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Narratore's pov

Era un pomeriggio come un altro, gelido e vuoto.

La fitta pioggia di Riverdale si scagliava sul tetto di Thornhill, rendendo la casa estremamente confortevole.

I Blossom erano dal medico di famiglia di Greendale per la seconda volta: Penelope era peggiorata durante gli ultimi giorni.
O almeno, così era stato riferito alla rossa.

D'altro canto, Toni sapeva che era tutta una farsa, e che probabilmente Greendale non era la loro meta.

Forse, a renderla più irrequieta, era scovare negli occhi di Cheryl il terrore di perdere la propria madre.
Era così legata a lei, nel bene o nel male, che quasi non ci dormiva la notte da mesi.
Pregava regolarmente per riceve un aiuto divino, che l'aiutasse nel scovare una cura efficace.

Toni si sentiva in colpa a restare lì, ed osservare la ragazza che amava soffrire quando non ce ne sarebbe stato il bisogno.

Erano sedute entrambe sugli scalini che conducevano al piano superiore, tenendo le loro dita intrecciare mentre chiacchieravano nell'oscurità della dimora: il cielo era così scuro che dalle nuvole non trapassava neanche un raggio di sole.

-"È che ultimamente ho rivalutato Veronica." Cheryl continuò il discorso che la bruna aveva iniziato, abbassando lo sguardo a terra.
-"Sono stata così tanto tempo a pensare a Betty, a donarle tutto il mio amore...
Quello che diceva per me era legge, se a lei non stava simpatico qualcuno doveva star antipatico anche a me, e se lei gradiva uscire con una certa compagnia...beh, sarei uscita anch'io.
Non le sto dando la colpa...insomma, non mi è mai stato imposto di comportarmi in questo modo, ma qualcosa nel mio cervello mi obbligava a farlo.
Penso che necessitassi delle sue attenzioni, e speravo che in questo modo non mi avrebbe abbandonata.
In fondo è stato così...voglio dire, sarò il suo testimone, ci vediamo ancora e siamo le stesse di una volta ma...qualcosa è cambiato dentro di me." concluse, sospirando pesantemente.
-"E con Veronica è...diverso?" Toni domandò, stringendo la sua mano.
-"Sì...voglio dire, siamo comuni.
Abbiamo gli stessi interessi, è tranquilla, consolidale e mi tira su il morale.
In più...è innamorata di una ragazza." sorrise, posando lo sguardo nel suo.
-"Una ragazza?"
-"Non ci crederai mai ma...le piace Betty da quando è nata, penso.
Sono amiche e Betty non lo saprà mai ma...Veronica è quasi depressa per questo." ridacchiò.

Toni annuì lentamente, rimanendo in sovrappensiero.
Incanalò tutte quelle informazioni nel suo cervello, lasciando lentamente la sua mano.
Non riusciva più a restare in sua compagnia senza pensare a ciò che stava facendo, non riusciva a darle un bacio senza provare un'estrema debolezza salire nel suo cervello, e si sentiva ansiosa nella maggior parte della propria giornata.

Era indubbiamente un problema irrisolvibile, dal quale sarebbe dovuta fuggire, ma il loro legame emotivo non glielo avrebbe permesso.

Toni Topaz, la ragazza che non provava sentimenti, con la quale sarebbe stato impossibile creare un qualsiasi tipo di rapporto, era ufficialmente innamorata dell'unica persona con cui avrebbe dovuto mantenerne uno professionale.

Era indubbiamente delusa da se stessa, ascoltando Cheryl parlare e ridacchiare dei suoi racconti, perdendosi poi nei suoi occhi.

Stava fallendo, giorno dopo giorno, ed il tempo si restringeva.
Ogni giorno che passava, era un giorno in meno per poter lavorare sul suo piano, il quale avrebbe dovuto possedere una spensierata fine.

-"E tu invece, Toni?
Hai una migliore amica o...una persona di cui ti fidi?"
-"Sì, credo.
Si chiama Tabitha e ci conosciamo da quando siamo nate.
È una di quelle persone che riesce ad illuminare la tua giornata con una sola frase, che riesce a renderti sicura di te stessa, con un'intelligenza che potrebbe impressionarti.
È una vera amica, è sempre presente nel momento del bisogno, e penso che senza di lei non sarei mai riuscita a sopravvivere." sorrise, stringendo poi le spalle.
-"È un po' come te.." continuò, distogliendo lo sguardo.

Cheryl l'osservava incantata mentre raccontava qualcosa di sé, mentre gesticolava e tratteneva le lacrime che minacciavano di inumidire il proprio viso.
Era uno di quei momenti in cui si poteva scovare la sua anima, uno di quei momenti dove la vera Toni usciva allo scoperto e raccontava della sua vita passata che teneva sigillata nel suo cuore.

Toni Topaz meritava un finale migliore, dal punto di vista di Cheryl.
Sicuramente non meritava di vivere ancora a Riverdale, mentre cercava di crearsi un futuro soltanto con le proprie forze.

-"E se ci ritornassimo?" la rossa domandò dopo attimi di silenzio.
Toni si voltò improvvisamente verso la sua direzione, sorridendole malinconicamente.
-"Intendi...a Boston?
Sarebbe difficile." mentì.
-"Difficile? È un'enorme metropoli, potresti stare con la tua famiglia ed i tuoi amici mentre potremmo...vivere insieme." Cheryl tentò ancora, cercando il suo sguardo.
-"Vai ancora a scuola, Cheryl.
Ami studiare, imparare...non sarebbe produttivo per la tua vita."
-"Ma per la tua sì, Toni.
E se lo è la tua, lo sarà anche la mia.
E poi, cambiare aria non sarebbe così male."

Topaz sorrise immaginando una vita a Boston con Cheryl Blossom, mentre entrambe lavoravano come sarte e viaggiavano nel tempo libero, quando e dove desideravano.
Sarebbe stato tutto così libero...sarebbero potute restare nella loro bolla d'aria mentre il mondo girava intorno a loro, dimenticando gli eventi negativi che questo posto avrebbe potuto infliggere.

Sarebbe stato sicuramente un sogno.
Uno di quei sogni che guardi ripetutamente nella tua mente una volta sveglio, che racconti alla tua persona fidata e sul quale ci ridi sopra.

E se Toni odiava sognare, forse sarebbe stato meglio cominciare a farlo.

-

Toni Topaz era una persona estremamente furba, e sapeva mantenere i segreti al meglio.
Li custodiva e non dava la chiave dello scrigno a nessuno, cosicché non avrebbero potuto ricattarla.

Non dava la chiave a nessuno tranne che a Tabitha, la quale aveva appena risposto alla chiamata della bruna.

-"Toni..." sospirò.
-"È da un po' che non ci sentiamo e, dato che ho del tempo libero ultimamente, ho pensato di chiamarti.
Disturbo?"
-"Non devi neanche metterlo in dubbio...
Come procede? Tra quanto torni a Boston?"

Toni alzò gli al cielo, pensando ad una risposta che avrebbe potuto soddisfarla.
Al momento nessuno ne sarebbe stato a conoscenza.

-"Non lo so, Tabitha.
Ho parlato con il signor Blossom e dice che hanno ancora bisogno di me e...e che ci vorrà ancora del tempo.
Hanno avuto dei problemi con la parte manuale, credo."
-"Avevano detto che sarebbero stati necessari sei mesi, e che poi saresti potuta tornare...
I patti devono rimanere tali, sbaglio?" Tabitha era infuriata, mentre alzava la voce rendendo sensibile l'orecchio di Toni, che ascoltava con attenzione.
-"In realtà a me...va bene, nel senso, mi sto ambientando."
-"Non mentire, Toni: ti conosco.
È per la ragazza di cui mi parlavi, sbaglio?"

La bruna prese un respiro profondo, guardandosi intorno prima di parlare a bassa voce.
-"Sì, Tabitha. Lo ammetto.
Mi faccio così...schifo."
-"Molto bene, devo dire." la bruna assunse un tono di voce sarcastico.
-"E adesso? Come si fa?"
-"Niente, non farò niente.
Sopprimerò la situazione come tutto il resto." mentì.

Toni sarebbe stata furba, ed avrebbe continuato a mostrare l'immagine di sé più possente e sicura, se solo Cheryl non si fosse trovata a qualche passo dal telefono posto nel salotto.

La rossa si trovava nella cucina posta di fianco, restando in silenzio mentre cercava di non dare nell'occhio.

Aveva ascoltato tutta la conversazione trattenendo il proprio fiato, cercando di udire anche ciò che la cosiddetta Tabitha rivelava dall'altra parte dell'apparecchio.

Cheryl non sentiva un masso cedere sul suo cuore, perché probabilmente era diventato di pietra, ed aveva lasciato che la delusione si fondesse ad esso.

In fondo se lo aspettava.
Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.

Nota autrice
Madelaine happy birthday, ti amo




𝘍𝘢𝘳𝘤𝘦 «𝙘𝙝𝙤𝙣𝙞»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora