𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟖

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"quando ci saranno le prossime date quindi?"
quella mattina, precisamente tre giorni dopo la grande tempesta, a Milano l'inizio maggio era parso più una mattinata di fine novembre.
la gente girava con felpe pesanti, chi addirittura con cappotti.
felpe, capellini, quella grande pioggia aveva risvegliato per qualche ragione l'inverno nascosto che voleva ritornare protagonista nella stagione.
Emma si chiuse nella sua felpa calda, cercando tra i suoi documenti la risposta alla domanda di Pablo, che subito dopo si preparò a scrivere sul suo computer la data che le aveva chiesto.
"ho parlato con gli organizzatori, le date saranno 3 circa, Roma, Napoli, Firenze"
rispose la ragazza controllando tra i fogli ben ordinati in un grosso quadernone verdastro.
il dj annui, scrisse le città per poi strofinarsi il viso con le mani.
era tutta la mattina che si stavano scambiando informazioni per preparare date, tour, biglietti e tutto quello che comportava lo spostamento del cantante prima del suo concerto.
decisero di fermarsi, fare una piccola pausa per qualche minuto per riposare la mente e riordinare le idee.
la ragazza prese in mano il suo telefono in mano, mandando un messaggio a Mirko, dicendo che di lì a poco sarebbe corsa a casa sua per la pausa pranzo.
"ah Emma, non ti ho chiesto una cosa"
disse d improvviso l'uomo rompendo il silenzio.
"dimmi"
rispose la ragazza mentre si preparava per uscire dallo studio.
"hai sentito Filippo?"
chiese lui, mentre controllava il corretto funzionamento dei microfoni e degli accessori elettronici.
"no, perché?"
chiese subito lei, avendo un tono leggermente preoccupato.
non sentiva il ragazzo da quando l'aveva accompagnata a casa, non aveva avuto più notizie di lui e sovrastata dal suo lavoro ebbe perfino difficoltà nel notare la sua perenne assenza.
"l'ultima volta che l'ho sentito aveva una febbre da matti, maledetto, a 27 anni non sa ancora come si deve coprire sotto una pioggia torrenziale"
lei sorrise nel sentire l'esclamazione del dj, ripensando al motivo per cui era realmente ammalato.
lo salutò e dopo essere uscita dallo studio, si affrettò a scrivere a Mirko, informandolo del suo arrivo in pochi minuti.
quando poi uscì dalla chat con il fratello, alla ragazza cadde l'occhio su quella con Filippo.
non sapeva se scrivergli un messaggio, non sapeva se chiamarlo, non sapeva davvero se palesarsi dopo non averlo calcolato per giorni interi.
ebbe persino il pensiero intrusivo che potesse essersela presa dopo tutto quello che aveva fatto per lei.
paranoie infinite passarono per la testa di Emma, così senza ripensarci gli scrisse un messaggio veloce.
"come sta il mio Romeo?"
d'altro canto Filippo non era delle migliori condizioni, come aveva detto Pablo alla ragazza il giorno stesso.
aveva preso una febbre piuttosto tosta, che certe volte toccava i 39 gradi corporei.
al ragazzo non cambiava molto la vita, fortunatamente non era uno che soffriva tanto per questo tipo di malessere passeggero, anche sé alcune volte era costretto a rimanere a letto per continui mal di testa ricorrenti.
come al solito quella mattina era nel letto, era rimasto due interi giorni a fare nulla, solo con se stesso, con la sua mente, e quando lui rimaneva nella solitudine più totale si interrogava molto.
era uno che faceva in modo di non rimanere mai in disparte per non lasciare che la sua mente prendesse il pieno controllo di tutti i suoi pensieri.
sfortunatamente in quei giorni era impossibile impedirlo e così per intere ore rimaneva sdraiato, come in un dopo sbronza e continuava a cercare un argomento su cui pensare e ripensare.
ormai era fisso solo su una cosa, una persona, faceva per fino fatica a levarsela dalla testa.
Emma ormai era il suo unico pensiero.
non riusciva più a schiodare la mente da una ragazza come lei.
l'aveva stregato e nessuno gli avrebbe impedito di continuare a pensare a lei.
così pura, così innocente, Emma era speciale e Filippo l'aveva capito sin dal loro primo incontro quando ancora non parlava in completa sobrietà.
guardava il soffitto e sembrava sedato da quanto fosse spento e senza energie.
l'improvvisa notifica del telefono lo fece sobbalzare, si toccò la fronte per attenuare il mal di testa per qualche secondo e dopo averlo recuperato si sdraiò un'altra volta.
lesse il messaggio in meno di un secondo e subito gli comparve il sorriso.
non sentirla per giorni l'aveva fatto sentire strano, solo.
non capiva quanto una persona potesse così tanto avergli condizionato l'umore, e più cercava risposta più si allontanava dalla soluzione.
visualizzo il messaggio e rispose, aspettando che lei riprendesse il telefono per vedere cosa avesse scritto.
"un po' malaticcio stella, tu invece come stai? non ci siamo sentiti tanto in questi giorni"
non ci volle molto per l'arrivo di quella spunta blu, che subito accelerò i battiti del cuore di Filippo.
sentirla nuovamente aveva alleggerito il suo animo malato.
"dio non sai quanto mi dispiace Fil, il lavoro mi sta prendendo tanto ed io sono stata stupida a non scriverti per sapere almeno come stavi"
"non preoccuparti stellina, non dovrei approfittarne, ma se proprio ti senti in colpa perché non andiamo a cenare assieme una di queste sere e siamo pari?"
Filippo aveva scritto senza pensare, non aveva nemmeno lasciato il tempo alla ragazza di realizzare che già le aveva proposto un'uscita.
lei stava scrivendo e lui si mangiava le unghie per l'ansia, si aspettava già una delusione.
poi quando la ragazza affermò questa sua proposta allora il cuore riprese a battere e tutto sembro più leggero, stava tornando a stare bene.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora