dicendo che...Cheryl sa tutto?"Il viso di Clifford era pallido, mentre osservava negli occhi Toni alla ricerca di menzogne.
Il silenzio che calò nella stanza era assordante, mentre si percepivano soltanto i propri respiri che rendevano l'atmosfera solo più preoccupante.Inquietante, Toni pensò.
-"Da quando, esattamente? E perché?!" Clifford alzò il tono di voce, visibilmente irritato.
E chi lo avrebbe mai detto?
-"Da circa un mese, credo.
Semplicemente le sue indagini sono andate a buon fine, e voi parlate a voce un po' troppo alta al telefono." strinse le spalle, come se non fosse appena decaduta la loro sceneggiatura, la loro farsa.
-"Il tuo compito era proprio quello di non farlo accadere, di distrarla...
Topaz aveva detto che avevi studiato parecchio, non è così? Dove sono finite tutte le tue doti?"Toni avrebbe voluto rispondere che, a causa dell'amore, si era ritrovata a doverle nascondere, quasi dimenticare.
Aveva perso di vista il suo obbiettivo, sentendosi altamente incosciente su ciò che stava accadendo.
Si era ritrovata a passare del tempo con la rossa ed ad ascoltarla soltanto per il piacere di farlo, e non perché aveva intenzione di scriversi informazioni celebrali nel suo cervello.Non aveva alcuna cattiva intenzione, se non fosse stato per l'accordo originale.
Soltanto un rapporto di professionalità, suo padre le aveva raccomandato, eppure si trovava nell'ufficio del signor Blossom a mentire.-"Le mie doti esistono, signor Blossom.
Posso garantirlo, ma d'altronde non è stata colpa mia se è stato prolungato il tempo di costruzione e permanenza." Toni osservò, notando poi il rosso abbassare lo sguardo a terra.
Era indubbiamente dalla parte del torto.-"E adesso? Che si fa?
Non posso lasciare che i dottori non abbiano lavoro."Toni ci pensò a lungo prima di rivelare la sua soluzione, il suo cuore si arrestò ed arrivò a ciò che sarebbe stato più sano per entrambe. Un modo per salvare Cheryl da tutta questa follia.
-"...Ad estrazione.
Ogni adolescente possiede un proprio incubo segreto, che lo cambia, lo rende diverso, impuro.
Non mi stupirei se alla Riverdale High si praticassero attività saffiche, o propagande di qualsiasi tipo, come per esempio pensieri femministi." la bruna sorrise quando Clifford annuì, capendo a dove volesse arrivare.E se Toni aveva la possibilità di manipolare le menti altrui, quella del Blossom sembrava estremamente debole da quel punto di vista, e mentire per convincerlo del fatto che lei era schiava della società le sembrava una giusta causa.
Non era colpa sua, Toni continuava a ripetersi.
Per una volta nella propria vita, meritava di essere egoista.-
Cheryl si trovava nel portico esterno della sua dimora, mentre a gambe incrociate sedeva su una sedia ed osservava Tee-Tee: la sua pianta grassa.
In quei mesi era cresciuta prorompente, e tramite i consigli di Toni era riuscita a renderla più bella e graziosa di quanto le altre già non fossero.
La rossa osservò la sua pianta ancora, corrugando le sopracciglia dal dispiacere quando notò i piccoli fiori che la stavano arricchendo.
Era incredibile che fino a poco tempo prima vedeva Toni proprio come quella pianta, bella e prorompente, vero?Cheryl strinse la mascella, asciugando con un dito la lacrima solitaria che si era fatta strada sulla propria guancia.
Forse era proprio perché non aveva mai ricevuto amore dai propri genitori che donava il cuore sempre alle persone sbagliate, quelle che non avrebbero fatto altro che distruggerlo.
Sospirò e si ricompose quando udì dei passi dietro di sé, ed avrebbe voluto poter dire che non li riconosceva.
-"Volevo informarvi del fatto che i vostri genitori sanno delle vostre conoscenze." Toni deglutì a fatica, facendo qualche passo in avanti per raggiungerla.
Cheryl non le rivolse uno sguardo, facendosi forza osservando la sua pianta.
-"Bene, adesso sparisci.
Sei stata qui già abbastanza."Toni cercò di riprendere fiato, mentre la osserva gettare totale disprezzo nei suoi confronti.
-"Oh, naturalmente sperando che a Boston, il paziente, sarai proprio tu." la rossa continuò, riservandole un sorriso sarcastico.
-"A dire il vero...non sarà possibile."Cheryl annuì lentamente, posando poi finalmente lo sguardo nel suo.
-"Quindi hai scelto la soluzione più semplice.
Complimenti, Topaz.
Meglio che non ti prenda la responsabilità delle tue azioni."
-"Non ho più responsabilità, signorina Blossom.
Ho rifiutato il mio incarico, e non sarò una psichiatra all'interno dell'ospedale.
Piuttosto...mi impegnerò a cambiare il novecento, dal momento che è alle porte."
-"Cos'è? Diventerai anche tu una di quelle patetiche suffragette?
Non fa proprio al caso tuo, se devo essere onesta."Toni strinse le labbra in una linea retta, lasciando che il silenzio le permettesse di scaricare i nervi.
-"A dire il vero credo che...il passato danneggi l'uomo, Cheryl, e desidero che ciò non avvenga.
Credo nel processo, e desidero un futuro migliore. Per tutti."La rossa annuì in modo convincente, mantenendo quel suo sorriso sarcastico sul viso.
-"Sì...effettivamente il passato mi sta logorando il cervello, quindi come posso darti torto?"Ed eccoli lì i sensi di colpa che si impossessavano del suo cuore, rendendola vittima di se stessa.
Non era sicura che Cheryl sarebbe stata in grado di perdonarla, un qualsiasi giorno della sua vita.
-"Quando capirete che ho perso me stessa soltanto per avervi, mi troverete al piano superiore." la bruna sospirò, facendo qualche passo verso l'entrata.
-"Non voglio vederti mai più, Toni."
Nota autrice
there's no one left to blame but me
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𝘍𝘢𝘳𝘤𝘦 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»
ChickLitVerso la fine dell'800, Cheryl Blossom frequenta ancora la scuola femminile di Riverdale, sognando un'immagine differente per la donna in un ipotetico futuro. Clifford Blossom possiede la città nelle sue mani, e per qualche ragione, ciò che desidera...