III

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Tristan si svegliò di soprassalto, si mise seduto e iniziò a guardarsi intorno, non era a casa sua, cos'era successo? Lui doveva essere morto, perché non era morto? Cercò di alzarsi, ma le forze lo abbandonarono e cadde a terra. Talia sentì subito il rumore provocato dalla caduta, e dal salotto, dove era andata per parlare un attimo con la zia, preoccupatissima corse in camera. Lo trovò per terra, disorientato, con le ginocchia strette al petto, mentre tremava, preda dell'ennesima crisi.
Lui la vide, e incerto decise di parlarle, di chiedere qualche spiegazione dato che non ricordava nulla.
"D-dove sono?" chiese cercando di mantenere la voce il più ferma possibile.
"Tranquillo, va tutto bene tranquillo. Sei a casa mia. Volevamo svegliarti noi, però dormivi così tranquillamente, e la notte era stata difficile, quindi abbiamo lasciato che ti riposassi un po'" lo rassicurò Talia.
"S-svegliarmi per andare dove? Perché sono qui?" Non si orientava e mille domande iniziarono ad affiorare nella sua mente tutte insieme.
"Ma cosa..." non riuscì a finire la frase, pianse con le mani tra i capelli, non capiva, voleva solo andarsene.
"Non preoccuparti" Talia si avvicinò a lui e gli prese le mani, lui inconsciamente crollò sulla sua spalla, lei sorrise debolmente e lo strinse a sé. "Non ricordi nulla?" chiese calma.
"No..." voleva aggiungere altro ma non ci riuscì.
"Allora te lo spiego io, però tu stai tranquillo va bene?" lui annuí "Ok, allora, ieri ti ricordi che hai tentato il suicidio? Beh, l'ho evitato e tu sei andato nel panico più totale, quando poi sei tornato calmo abbiamo chiamato tua madre, anche se non è andata molto bene, in ogni caso stai tranquillo perchè troveremo un modo per far andar meglio le cose, e poi abbiamo anche deciso per un ricovero. So che ovviamente in questo momento ti sta crollando il mondo addosso, però credimi, sei al sicuro qui e anche in clinica, poi se vorrai sarò sempre con te, e in più mia zia lavora lì e qualsiasi cosa potrai chiamarla, che ne dici?"
"No, sarebbe un disastro, cazzo é tutto sbagliato, è già tutto un disastro Cristo Santo" disse lui piangendo.
"Non è sbagliato, é la realtà, é dura e difficile, ma tu ce la puoi fare, sei speciale anche solo per aver superato tutto quello che stai passando... Insomma possiamo almeno provarci?"
"Per Favore smettila cazzo, tu non sai niente, fanculo, sei solo una stronzetta a cui faccio pietà, fammi il piacere di finirla dai" Disse lui cercando una sicurezza che non aveva.
"Senti brutto deficiente, se mi facessi realmente pena ti avrei lasciato sul tetto, hai capito?! Non mi sarei più di tanto sbattuta per salvarti la vita, ma avrei pensato cose tipo guarda quel poveretto, speriamo che dopo sia più felice..." rispose Talia in tono alterato, detto questo lo prese per il braccio, lo alzò di forza dal pavimento, e nonostante sapesse che gli avrebbe fatto male premendo su tagli e lividi, lo trascinò in macchina, mentre lui piangeva ormai quasi senza forze. Poi finalmente salirono in auto, Karen e Katherine li avrebbero accompagnati. Talia e Tristan erano seduti sui sedili posteriori, lui era esanime, steso con la testa sulle ginocchia della ragazza, piangeva e lei gli accarezzava dolcemente i capelli, dandogli ogni tanto qualche timido bacio sulla guancia, mentre ripensava alla madre, insensibile, che il giorno prima continuava a ridere amaramente. Tristan si chiedeva costantemente perché quella ragazza ci tenesse così tanto, si chiedeva perché a qualcuno importasse di lui, in fondo era sbagliato, insignificante come gli aveva sempre detto il patrigno. Il viaggio fu interminabile, voleva solo scendere da quella macchina, poi però una volta nel parcheggio della clinica voleva solo riprendere il viaggio, voleva continuare a stare tra le braccia di Talia, non sapeva il perché, ma voleva semplicemente lei. Scesero tutti dall'auto, diretti alla reception, e dopo aver firmato i vari documenti per il ricovero, la ragazza accompagnò Tristan in stanza, lasciando la zia Karen a spiegare a Cynthia, che li aveva raggiunti lì, cosa fare e come comportarsi in ogni circostanza. Lui era così insicuro, aveva tanta paura, non sapeva come affrontare la cosa, come superare quel periodo...
La stanza era molto luminosa, con una bellissima finestra grande, che però si apriva solo in alto e di poco, per evitare certi incidenti; aveva un davanzale interno, coperto da comodi cuscini, era un posto perfetto per leggere e rilassarsi un po'. Le pareti erano bianche e verde menta. Il letto era leggermente spostato verso la finestra, e poi c'era un comodino che sopra aveva una bellissima piantina in un vaso di plastica che donava colore e vivacità alla stanza. Talia aiutò l'amico a sistemare le varie cose nell'armadietto, erano semplici pigiami e tute, una decina di maglie; vestiti di Trevor e di suo padre sostanzialmente... Lui dopo poco crollò dal sonno, non si era ancora totalmente ripreso. Katherine cercò di far capire a Cynthia che probabilmente avrebbe dovuto mettere da parte molte cose per prendersi cura del figlio. Ma quest'ultima parve fregarsene nuovamente. Poco dopo alla donna squillò il telefono, rispose e dopo nemmeno tre minuti riattaccò. Circa un'oretta dopo quella telefonata entrò in clinica un uomo, che visibilmente irritato si avvicinò a Cynthia. La donna lo accompagnò di fronte alla stanza del figlio. Karen cercò in tutti i modi di fermarlo, visto che poteva ben immaginare che di lì a poco sarebbe successa una strage, ma non ci riuscì e l'uomo spalancò violentemente la porta, fu costretta a chiamare la sicurezza che però ci mise un po' ad arrivare. I successivi attimi furono caotici e distruttivi, Talia intuì quello che stava per accadere e cercò di proteggere il ragazzo con tutta sé stessa, non permettendo alla figura di avvicinarsi, ma poco dopo l'uomo la prese per il braccio e la scaraventò sul pavimento, intimandole di non provare più a mettersi di mezzo. Poi si avvicinò a Tristan, lo prese per i capelli, e lo percosse violentemente al volto e alle costole, e continuando ad urlare frasi incomprensibili cercò di trascinarlo via, ma questa volta gli uomini della sicurezza riuscirono a fermare l'uomo e accompagnarlo all'uscita. Cynthia se ne andò con il suo uomo, lasciando un biglietto dove rinunciava alla potestà genitoriale del figlio, abbandonandolo definitivamente e rendendolo di fatto orfano agli occhi della legge. Tristan crollò a terra, c'era sangue ovunque, i tagli si erano riaperti, Talia lo strinse a sé, come per proteggerlo, aveva troppa paura di perdere anche lui. Katherine la prese di forza e la staccò da lui, mentre continuava ad urlare e piangere, preda di uno dei suoi attacchi di panico. Uscita dalla stanza la ragazza si piegò in due, e si rannicchiò a terra in iperventilazione. Tutto girava e tremava, lei voleva solo lui, doveva stargli accanto... Dopo una ventina di minuti si calmò, e riprese almeno un minimo di lucidità, che le permise di poter rientrare nella stanza. Appena varcò la soglia della porta vide la zia visibilmente in difficoltà, con Tristan che continuava a tremare chiedendo di lei. Si avvicinò timidamente e lui la abbracciò, la strinse con forza come per aggrapparsi alla sua ultima speranza, lei. Stettero sigillati in quell'abbraccio per un tempo infinito, poi lei si staccò, prese il suo volto tra le mani, mentre lui continuava a piangere e piegarsi su sé stesso.
"Ehi, guardami, per favore..." lui alzò gli occhi "Non é colpa tua, hai capito? Ascolta la mia voce, non è colpa tua" lui annuí. Lei lo strinse nuovamente a sé, gli accarezzò i capelli. Poi lo aiutò ad alzarsi, fu difficile, molto difficile, però doveva farcela da sola, non si sarebbe fatto toccare da nessun altro. Finalmente riuscì a farlo sedere sul letto, poi preso l'occorrente gli alzò la maglia, nonostante le mille proteste; all'altezza delle costole era pieno di lividi, altri più vecchi erano sparsi lungo il suo torace. Talia si mise di fianco a lui, e poi, abbracciandolo gli posò il ghiaccio sulla pelle... Tristan ebbe un piccolo sussulto per il dolore, ma poco dopo si abituò. Dopo circa una quindicina di minuti Talia gli spalmò una pomata per alleviare leggermente il dolore. Fatto quello gli abbassò la maglia e gli medicò il volto, poi lo aiutò a stendersi e si sedette su una sedia di fianco al suo letto. Gli tenne la mano per un po'.
"Raccontami qualcosa di bello" questa fu la richiesta di Tristan, che lei assecondò.
"Allora, vediamo un po'... Beh da bambina avevo passioni stranissime, una di queste era parlare con i fiori, con gli oggetti, davo nomi a tutto, e gli altri bambini mi prendevano in giro, però a me non importava, perché io avevo i miei mille amici della natura, poi altra cosa alquanto divertente é che io adoro i nomi strani, come ad esempio: Avril, Moriko, Zaira, Kalí, Enea e tanti altri, non so perché sinceramente... " e come sempre si perse in sé stessa.
"Perché ti sei fermata?"
"Non lo so, mi sono persa nella mia mente, a te cosa piace fare?" confessò leggermente imbarazzata.
"Suonare o leggere oppure anche scrivere, so che non si direbbe mai ma vabbè"
"Vuoi la verità?" lui annuí "Io un pò l'avevo capito, sei una persona sensibile ma estremamente forte, con mille pensieri in testa, non smetti mai di pensare, di avere nuove idee, ciò vuol dire che sei un artista..." confessò lei entusiasta.
"Ora riposa tranquillo, io resto qui" lo rassicurò lei.
"Va a casa, fallo per me... Dormi su un letto vero, per favore" la implorò lui.
"Sicuro?" chiese lei titubante.
"Si, ora vai piccoletta, e grazie di tutto" cercò di sembrare più calmo e lucido possibile.
Detto questo Talia si alzò, gli diede un timido bacio sulla fronte e lasciò la stanza, si avvicinò alla zia facendole tutte le raccomandazioni del caso, di chiamarla se ci fossero stati problemi, di aggiornarla con un intervallo di circa due ore e di stargli sempre vicino e stare attenta che non facesse incubi. Salutata anche la zia, la ragazza tornò a casa con Katherine, e per tutto il viaggio parlarono, scese anche qualche lacrima, ma niente di eccessivo, poi arrivate a casa della donna si addormentarono abbracciate sul divano, dopo aver bevuto tranquillamente due tazze di tè alla pesca e melograno di Persia.

Part of us ~🥀🌼
Ma buongiorno, allora, che ne dite di questa lettura, anche se al momento sono solo 3 capitoli e il prologo?
Scusate se sono di poche parole e nada.
Bye bye 🥀🌼

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