𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟏𝟎

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"chi era quello"
Alessio era impaziente, appena Emma rientrò nella sua abitazione inizio a parlare.
lei aveva raccolto i fiori che Filippo le aveva lasciato a terra, erano bellissimi e non se la sentiva nemmeno di tenerseli per quello che gli stava facendo.
purtroppo il suo ex fidanzato era arrivato in un bruttissimo momento, lei non se l'aspettava di trovarselo tra i piedi e sapeva che prima o poi nell'arco della giornata avrebbe incrociato Filippo.
si sentiva davvero stupida, avrebbe dovuto prevedere un suo ritorno.
"cazzo mi rispondi?"
lui alzò il tono della voce, lei lo guardò con la paura che gli sfiorava lo sguardo e mise in cucina i fiori di Filippo.
"nessuno, solo un amico"
rispose lei, mentre li toglieva dalla cartina di plastica e li riponeva dentro un vaso in vetro, per non farli seccare nel giro di pochi minuti.
"un amico che ti regala delle rose"
Alessio era furioso, il fatto che Emma si fosse rifatta una vita dopo tutto quello che avevano passato assieme, lo mandava fuori di testa.
"smettila"
lei lo superò, non voleva avercelo intorno.
il ragazzo, più alto, poco più magro di Mirko, era un uomo del tutto tatuato, metteva quasi paura per la grandezza delle sue braccia.
ringhiava al suo passaggio ma con tutta la calma del mondo cerco di evitarlo.
si sedette sul divano e guardò il vuoto per un paio di minuti.
"sei ancora una bambina.."
inizio a dire mentre si sedeva di fianco a lei, mentre accendeva una sigaretta tra le dita.
"..ti fai accalappiare dal primo che passa"
"lui non era il primo che passava"
Emma, purtroppo aveva scordato tante cose da quando si era lasciata con l'uomo, che subito le mollò uno schiaffo appena rispose alle sue accuse.
lei non riceveva uno schiaffo da anni, si sentiva la guancia bruciare e la mente tramortita da mille emozioni diverse.
si toccò la gota arrossata e lui non aspettò minuti in più per metterle le mani addosso.
Emma subito riprovò il disprezzo di quelle sudicie mani sul suo corpo, che cercavano di liberarla dai suoi vestiti e privarle del diritto di negare il suo tocco.
cerco di urlare ma lui più cercava di farlo più la picchiava e così si ritrovò in un limbo familiare, in cui lei doveva purtroppo rimanere ferma ed ascoltare le sue richieste affinché finisse il prima possibile quello che aveva da fare.
le tolse la maglia, non era mai stato tanto violento a farlo, rise alla visione del suo corpo esile, lui rideva sempre davanti al suo corpo che piuttosto che disprezzare soltanto veniva perfino molestato.
la volto e le slaccio il reggiseno lasciandola completamente a petto nudo mentre lei si dimenava più che poteva per far sì che la smettesse.
schiaffi su schiaffi riceveva per tacere, e più si accumulavano più sentiva la pelle bruciare, come appena scottata dal sole.
si spogliò anche lui e le tolse i pantaloni lasciando solo le sue mutande come indumento mancante.
Emma aveva la vista offuscata dalle lacrime, si era promessa di non permetterglielo più ma in quella situazione scappare l'avrebbe uccisa.
"ti prego basta"
disse soffocando i singhiozzi, non riusciva più a muoversi.
"basta?"
ghigno lui.
con un colpo secco le porto alle caviglie l'intimo bianco e le apri le cosce con un irruenza imminente.
lei urlo dal dolore prima che lui senza preavviso si fece spazio dentro di lei, violentemente.
Emma era fuori di sé,
piangeva, voleva scappare.
sentiva i suoi fianchi tenuti dalle sua luride mani ed i suoi gemiti schifosi che le arrivavano all'orecchio lentamente, come una sotto specie di tortura.
le sue urla di piacere si mischiavano alle sue di dolore, e più lui si avvicinava al culmine lei lentamente si sentiva morire dentro.
quando poi uscì da lei, si piegò sul suo seno e lo tocco, lo bacio e lo rese pieno di segni violacei, o meglio tutto il suo corpo era coperto dai suoi segni indecenti.
quando poi si staccò rise, forse lo divertiva quella visione di lei sofferente.
si rivestì senza dare importanza al suo corpo dolorante.
"ti amo"
così senza aggiungere altro la lascio lì, senza nessun tipo di aiuto.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora