IX

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Tristan sapeva bene che il suo cuore era saturo di emozioni negative, sul punto di scoppiare. Aveva paura che sarebbero uscite tutte di colpo. Però allo stesso tempo c’era come una sensazione, un qualcosa dentro di lui che lo faceva sorridere, che lo rendeva felice.
“Per ora sono riuscito a frenarle ma… se dovessero sopraffarmi… rischio di farla stare male" pensò riferendosi al miscuglio di emozioni negative che ormai da tempo non lo lasciavano in pace.
"No, non deve succedere..." si rese conto troppo tardi di aver dato voce ai suoi pensieri.
"Ehm cosa non deve succedere? Se non sono indiscreta" chiese lei confusa.
"Scusa, niente. Sono abituato a parlare a voce alta, tanto alla fine, a parte Karen o Katherine non c'è mai nessuno qui e posso farlo tranquillamente senza essere preso per pazzo" spiegò.
"Ah non c'è problema, anche io parlo spesso da sola. O con gli oggetti… in fondo non è poi così male". Lo rincuorò lei sorridendo, alla fine era una cosa che amava fare.
Tristan sorrise appena con l'angolo della bocca "Si, mi ricordo quando me l'hai raccontato e in ogni caso concordo pienamente con te" Disse quasi raggiante.
"Davvero ti ricordi?" si stupì lei.
"Si, perché?" chiese lui non capendo la ragione della domanda.
"Beh, non ricordavi nulla il giorno dopo di… insomma di quello che era successo dopo essere sceso dal tetto... Non importa, forse è meglio non pensarci adesso" Talia si rese conto troppo tardi dell’argomento che aveva intavolato.
"Non trattatemi con i guanti solo perché ho tentato il suicidio, non sono debole e non sono pazzo" strinse forte a sé Elly, come se quel cucciolo di elefante gli infondesse più sicurezza di chiunque altro.
"Alla fine non sono messo così male... " Sorrise ironico, sperando che la maschera che aveva deciso di indossare per la serata non cadesse troppo in fretta.
Poi sospirò e capì che non aveva senso nascondersi da lei, la sua piccola speranza, la luce in fondo al tunnel, la sua piccola lucciola.
"Non ci credo nemmeno io" bofonchiò.
"Tesoro…"
“Oddio non posso averlo detto seriamente” pensò lei rendendosi conto che forse era meglio fare finta di nulla e continuare la frase.
"Tranquillo, vedrai che passerà tutto, seriamente non aver paura, ci sono io qui e ci sono anche mia zia e Katherine e qualsiasi cosa, veramente qualsiasi io ci sono e ci sarò sempre perché ci tengo e anche tanto a te".
Tristan rimase in silenzio, girando la testa verso il muro, come poteva quella ragazza essere così meravigliosa e unica?
"Cristo santo perché é così maledettamente disponibile, e io invece l'ho trattata male- pensò triste -Non doveva succedere questo. Non dovevo dirle quelle cose. Non dovevo farla preoccupare. Sapevo che sarebbe finita male. Sapevo che sarebbe successo. Ma loro mi hanno ascoltato? No, figurati" pensò trattenendo le lacrime e continuando a negare il viso a Talia.
Afferrò la borraccia e riempì d'acqua il bicchiere sul comodino e l'acqua uscì dai bordi rovesciandosi sul mobiletto.
Le sue lacrime decisero allora di unirsi all'acqua.
"Ops" mormorò sorridendo tra le lacrime.
Talia si alzò tranquillamente dalla sedia e asciugò il ripiano, impedendo all'acqua di bagnare anche il pavimento.
"Ecco, quel bicchiere sono io. Ora sono troppo pieno e le emozioni stanno uscendo troppo velocemente bagnando tutto. Però non si è bagnato il pavimento quindi seguendo il mio ragionamento, la mia piccola lucciola potrebbe rappresentare le piastrelle, se non si sono bagnate significa che non la trascinerò a fondo con me e quindi forse non ce l'ha con me e... Bah dovrei smetterla di paragonarmi ad un bicchiere. È solo un pezzo di vetro" sbuffò, continuando a pensare.
"Non che il mio animo sia più solido del vetro" -Dio ho pensato di nuovo a voce alta- pensò.
"Hai detto qualcosa?" Chiese Talia buttando il fazzoletto nel cestino accanto alla porta.
Tristan fissò quel fazzoletto come se fosse la sua reputazione.
"No no"
"D'accordo" si andò a sedere di nuovo.
Tristan si passò una mano sul volto "Scusa se sono scontroso. Non è colpa tua, non ce l'ho con te, giuro"
La sua voce rotta e insicura fece tremare il cuore della ragazza "Ti sei già scusato. Non preoccuparti, non me la sono presa. Posso capire che…" si fermò, ripensando a ciò che gli aveva detto prima. Ma questa volta Tristan la rassicurò.
"No, no. Non mi dà fastidio se me lo dici. Se poco fa ti ho risposto in quel modo è solo colpa mia. Non era per la tua comprensione o altro, è che semplicemente vorrei essere trattato come tutti, senza eccessivo riguardo… Più che altro, in realtà, non ho mai ricevuto la comprensione o l'aiuto di nessuno e per me é tutto nuovo e strano e…" Poi si fermò, cercò di non piangere.
Sospirò nuovamente "Okay, ci sono. Sul serio. Facciamo così, esci e rientra. Riproviamo. Magari funziona se azzeriamo la serata"  Propose lui.
Talia sorrise, pensando a quanto fossero simili. Avrebbe fatto lo stesso anche lei.
"D'accordo" si alzò e uscì.
"Cosa è successo?" Chiese Katherine non appena la vide, aveva paura fosse successo chissà cosa o che comunque ci fosse bisogno di lei o Karen.
Talia la ignorò, non per dispetto, solo non ci fece caso in quel momento, era presa dalla situazione quindi non badò molto alla donna che in ogni caso avrebbe capito bussò alla porta.

Entrò di nuovo nella stanza e sorrise.
Tristan ricambiò e finse un'espressione di sorpresa.
"Ciao" agitò le dita alzando una mano.
Lei ricambiò e si chiuse la porta alle spalle.
"Siediti lì se vuoi" disse indicando la sedia che prima la ragazza aveva posizionato vicino al letto.
Talia annuì e fece quanto detto.
"È bello rivederti" Iniziò lei facendosi sfuggire una leggera risatina.
"Anche per me" disse abbracciando più stretta Elly.
"Come stai?" Chiese lei consapevole delle conseguenze che ciò avrebbe portato.
Il sorriso di Tristan vacillò e gli occhi si intristirono leggermente. Ma questa volta a differenza delle precedenti non riuscì a frenare le lacrime.
"Scusa, stavamo andando così bene... Ho rovinato tutto" mormorò.
"Ehi, non preoccuparti per questo. Dimostra il tuo vero stato d'animo, non nasconderti. E poi non si possono reprimere certe emozioni, no? Tra l'altro sapevo che la tua reazione sarebbe stata questa, però spero che tu riesca a lasciarti andare e parlare veramente di come stai" Usò un tono dolce.
"Si ma..." Si coprì il volto, poi sentì le mani calde di Talia posarsi sul suo torso magro, lo stava accarezzando in modo così dolce… L'unico che l'aveva fatto era stato il padre, la zia, ma quello ormai erano ricordi lontani.
"Scusami" Si lasciò sfuggire lui tristemente.
"Facciamo un patto. Non scusiamoci più per queste emozioni fino alle nove, va bene?"
"Ci proverò" bofonchiò.
"Aspetta" Talia gli prese il mento fra le dita e gli asciugò delicatamente le lacrime.
Per due secondi gli occhi chiari di Tristan furono intrappolati da quelli scuri della ragazza.
Si maledì in silenzio per essere arrossito ma vide con sollievo che lei non se n'era accorta.
"Scu... Volevo dire grazie" si concentrò sulla sensazione delle dita della ragazza calde sulle sue guance. Era stata così tenera e gentile che non poté fare a meno di riprendere a piangere.
Nel suo petto si diffuse un calore che non riuscì a decifrare. Conforto?
"Ehi, guarda che va tutto bene" stava mormorando lei.
"Che vergogna, un maschio alpha come me che si fa consolare da una ragazzina gentile" fece Tristan tirando su col naso, quasi fosse un bambino.
Talia rise e la sua risata spontanea scaldò il cuore del ragazzo, che ne rimase così sorpreso che quasi si spaventò.
L'aria tesa finalmente si alleggerì.
-tutto merito suo- pensò.
"Vieni qui" disse Talia cercando di frenare la risata.
Lo avvolse con le braccia e premette il volto sulla sua spalla, lei era stranamente calda o forse semplicemente lui era un cubetto di ghiaccio. Nonostante fosse primavera e i fiori erano già sbocciati, faceva abbastanza freddo, e beh la sua ansia non migliorava di certo la condizione.
"Me ne sono reso conto solo ora ma... Mi sei mancata".

~ 🥀🌼
Ma quanto sono cariniiiii ❤

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