Narratore's pov
-"Jason mi ha detto che non sei molto motivata ultimamente, sbaglio?"
-"Sbagli, Archie.
Odio la Riverdale High, e non voglio sprecare le mie parole per persone ignoranti."Cheryl era stata costretta a rimanere a scuola quel pomeriggio, per incontrarsi nella stanza dedicata alla scrittura con Archie Andrews.
Avrebbero dovuto lavorare ad un progetto per la scuola, con l'intento di collegare la mente maschile e femminile, e notare quali cambiamenti ci fossero tra le due.Una divisione così netta di una scuola, prevedeva il fatto che i due generi non potessero avere contatti, che la loro istruzione fosse differente, che non ci fossero scambi di informazioni e soprattutto corteggiamenti.
In più, gli uomini solitamente erano addestrati militarmente almeno tre volte a settimana, con l'intento di renderli pronti per una presunta guerra.Cheryl moriva ogni volta all'immagine di suo fratello Jason con la divisa da militare, che la lasciava e si dirigeva in un luogo sperduto, dal quale non sarebbe mai tornato.
E la rossa, senza la presenza di Jason, non avrebbe potuto continuare a vivere.
Non perché ne fosse emotivamente dipendente, ma perché lo considerava una parte di sé, senza la quale sarebbe stata possibile una sopravvivenza, ma non una vita felice.
La felicità, ahimè, era un qualcosa di ben lontano per la rossa.Forse, ogni tanto, la ritrovava nel sorriso di Toni Topaz. Ma non era sano, e lo sapeva.
Sapeva che tutto questo l'avrebbe portata alla malinconia più totale, dalla quale non sarebbe mai più uscita.
Sapeva che rimanere in ansia mentre si scambiavano del mutismo selettivo a vicenda l'avrebbe distrutta, sapeva che avrebbe dovuto fare dipendere la felicità soltanto da se stessa, e sapeva anche che tutto questo era corrotto, per tutti.Ma a Cheryl piaceva così tanto quella sensazione: vivere con la testa tra le nuvole, immaginare la sua persona ideale e costringere la sua mente a pensare che il suo partner lo fosse, a farsi fare del male per ricavarne della felicità.
Eppure non andava bene, perché la rendeva fragilmente manipolabile.Manipolabile proprio come in questo momento, mentre Archie le parlava e stava pensando alla bruna, se magari la stesse pensando, a come la stava vivendo, o se si fosse pentita almeno una volta.
Non ci credeva, e non voleva parlarle nuovamente dopo il suo pentimento e lo "tsunami" che le aveva fatto credere di provare.-"Cheryl, mi stai ascoltando?"
-"No Archie, ho la testa tra le nuvole.
Potresti ripetere?"Il rosso alzò poi gli occhi al cielo divertito, sistemando la macchina da scrivere.
-"Dicevo, non serve che crei un libro per gli altri.
Sai, quando qualcosa piace alla massa, perde valore.
Devi scrivere per coloro che abbiano un intelletto come il tuo, che ritrovino la tua personalità all'interno delle righe che scrivi, che si ispirino ai tuoi testi per cambiare il loro punto di vista, e che li apprezzino davvero.
Che senso ha non scrivere libri per la paura che le persone non li capiscano, quando potresti salvare inconsapevolmente la vita a qualcuno?"
-"E se non andassero virali quanto i tuoi? Se le persone li criticassero oppure mi sentissi inferiore soltanto perché non vengono letti da molte persone?" la rossa sospirò, ancora particolarmente giù di morale.Archie avanzò verso la sua direzione, si piegò a terra e posò una mano sul suo ginocchio.
-"Te l'ho detto, Cheryl: scrivi per coloro che apprezzano, ed il tuo talento rimarrà un qualcosa di segreto."-
Cheryl era seduta sul suo divano mentre, durante una conversazione di famiglia, Jason parlava della partita di basket della scuola.
-"Non è stata facile, ma grazie ad Archie ce la siamo cavata.
Voglio dire, non sono proprio il meglio." ridacchiò.
-"Cosa?" Penelope domandò basita, inarcando un sopracciglio verso la sua direzione.
-"Tu sei molto più del meglio.
Sei un giocatore straordinario, Jason, te lo garantisco. Archie è stato solamente fortunato, per questa volta."
-"Forse avrete ragione, ma non la penso allo stesso modo. Ho altre qualità."Clifford sbuffò irritato, scuotendo la testa con disapprovazione.
-"Cheryl, spiega anche tu a tuo fratello la dote che possiede."
-"Non posso." rispose, alzandosi improvvisamente dal divano.
-"Devo scrivere, e devo farlo prima che si faccia troppo tardi, o domani mattina non sarò riposata."Jason sembrava confuso, e parlò dopo attimi di silenzio a contemplare ciò che aveva appena sentito.
-"Non avevi detto che non volevi più farlo?"
-"Tutte fesserie, Jay-Jay.
Scrivere è un lavoro a tempo pieno ormai, non lo faccio più per hobby, e questo mi ha responsabilizzata.
Non farò più come ho fatto con Jade, e non lascerò che la mia passione muoia per il volere degli altri.
Quindi, se potete scusarmi non ho tempo da perdere." sorrise, salendo finalmente le scale che aveva raggiunto.Si fermò sul posto quando, una volta salita al piano superiore, ritrovò la bruna con la sua schiena appoggiata sullo stipite della porta della propria stanza, con le braccia strette al petto e le sopracciglia sollevate.
-"Laboratorio di scrittura?"
-"Qual è il problema, Antoinette: non sai se hai ancora il permesso di pulire la mia stanza?" sospirò, avanzando verso di essa.
-"Sono obbligata a farlo, Blossom.
Il mio problema è un altro."
-"Non ho tempo per aiutarti a risolverlo ora. Buonanotte." sospirò, posando la propria mano sulla maglia della porta con l'intenzione di chiuderla.
-"Cheryl, per favore, aspetta." Toni supplicò, impedendole di chiuderla dopo aver posato una propria mano su di essa.La rossa alzò gli occhi al cielo, spalancandola e dirigendosi verso la propria scrivania.
-"Smettila di fare così."
-"Così come? Vivere?"
-"No Cheryl, sai cosa intendo."Cheryl deglutì a fatica, tenendo lo sguardo sul foglio su cui aveva intenzione di scrivere.
-"No, non so cosa intendi."
-"Del tipo che mi stai ignorando da una settimana, che non mi saluti, non mi guardi, non ti interessa più la mia presenza, rimani intere giornate fuori casa e non ti accorgi neanche che cerco un dialogo con te, di qualsiasi tipo."La Blossom posò improvvisamente la matita che aveva in mano, voltandosi poi verso la sua direzione, incrociando il suo sguardo.
-"È strano che le persone si accorgano delle tue buone azioni soltanto quando smetti di farle, non credi?
Prima sembrava che neanche lo notassi, mentre ora ti rendi conto che preferivo la tua compagnia a quella degli altri.
Ti sei abituata troppo bene, Toni."
-"Sai che me ne accorgevo anche prima, altrimenti non te ne avrei neanche parlato." sospirò, torturando le mani che teneva sul grembo.-"È solo che sono spaventata, Cheryl.
Sì, me ne pento, soltanto perché questo si può trasformare in molto di più.
Me ne pento perché probabilmente non sono la persona giusta per te, perché questo non potrà mai essere normale, e soprattutto mi pento di non aver aspettato del tempo per renderci conto se fossimo sicure o meno.
Ma no, non mi pento di averlo fatto con te. Non sei tu il problema, ma il resto.
Perché se tutto fosse normale, non ne staremo neanche parlando." rivelò dopo attimi di silenzio, nei quali cercava un contatto visivo che non riceveva.La rossa colse tutte le informazioni nel suo cervello, le triturò nella sua mente ed arrivò alla conclusione più semplice.
-"Proprio perché non è normale, Toni, è meglio che ti rassereni, e che lasci tutto questo alle spalle." sospirò, puntando il proprio sguardo nel suo.
-"O almeno, questa è la mia decisione."
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𝘍𝘢𝘳𝘤𝘦 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»
ChickLitVerso la fine dell'800, Cheryl Blossom frequenta ancora la scuola femminile di Riverdale, sognando un'immagine differente per la donna in un ipotetico futuro. Clifford Blossom possiede la città nelle sue mani, e per qualche ragione, ciò che desidera...