21. Wishes are shooting stars

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Harry's pov



Londra, luglio 2015



Se fossi stato un vero uomo, sarei corso da te.
Se fossi stato un vero uomo, avrai mandato al diavolo tutto ciò che mi tratteneva, per renderti felice.

Ma io non sono un vero uomo..sono un codardo, un bambino ancora ancorato ai sogni.
Nei mie sogni tu ci sei sempre, ma nella realtà sei più distante che mai.

Non ti ho cercato per settimane, quasi un mese, perché come sempre, qualcuno aveva bisogno di me, ed io, come il fallito che sono, mi sono lasciato trasportare da mille problemi, non capendo che giorno dopo giorno, la distanza mentale stava superando quella fisica.

Sono rinsavito solo una settimana fa, quando forse la mancanza anche solo di un tuo messaggio mi aveva stufato..perché senza il tuo buongiorno e la tua buonanotte ho compreso di non valere nulla.

Sono rinsavito e per una settimana non ho fatto altro che tartassarti, recuperando tutte le chiamate e i messaggi persi.
Tu, con la tua gentilezza, all'inizio mi hai mandato a quel paese, per poi lasciarti sovrastare dalla mia insistenza forse fastidiosa ma necessaria.

Ti ho rincorso per sette giorni, che non sono niente in confronto all'anno passato insieme, sperando di poterti afferrare...e nonostante tu adesso sia dinanzi a me, a Londra, in un giorno afoso di Luglio, solo per passare qualche giorno in pace con tuo fratello, io ti sento più distante che mai.


"Ho poco tempo, Luca vuole pranzare con alcuni suoi amici per presentarmeli" dice lei, non guardandomi negli occhi, accomodandosi sul mio divano mantenendo almeno un metro di distanza da me

Dove è il mio angelo? È volato in cielo senza di me? Potrebbe sembrare giusto così..ma la giustizia non è mai stata il mio forte.


La scruto trovando la sua insicurezza dietro quella corazza che purtroppo, capisco, è stata ricostruita.

Ho fallito anche con lei, oltre che con me stesso.

"Volevo parlarti.."

"Sono qui, dimmi"

Getto gli occhi sul suo petto scoperto, dove indisturbata giace una farfalla blu. Lei, rendendosi conto di ciò che sto ammirando, indirizza il suo sguardo verso il basso, notando che sul mio polso, lei, c'è sempre.

"Mi manchi e sono uno stronzo" dico io risvegliandola, e guadagnandomi finalmente il suo sguardo

"Ho sbagliato con te, ancora una volta. Ho sbagliato a non metterti al primo posto, ho sbagliato a non cercarti, ho sbagliato a non interrompere prima questo silenzio che io Celeste non sopporto più"

"Tu sbagli sempre Harry, ed ogni volta prometti, giuri, con belle parole o gesti di migliorare"

Colpito e affondato.


"E migliori Harry? No, mai"

"Hai ragione angelo e..ti chiedo scusa"

"Non devi darmi ragione Harry e non devi chiedermi scusa...e per Dio, non chiamarmi angelo"

Perché non urli? Perché la tua voce è pacata anche se mi sta dedicando parole taglienti? Perché non ti sfoghi?

Perché non posso più chiamarti angelo?


"Volevi parlarmi, me lo stai ripetendo da giorni, ed io ancora una volta, sono qui, a Londra, ma tu non mi stai dicendo nulla di concreto. Lo so che ho ragione non c'è bisogno che tu me lo dica, e me ne sbatto sinceramente delle tue scuse patetiche, quindi...se hai qualcosa di serio da dirmi ti ascolto, altrimenti vado via"

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