𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟑

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per Emma la discoteca era sempre stata una valvola di sfogo, per dimenticare tutta quel oppressione che la schiacciava duramente ogni giorno che passava.
ballava, beveva, insomma non era per niente timida da quel punto di vista.
si vestiva piuttosto scollata, con vestiti corti e provocanti, sperando che un ragazzo dall'animo buono potesse notarla e farle compagnia.
la sua vita non era mai stata semplice, e solo dure testate contro i muri l'avevano colpita fino ad allora, e anche se 22enne Emma sentiva di aver finito di vivere la sua vita.
non aveva nemmeno più voglia di cercare qualcuno che potesse renderla felice, non si fidava più delle persone che l'accerchiavano.
dall'abbandono di suo padre, si era auto convinta che tutte le colpe che la circondavano fossero sue.
se litigava con Mirko era colpa sua.
se non riusciva a trovare nessuno che l'amasse era colpa sua.
se beveva troppo era colpa sua.
se non aveva un padre era colpa sua.
se fumava ogni tanto era colpa sua.
insomma, si intende benissimo che non avesse molta fiducia in se stessa, e non sembrava nemmeno volerlo mettere in mostra più di tanto.
faceva la dura, ma in fondo era molto fragile, consenziente che qualsiasi cosa avrebbe fatto le si sarebbe rivoltato contro facendola sprofondare.
quei pensieri però arrivavano dopo, quando la sbronza era talmente forte da non farla reggere in piedi.
mentre si preparava davanti allo specchio, con la musica di suo fratello a palla nelle orecchie ed i mille vestiti da scegliere nell'armadio, era felice, spensierata, come se non vivesse una vita difficile e piena di insidie.
si metteva con cura il rossetto sulle labbra che sapeva che a fine serata si sarebbe dileguato insieme all'alcol che avrebbe bevuto ininterrottamente.
indossava il mascara sulle ciglia sapendo che a tarda sera se lo sarebbe ritrovata sulle gote per le infinite lacrime cadute dai suoi occhi.
indossava vestitini corti che nessuno a fine serata le toglieva di dosso per provocarle piacere.
non voleva fare sesso con il primo che capitava, lei voleva unirsi alla sua meta con piacere e passione fusi assieme.
voleva passare la notte insieme ad esso, per baciare infinitamente la sua pelle e le sue dolci labbra.
avrebbe passato ore ad osservarlo negli occhi per accorgersi di quanto fossero profondi.
perché l'amore era quello, un emozione che nonostante fosse tanto sconosciuta ad Emma era allo stesso tempo familiare e tattile.
forse però non era così tanto lontana dal suo essere, bastava solo guardare il rapporto che aveva con suo fratello Mirko.
erano complici in qualsiasi cosa che facessero, si volevano un bene infinito.
Emma si chiedeva sempre se qualcuno avrebbe potuto amarla come Mirko faceva ogni giorno della sua vita, amarla per quella che era e non che voleva far sembrare di essere, in tutti i suoi difetti e pregi, in tutte le sue scelte.
lo ascoltava perennemente nelle sue canzoni, e sempre andava in studio per vederlo emozionato davanti ai testi lunghi e spesso difficili da memorizzare.
amava i suoi occhi verdi, la sua struttura larga ed il suo sorriso che espandeva grandi gioie dentro di lei.
era la persona giusta, e lei lo sapeva.
solo forse non troppo giusta per lei, fratello e sorella non si possono mettere assieme, ma se avesse potuto farlo Emma non ci avrebbe pensato su due volte.
il rapporto con suo fratello era stretto, nessuno gli avrebbe fatto del male, se si trattava di Mirko avrebbe annullato tutti gli impegni di quel mondo per correre da lui.
proprio suo fratello improvvisamente entro nella stanza della ragazza.
con una camicia addosso ed un paio di jeans strappati, le sorrise, facendole sciogliere il cuore.
"bella come il sole"
disse solamente baciandole la guancia.
Emma gli sorrise e gli sistemò il colletto della camicia, posto non centralmente rispetto alla sua giusta posizione.
"perfetto"
si abbracciarono a corsero alla macchina che suonava animatamente fuori dalla grande casa del ragazzo.
Mirko sorrise nel vedere anche Mario nella vettura, un suo vecchio amico di infanzia.
"stasera si fa casino"
urlò Lorenzo all'interno dell'auto, posto alla guida perché l'unico che quella sera non si sarebbe ubriacato marcia mente sulla pista da ballo.
Emma sorrise a quegli occhioni azzurri e aprendo la portiera notò subito Filippo guardarla con occhi sognanti, si tiro fuori dalla macchina per far passare Mirko e poi dopo essersi salutati con dei timidi sorrisi, lei entro nell'auto mettendosi in mezzo tra i due.
l'unica ragazza del gruppo, a qualcuno avrebbe messo qualche dubbio, ma ad Emma non importava, se erano amici poteva anche essere sola in mezzo a trenta di loro.
si sentiva sicura e quello era importante.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora