gli incubi erano ricorrenti, ogni notte sempre lo stesso.
Emma si addormentava e tempo qualche minuto che si ritrovava di nuovo Alessio di fronte per farle del male.
sognava i tanti schiaffi ricevuti, il dolore nel subirli, l'annullamento della sua identità tramite la voglia animale di quell'uomo, bisognoso morbosamente del suo corpo.
ripensava a quei momenti bui di continuo, lo si notava principalmente quando la ragazza perdeva lo sguardo nel vuoto, spesso non rispondendo alle domande dei suoi amici, senza nemmeno guardarli mentre parlavano.
quello era uno di quei momenti, in cui Sole, cercava di richiamare la sua attenzione, battendo le mani, schioccando le dita, ma nonostante ciò Emma non faceva altro che osservare la sua solita tazza di caffè ancora piena fino all'orlo.
quando finalmente riuscì ad uscire da quella trance fissò la sua amica negli occhi, sbattendoli qualche volta come senza rendersi conto della realtà che la circondasse.
"questa è già la terza volta stamattina"
la riprese lei, legandosi la chioma bionda in una coda di cavallo abbastanza stretta.
la ragazza era consapevole di essere succube di un incubo perenne, ma non poteva farci granché se non viverli giorno per giorno, cercando di abbatterli senza grossi risultati.
"devi distrarti Emma, in qualche modo devi farlo"
era ormai passata una settimana e mezza dal loro arrivo nella california e la mora era uscita di casa si e no 2 volte.
spesso rimaneva sola, perché priva di forze e nessuno per motivi di lavoro, poteva starle accanto, nemmeno Filippo.
lo vedeva a cena, spariva per cantare, tornava per dormire le due ore che gli bastavano per ricaricarsi e poi tornava al lavoro.
era una macchina, una specie di robot, per quanto ne sapesse lei non faceva altro che cantare, dormire, cantare e dormire di nuovo.
non lo vedeva più spesso come prima, quando veniva a salutarla, le dava un bacio sulla nuca, e poi scappava nello studio.
quando dormiva con lei, all'insaputa di suo fratello, per assicurarsi che non facesse incubi, quando forse gli importava qualcosa di più di lei.
ormai si era fatta un'idea di lui più storta di prima, lo vedeva come una persona cara, niente di più.
non sentiva più la scintilla che faceva breccia nei suoi occhi ogni volta che la guardava, non sentiva più una strana movenza nello stomaco in sua presenza, non c'era più quell'attrazione.
per quanto avesse voluto nasconderlo forse qualcosa tra loro poteva anche esserci, ma qualsiasi cosa fosse, era morta da tempo.
"sto andando da Mirko, non è che vuoi venire?"
era di rito ormai, ogni mattina la stessa domanda, e come ogni mattina la stessa risposta.
Sole la guardò preoccupata ma lascio perdere, Emma era una testa calda e nessuno poteva farci nulla.
la moretta udì la porta di casa chiudersi e fisso la cucina finalmente con il sapore amaro del caffè che gli arrivo in gola.
respiro profondamente, aveva bisogno di cambiare aria, forse era arrivato il momento dopo giorni di perenne far nulla.
si alzò, con il pigiama che le rimaneva attillato alle cosce striminzite, era dimagrita tantissimo.
purtroppo le capitava spesso di non mangiare, per via di quegli incubi che la incollavano al letto, che la facevano sudare freddo e chiudere lo stomaco.
oltre ai lividi sulla sua pelle candida si erano aggiunte le sporgenze delle sue ossa sul tronco del suo corpo.
purtroppo non ci avrebbe potuto fare molto, era in una trance continua che non la lasciava in pace nemmeno un giorno, nemmeno un'ora.
andò di sopra, sentiva le gambe deboli, si avviò in bagno con sguardo basso, prese un costume dalla valigia e si cambio con fatica, le braccia non le arrivavano dietro la schiena, movimenti limitati la perseguitavano.
alla fine ci riuscì, esclamando esasperata dopo minuti interminabili di continui tentativi.
si guardò allo specchio non più di 5 secondi per non iniziare a piangere per lo schifo che la sua figura le faceva, ormai non aveva nemmeno più senso provare ad amarsi.
uscì dal bagno, si mise un po' di crema, e dopo aver sceso le scale si avviò verso la piscina appena fuori il suo giardino.
lì, proprio lì a bordo vasca, Filippo che si specchiava come narciso nell'acqua, si sistemava i riccioli, guardava i tatuaggi sulle mani, sul. torace, sulle gambe.
era perso con lo sguardo, aveva preso un giorno di pausa dopo giorni stancanti ed interminabili senza sosta.
o meglio Mirko l'aveva obbligato a stare a casa dopo averlo visto con le occhiaie che gli marcavano il contorno occhi, e il fatto che il ricciolo non si ricordasse a stenti il testo delle sue canzoni.
era fuso ormai, aveva bisogno di riposarsi.
poi il tuffo in acqua di una persona lo risveglio, alzo lo sguardo e appena vide la figura di Emma affiorare prese spavento, non la vedeva dalla notte in cui era rimasto a casa per farle compagnia, quando stava male da non riuscire a reggersi in piedi.
le era mancata, dio se le era mancata.
ma occupava tutto il tempo che aveva in modo di non poterla vedere nemmeno un minuto.
il motivo? non lo sapeva nemmeno lui.
provava dei sentimenti così forti per lei, ma pensandoci su, la sua vita era peggiorata drasticamente da quando ci era entrato lui.
tra stupro, droga alcool, Filippo non voleva più recarle dolore.
stando lontano da lei sicuramente gli avrebbe fatto male, ma sicuramente l'avrebbe fatta rimanere al sicuro, ed era la cosa più importante.
appena riaffiorò la ragazza lo notò e si guardarono per qualche secondo negli occhi.
quel luccichio a cui Emma stava pensando 10 minuti prima lo ritrovo lì, proprio in quegli occhi magnetici, più di qualsiasi calamita esistente.
poi distolse lo sguardo, lo ruppe, sapeva che non sarebbe stata in grado di farlo sennò se avesse continuato.
"chi si rivede"
esclamò lui, guardandola, squadrandola.
lei non rispose, sembrava quasi infastidita, uscì dall'acqua e si sedette a bordo piscina come il ragazzo.
si strizzò i capelli tra le mani, mentre lasciava ammirare la magnificenza del suo corpo a Filippo che non riusciva a fare altro che continuare ad osservarla.
non poté fare a meno del suo dimagrimento, era consapevole attraverso Sole, ciò che le stesse succedendo.
sapeva tutto.
gli incubi, il salto dei pasti, le giornate a letto, le notti insonni.
ogni cosa.
ma come già detto, senza di lui sarebbe andato tutto per il meglio.
però quella ragazza, cazzo.
lo mandava fuori di testa, fuori da qualsiasi pensiero razionale.
non riusciva a pensarla a letto, non voleva.
il suo unico pensiero erano le sue labbra.
avrebbe voluto assaggiarle, mangiarle, sentirne il profumo, la sofficiezza, di nuovo. come quella sera di molti mesi prima.
era il suo unico desiderio sporco su di lei.
sporco se così si poteva chiamare.
non era mai stato così garbato nel pensare una ragazza.
lei non era figa, era bella, e c'era una differenza sostanziale tra le due.
chi è figa è esteticamente attraente ma dentro che cosa le rimane oltre a due seni prosperosi e un fisico da paura? nulla.
Emma era bella, bellissima, divina a tratti.
aveva un animo buono, macchiato da tutti i mali che le sono capitati nel corso della vita.
non disse nulla, si buttò in acqua e lentamente la raggiunse vicino al bordo in cui era seduta, con solo i suoi occhi color mare a fior d'acqua, che la spogliavano da ogni tipo di scudo.
sapeva di poter fare molto con i suoi occhi, e sfruttava spesso questa tattica, era capace di ipnotizzare con una sola occhiata.
Emma sorrise leggermente, notandolo.
decise di seguirlo, riemerse il suo corpo nell'acqua, nuotando per qualche metro prima di riemergere angelicamente, come qualche famosa pubblicità sui profumi.
Filippo la guardò sorridente, era la donna più bella che avesse mai visto.
non si scambiarono nemmeno una parola, rimanevano nello stesso spazio, scambiandosi sguardi furtivi e sorridenti, ogni tanto lui faceva finta di sfiorarla per farle il solletico e lei d'istinto si girava per schizzarlo con un po' d'acqua sul viso.
l'atmosfera era tesa e piena di desiderio, anche se cercavano di nasconderlo.
"non dovresti essere a lavoro?"
chiese Emma spezzando il silenzio che si era creato tra loro.
"tuo fratello dice che sto facendo troppo, abbiamo già inciso tutti i pezzi, e così mi ha lasciato a casa"
di nuovo si ritrovarono muti, con il leggero bruciore del sole sulla pelle e quello dei loro occhi che si continuavano a cercare.
"vieni qui un minuto"
Filippo la richiamo con un sorriso beffardo in volto, mentre la mora si toglieva delle gocce d'acqua sulle sue ciglia completamente zuppe.
"che vuoi fare?"
chiede titubante, mentre lui sorrideva, come se immaginasse la sua reazione.
le porse il braccio, quel braccio pieno di tatuaggi, con le vene che gli pulsavano in superficie e che lo rendevano più attraente di come già era.
Emma lo guardò per poi incontrare i suoi occhi, infondo lei si fidava di lui.
allora con una mano quasi tremante si congiunse a lui, che lentamente l'attiró a se.
lì la ragazza non toccava, era almeno una 15ina di centimetri più bassa di Filippo, il che determinava il fatto che se non avesse nuotato a tanto sarebbe finita con la testa sott'acqua.
ciò le risveglio una delle sue paure più profonde.
non ci volle molto prima che si aggrappasse alle sue spalle, facendo comparire di nuovo un sorriso sul viso del ricciolo.
"sei pazzo"
chiese frettolosa, lui sapeva bene della sua fobia per l'acqua, il non poter toccare, sentire il controllo sotto i suoi piedi.
gliel'aveva confidato la settimana prima al mare, quella mattina ad un passo dalle labbra dell'altro.
ed ora lei era lì che spaventata lo implorava di portarla al bordo.
lui in tutto ciò non l'aveva nemmeno toccata, sentiva solo il calore del suo corpo contro il suo, le gambe che cercavano di appendersi alla sua vita e le mani che stringevano forte le sue spalle cercando un riparo dalle sue paure.
"Filippo per favore io non ce la faccio"
lo diceva con tono tanto spaventato da sembrare singhiozzante sul punto di lacrimare.
a quel punto cerco di rassicurarla, con le mani che lentamente si posarono sui suoi fianchi, ciò le fece partire una scarica di brividi per la spina dorsale.
lui ghigno cullandosela tra le sue braccia, non voleva portarla a quell'estremo, non voleva spaventarla ma solo sentirla di nuovo.
quel contatto che tanto gli era mancato.
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𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃 𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀
Fanfiction!TW! violenza domestica "parlami Emma, in qualsiasi modo tu voglia, io sono qui, lo sarò sempre e niente potrà allontanarmi da te"