"sono davvero indecisa, metto questo vestito o questo?"
chiedeva Sole, in panico per quella serata imminente.
Emma la guardava con una coperta sulle gambe, nonostante stessero per entrare nella piena stagione estiva, con forti dolori mestruali al ventre.
proprio quella sera, forse una delle più importanti dato che una significativa etichetta musicale li aveva invitati per concordare una buona produzione, sarebbe rimasta a casa, dolorante da quelle forte fitte.
intanto Sole rinchiusa bagno si provava i vestiti, facendo un paio di giri davanti allo specchio sperando di risultare carina agli occhi di Mirko, ormai sicura che di lì a poco gli avrebbe confessato i sentimenti.
quando uscì per l'approvazione di Emma, la mora si sbalordì per il bellissimo completo che la bionda aveva indosso.
era un bellissimo abito lungo, sui toni del rosso, un rosso ciliegia che le ricordava i giorni estivi in cui le staccava dagli alberi vicino a casa.
"stai da dio"
disse sicura, mentre lei si guardava allo specchio sorridente per la sua immagina riflessa.
quanto la invidiava, per quella bellezza, per quella bellissima carnagione perfetta, per quei capelli setosi e così luminosi, per i suoi occhi azzurri come il mare ed il suo corpo senza imperfezioni.
sicuramente la ragazza più bella che con cui Mirko potesse provare qualcosa.
Sole le sorrise, si provò con nonchalance un paio di tacchi neri che abbinò alla borsetta a mano.
si spruzzò un po' di profumo, controllando se il mascara avesse sbavato sopra il suo naso all'insù, per poi spalmare sopra le sue carnose labbra una tinta più scura per evidenziarne il noto volume.
"se non ti sposa mio fratello lo farò io"
commento nuovamente Emma sovrastando i dolori alla pancia per abbracciarla, sentendo il suo potente profumo dolciastro entrarle in circolo nei polmoni.
Sole le bacio la guancia, lasciando un piccolo stampo rossastro su essa che cerco di togliere successivamente con un sorriso divertito, con la sua mano.
"sicura di volere restare qui tutta sola?"
le chiese spostandole un capello dal viso, prima che potesse tornare sul letto sempre più tormentata da quei dolori estremamente ricorrenti.
Emma annuì solamente, si rimise la coperta sopra lo stomaco e se lo massaggiò creando una piccola area di calore per sopprimere il fastidio.
subito dopo entrò Mirko nella stanza, rimanendo incantato per un attimo dalla bionda che gli stava innanzi.
la guardava con occhi a cuoricino, le sorrise imbarazzato prendendole la vita tra le mani, baciandole la guancia con una delicatezza inaudita.
"sei bellissima"
sussurrò, vedendola ridere.
poi le posò lo sguardo addosso, mentre lei si guardava attorno, sentendosi di troppo tra loro.
Mirko bacio la fronte di sua sorella, rassicurandola che per qualsiasi cosa avrebbe potuto chiamarlo, oppure chiedere ai ragazzi dello staff che rimanevano nella casetta a fianco.
Emma annuì, gli auguro una buona serata e appena li vide uscire respiro più pesantemente.
non era mai stata una ragazza che soffriva di quei dolori, ma cavolo quella volta erano davvero esagerati.
decise di stendersi, cercando riparo, rannicchiandosi su se stessa per placare i suoi pensieri.
sbuffò stronfiandosi gli occhi con le mani, continuando a percepire del bruciore nelle zoni del ventre.
improvvisamente sentendo una piccola depressione sopra il materasso si girò immediatamente trovando Filippo guardarla.
"santo dio"
disse sentendo il cuore in gola dallo spavento.
"scusa stellina"
ammicco con il suo solito tono dolce mentre le passava una mano sul viso, e lei sentendone il calore si godette quel tocco, così significativo e comprensivo.
Emma chiuse gli occhi, rimase sdraiata di lato con ancora la sua mano poggiata sul viso, con lo sguardo di lui che le bruciava addosso, sapendo che quella sera sarebbe rimasta sola per le successive ore.
il suo viso era leggermente scavato per non aver mangiato tanto in quei giorni, tra il lavoro ed i continui pensieri che aveva per la testa non aveva avuto tregua.
le accarezzava delicatamente le gira arrossate mentre si teneva rannicchiata su se stessa, vedendola ogni tanto fare smorfie di dolore per ciò che sentiva alla pancia.
le faceva quasi pena, era brutto non poterla aiutare in un momento di bisogno, ma per lui sarebbe stata l'ultima scelta arrendersi sul momento.
"aspettami un secondo"
le disse prima di lasciare la stanza velocemente.
scese le scarpe con una certa velocità, cercando Mirko in ogni stanza, vedendolo alla fine di fianco alla porta, poco prima che uscisse.
"Filo finalmente, dov'eri finito?"
chiese preoccupato.
lui lo guardò, si sistemò i capelli e più lo guardava più sapeva che sarebbe rimasto deluso della sua comunicazione.
"Mì, lasceresti davvero Emma qui da sola?"
gli disse mentre Sole, notando una certa tensione si era allontana leggermente da loro.
"non ho altra soluzione, se non sta bene non posso obbligarla a venire"
disse mentre si sistemava il colletto della camicia.
"ascolta, so che ti arrabbierai ma preferirei rimanere a casa, per qualsiasi cosa ci sarei io per lei"
vedeva lo sguardo di Mirko cambiare drasticamente.
Filippo sapeva bene dell'importanza di quell'etichetta, ma cosa avrebbe dovuto fare?
mollarla lì, senza un minimo di dignità?
"starà bene Filo, dobbiamo esserci entrambi"
per quanto volesse bene a sua sorella, certe volte Filippo non lo riconosceva.
Mirko era buono ma sembrava che in quel periodo fosse più preso dal lavoro che dal benessere di sua sorella.
a nessuno sembrava importare davvero della sua salute mentale e fisica.
"non posso lasciarla qui"
disse netto, tenendo il ragazzo davanti a lui sempre più teso.
"vuoi davvero mandare a puttane un'opportunità simile?"
non sembrava importargli più niente di lei.
sembrava darle affetto solo per convenienza, sembrava che il lavoro lo stesse ribaltando e portando lentamente via da tutti, o meglio, solo da lei, perché il tempo per stare con la sua frequentazione ce l'aveva benissimo.
"cazzo Mì è tua sorella, sembra non fregartene nulla di lei"
"mi interessa Filo, sto solo dicendo che non posso farci niente a questo punto"
"beh mi dispiace ma andrai da solo a parlarci perché da sola qui, con tutti quei dolori, non la lascio"
le parole definitive di Filippo uscirono temerari dalla sua bocca, lasciando Mirko confuso, tanto che prese la giaccia e uscì senza che potesse continuare il discorso.
"Filippo"
Sole l'aveva guardato, uno sguardo di compassione, era preoccupata.
"che c'è"
chiese mentre si versava un po' d'acqua in un bicchiere, prima di buttarlo giù velocemente:
"tu la ami"
il liquidò bevuto gli andò di traverso, quello che aveva sentito era fuori dagli schemi.
"che cosa?"
chiese senza preavviso mettendo a posto il bicchiere nel lavabo.
"mi hai sentito benissimo, e sappi che questa cosa sta logorando sia te che lei, mettendo in mezzo anche Mirko"
"che intendi dire?"
"il fatto che siete così incosapevoli, sai bene che Mirko le vuole bene"
"una buona persona, soprattutto un fratello dovrebbe fermarsi e capire le priorità non abbandonare la sorella nei momenti di bisogno"
sentiva il sangue ribollirgli nelle vene dalla rabbia.
si spostò, la cucina gli metteva troppa oppressione.
"parlerò con Mirko, ma tu devi promettermi una cosa"
disse poco prima di aprire la porta di casa con un sonnecchio.
"stalle accanto"
il portone di casa si chiuse, e Filippo guardando il muro per qualche minuto si ricordò della presenza di Emma in quella villa.
corse di sopra, si tolse la camicia che aveva indosso per la serata e mise un pigiama veloce prima di tornare in stanza da lei, che non era più nel suo letto rannicchiata.
la ritrovo in bagno,
seduta in un angolo mentre sentiva forti dolori, dappertutto.
non aveva mai provato tante incongruenze in quel periodo del mese, si sentiva come se le avessero prosciugato ogni forza.
"tutto bene stellina?"
chiese subito preoccupato.
"che ci fai qui"
gli chiese vedendolo in pigiama di fronte a lei, sapendo che sarebbe dovuto andare ad un importante cena di lavoro.
"non ti preoccupare, vieni"
la sua mano si porse verso di lei, che la guardò per qualche secondo prima di riuscire a posare anche la sua sopra essa.
Filippo la tirò in piedi, un po' barcollante, lo guardava sofferente e con un gesto veloce le posò le labbra sopra la fronte, sentendola calda al tocco.
"tu hai la febbre"
affermo prima di vederla appoggiarsi al lavandino per le poche forze che aveva.
in poche ore era come se si fosse spenta d'improvviso.
"che cosa ti senti?"
chiese mentre cercava nel bagno qualche antidolorifico.
"mal di testa"
rispose mentre si posava una mano sulla fronte, sentendola sempre più bollente.
"andiamo a letto vieni"
le prese la mano, e facendo attenzione che non cadesse la riporto sul materasso dove lei ci si lasciò andare completamente.
lui le copri il corpo con una coperta e le si mise accanto, senza nemmeno sfiorarla.
la sua lucidità era fuori mano, non voleva fare cose che a lei non stavano bene.
si posò a guardarla, mentre lei guardava lui, con occhi bisognosi di un contatto.
"sai.."
disse sussurrante mentre Filippo l''ascoltava con il sottofondo delle prime cicale notturne al di fuori della casa.
"quello che hai fatto ieri in spiaggia..mi è piaciuto, sono solo troppo fifona per lasciarti andare avanti"
disse mentre guardava Filippo nelle sue iridi azzurre, chiare come l'infinità dell'oceano.
"sei più forte di quanto credi"
disse prima di farsi più vicino a lei, contento e soddisfatto di ciò che aveva sentito.
le erano piaciuti i suoi baci, le sue labbra
sopra la sua pelle.
che emozioni che aveva provato in quel momento.
"ti posso chiedere una cosa?"
chiese, sentendo sempre di più il bisogno della sua vicinanza.
"dimmi stellina"
"non è che lo rifaresti, per me?"
quella richiesta, per quanto strana, aveva riempito il cuore di Filippo, ancora di più di quanto lo era già.
la guardo, cercando di capire quanto lei fosse sicura di quella proposta, ma i sentimenti per una volta volevano prendere le redini del comando.
"sei certa di quello che chiedi? non voglio fare cose che con più lucidità non mi chiederesti di fare"
"ne ho bisogno"
le suppliche erano il punto debole di Filippo, la sua voce tenue che gli chiedeva dei baci era così dannatamente forte e brecciante per il suo cuore.
a quel punto, la tirò a sé, sentendo subito la sua figura raggomitolarsi sulla sua, facendolo sorridere sul momento.
le spostò i capelli dal collo, quelle piccole ciocche more che sembravano corde di una bellissima chitarra su cui suonare.
abbasso il capo per raggiungere la sua pelle, e ne lascio leggeri baci che davano infiniti brividi alla ragazza.
Emma chiuse gli occhi, rimase immobile mentre le labbra di Filippo la cullavano verso un sonno tranquillo.
sentendo quel contatto il mal di testa sembrò alleviarsi, era strano ma era vero.
Filippo cercava le parti più sensibili della sua pelle, per studiarli e stuzzicarli lentamente, con calma si fece spazio tra i suoi punti deboli.
Emma strinse Filippo in una stretta solida, sarebbe rimasta così, insieme a lui e con nessun altro, per sempre.
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𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃 𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀
Fanfiction!TW! violenza domestica "parlami Emma, in qualsiasi modo tu voglia, io sono qui, lo sarò sempre e niente potrà allontanarmi da te"