𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟐𝟏

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il sole che penetrava dalle finestre della camera di Filippo arrivo ai suoi occhi svegliandolo senza precedenti.
lui sbuffò sommamente, non aveva nessuna voglia di tirarsi in piedi, anche se doveva farlo per forza dato che a martina presto dovevano andare in studio per progetti ancora segreti al resto dello staff.
si strofinò le mani sul viso, con il petto nudo accaldato e pieno di tatuaggi verdastri ed in indosso un paio di pantaloncini leggeri per evitare che sudasse come un dannato per le temperatura elevate della california.
si alzò, andò in bagno e si lavò il viso rendendosi conto di avere due occhiaie giganti sotto gli occhi, che lo segnavano in volto con una certa importanza.
era stanco, aveva ore di sonno tremendamente arretrate ma non ne soffriva molto, il solo fatto estetico era fastidioso ma niente di più.
si sistemo i capelli ed in una scelta rapida, guardando l'oceano maestoso che aveva innanzi, decise di andare a fare il primo bagno a Los Angeles della vacanza.
stare da solo, senza le voci dei suoi manager, delle regole che doveva seguire.
il regime era rigido, ma d'altronde era il suo lavoro, ed era la cosa per cui continuava a vivere.
scese le scale con lentezza, mettendosi un asciugamano sulla spalla e portandosi dietro gli occhiali da sole per evitare che i mattutini non notassero il suo viso stanco e depravato.
la villetta era deserta, i suoi soli passi incombevano nel salotto silenzioso, ancora del tutto in ordine con le vaschette del gelato fuori dal freezer, lasciate da Mirko dalla sera prima.
uscì di casa, chiudendo lentamente la porta, per poi dirigersi con un sorrisetto compiaciuto verso la spiaggia che lo sottostava.
non era una persona per niente mattutina, anzi odiava alzarsi presto, ma quel silenzio, quella pace, il rumore leggero delle onde e della morbida sabbia sotto i suoi piedi era del tutto rilassante per la sua mente confusionaria.
arrivando alla spiaggia notò i granelli di sabbia freschi dalla notte precedente, che qualche ora dopo avrebbero iniziato a scottare come dannati.
camminò per pochi minuti per raggiungere il mare, posò l' asciugamano a terra ed anche gli occhiali, che incastro tra le pieghe del telo da mare.
tasto con i suoi piedi l'acqua ancora fredda dall'oceano, che lentamente si riversava su di lui lasciandogli il tempo di abituarsi alla temperatura.
rimase fermo a guardare l'infinità di quel posto, quanto si sentisse piccolo in quei frangenti di solitudine.
immerse la mano dentro l'acqua e si bagno il viso una seconda volta nella mattinata, assaggiando con la lingua le veloci goccioline che correvano a gara per arrivare prime al mento del ragazzo.
poi tutto quel silenzio, tutta la pace che c'era fu completamente distrutta dalla corsa in acqua di una persona che fece per un attimo distogliere la mente da quella realtà disconnessa.
guardando tra le onde cristalline notò subito Emma, che rideva alla sua faccia scioccata.
uscì dall'acqua e gli tirò un braccio e lui completamente ammaliato dal suo sorriso, dal suo corpo così perfetto che tinteggiava con il suo costume bianco a due pezzi, si lasciò trasportare ritrovandosi pochi secondi dopo con la testa sott'acqua.
subito sentì il cambio di temperatura e affiorò in superficie con un viso a denti stretti.
la ragazza rise nuovamente della sua figura, era buffo quando non faceva la parte dell'omaccio sicuro di sé.
"tu sei pazza"
commento portandosi i suoi capelli completamente all'indietro lasciando che le sue sfumature bionde si distaccassero completamente dal suo colore naturale.
"rinfrescato"
rispose sorridente mentre lo imitava nel gesto, portando la sua chioma mora all'indietro.
Filippo le sorrise, non sembrava vero vederla così contenta, e soprattutto in completa solitudine insieme, senza nessun malessere che la perseguitava.
"che ci fai qui a quest'ora?"
chiese il ragazzo mentre lei si prostrava a riva per prendere i primi raggi solari sulla sua pelle.
"che ci fai tu piuttosto? non eri uno che viveva di notte?"
chiese lei, senza aprire i suoi occhi, tenendo il mento alzato ed il busto sostenuto dalle sue mani che tenevano la sabbia tra le mani poco dietro alla sua schiena.
Filippo la affianco, notando la magnificenza di quella ragazza ogni minuto che passava, dimenticandosi perfino quello che gli aveva chiesto.
i suoi occhi caddero quasi istintivamente sul suo corpo, su quei segni che mai aveva visto prima, così profondi ed orrendi.
ne aveva diversi su tutto il corpo, vicino il collo, sul seno, sul busto, era ricoperta da quei lividi, così schifosi da solo vedere.
il sangue ribolliva nelle vene di Filippo, ma che non fosse nulla a riguardo, non voleva toglierle il sorriso.
"e questo tatuaggio"
chiese di getto osservando la scritta indelebile che aveva sul petto, sopra il cuore.
lei gli posò lo sguardo addosso con una mano, sopra il viso per evitare di rovinarsi la vista, cercando di spiegare il significato in modo sintetico.
"aspetta"
la fermo lui, prendendo dal suo telo i suoi occhiali da sole poggiandoli sul suo naso delicato, vedendo finalmente le sue palpebre aprirsi.
"grazie"
disse sorridente cercando di fare mente locale su quello che voleva dire.
"significa "non mollare" me lo sono tatuata dopo la relazione con Alessio"
spiego, sentendo le leggere onde raggiungerle le ginocchia.
"potrei intuirne il significato, ma perché?"
"non lo so, è uno sprono più che altro, per ricordarmi che non è mai stata colpa mia per tutto quello che mi ha fatto nel corso del tempo"
Filippo notava anche dietro le lenti scure la cupezza che le stava cordonando il cuore, notava la sua voce tentennare nel raccontare quegli avvenimenti.
per questo le prese la mano, incrociando le sue dita con le sue, facendo incontrare i loro anelli argentati ancora una volta.
"non sei sola Emma, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno, parlami"
lei era in imbarazzo, si vedevano le sue guance prendere colore ed annuire con il capo subito dopo aver recepito le informazioni.
"grazie"
disse cercando di soffocare le lacrime, quel passato l'aveva distrutta e si vedeva tanto.
così senza mai staccare le proprie mani, Filippo la tirò in piedi e l'abbraccio.
era la prima volta che i loro corpi, la loro pelle nuda si toccava l'un altra, sentendo il calore e la freddezza andare in contrasto.
sentire i suoi brividi mentre lui le teneva una mano sulla schiena, e lei si cercava di aggrappare alle sue spalle, facendo fatica a ricoprirle tutte.
Filippo le bacio il capo, e per farla sorridere la sollevò da terra sentendo subito le sue domande incessabili arrivare come raffiche.
lui entrò in acqua velocemente con la sua figura avvinghiata al corpo, che si immerse insieme a lei nell'oceano ancora fresco.
Emma aveva la pelle d'oca, non sapeva se per l'acqua, se per il fatto che fosse così attaccata a Filippo o perché sentisse il cuore finalmente leggero.
rimaneva attaccata a lui, mentre stavano vicini alla riva, Filippo era ripiegato sulle sue ginocchia in modo che Emma potesse sedersi sopra e stringersi meglio al suo collo.
sentiva il calore del suo corpo che la rilassava, con i suoi occhiali più grandi del suo volto che rischiavano di scivolarle da un momento all'altro, e le sua mani che la tenevano ancorata a lui, senza permetterle di scappare.
"grazie Filo, davvero"
il suo viso si staccò dalla spalla su cui aveva tenuto il mento per minuti infiniti ed incontro i suoi occhi, azzurri come l'acqua in cui nuotavano.
lui le guardava le labbra, desideroso di riprovare quella sensazione, che gli aveva smosso lo stomaco più di un mese prima.
lei era insicura, poteva davvero baciarlo?
sapeva solo che il viso di lui continuava ad avvicinarsi e ad un soffio dallo scatto delle loro lingue un rumore assordante li fece saltare in aria dalla paura.
i loro petti di nuovo insieme per il colpo preso, percepivano i loro cuori pulsanti che andavano tanto veloci da superare un auto in corsa.
il rumore di una barca poco più lontana dalla boa rossa, aveva emanato un altro di quel suono assordante e così Emma ne colse l'occasione per uscire.
l'imbarazzo le era nelle vene, cavolo ma cosa sarebbe successo se non li avessero interrotti?

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora