l'aria che tirava a Milano in quel periodo era tremendamente gelida, sembrava di essere tornati nuovamente a dicembre, con il fresco che ti entrava nelle ossa e ti faceva rabbrividire.
Filippo era a casa da solo, era domenica e da poco aveva iniziato a cucinare qualcosa da mangiare per cena, con il sottofondo della sua musica che l'accompagnava nei movimenti.
poteva sembrare una cosa egocentrica ma più che ascoltare, lui sentiva le sue parole, e per quanto gli piacessero le sue canzoni ogni volta trovava quei minimi errori che probabilmente notava solamente lui.
stava cucinando della pasta al sugo, girava i carboidrati nella grande pentola d'acqua in bollitura e nell'altra il pomodoro del tutto speziato e pieno di sapore.
in attesa della fine della cottura si sedette sul divano in salotto, con la leggera voce soave che lo riportava distrattamente alla realtà.
guardo il suo telefono spavaldamente, con una felpa indosso ed un paio di pantaloni lunghi, che teneva leggermente ripiegati sulle caviglie.
l'aria della domenica l'aveva rilassato, in quei giorni tutto era tornato alla piena normalità e di questo una parte di sé era felice.
finalmente tutto era ritornato a come era prima, il suo benessere non aveva mai avuto tanta rilevanza per se stesso, piuttosto guardava chi lo circondava.
Mirko lo sentiva ogni tanto, con il lavoro sempre di mezzo ormai era quasi impossibile non tenersi in contatto per poco più di due giorni.
Pablo gli mandava giusto due messaggi per documenti e firme, incastrati con contratti e roba che comunque riguardava sempre la sua musica.
l'unica con cui non parlava di lavoro era Emma, e di quei giorni non aveva fatto altro che parlare con lei di tutto se non della sua musica.
la ragazza non aveva mai toccato l'argomento e questo gli faceva capire quanto a lei non importasse della sua carriera, dei suoi soldi, della fama che in qualche modo era riuscito ad accaparrarsi.
lei era pura e lo vedeva dal solo sguardo che gli metteva addosso, dai sorrisi timidi che nascondeva tra le mani e dal suo linguaggio del corpo che faceva fatica ad esprimersi in sua presenza.
ripensando ad Emma Filippo sorrise, e non ne sapeva il motivo.
perché una ragazza gli faceva così bene?
non se lo spiegava ed eppure con tutte quelle con cui era stato non si era mai sentito così, con il cuore a mille quando ci stava assieme, con gli sguardi fusi tra loro che si studiavano di continuo, con il battere dei loro cuori che si sincronizzavano appena uniti in un abbraccio.
si passò una mano sul viso, pensarla gli riempiva il cuore di gioia e farlo significava staccare la spina dal mondo esterno, e non se lo poteva ancora permettere purtroppo.
il suono improvviso del telefono lo fece sobbalzare, guardo lo schermo illuminato e sopra comparse un numero, un numero non salvato in rubrica che gli causò molta curiosità.
si portò all'orecchio il cellulare e rispose.
"pronto?"
"Filippo"
riconobbe quella voce in una frazione di secondo.
quella voce che tanto disprezzava, che tanto l'aveva deluso, e che non sentiva da settimane.
Victoria lo stava chiamando anche se aveva raccomandato di non farlo mai più.
"che cazzo vuoi"
disse subito duro, l'immagine del suo tradimento era indelebile nella sua testa.
"dio calmati, volevo solo sapere come stessi"
"da quando ti interessa di come sto, non te ne è mai importato"
"eddai non fare l'offeso, sappiamo entrambi che c'è ancora qualcosa tra noi"
"vai proprio convinta, continua così"
rispose molto sarcastico, mentre aspettava il momento giusto per riattaccarle in faccia.
"ok mi hai sgamata Fil, sai bene che io ci tengo a te, e soprattutto che ti avevo fatto una promessa prima che mi voltassi le spalle in discoteca"
il cuore di Filippo si fermò, fece un sobbalzo tanto da fargli mancare il respiro.
"che cazzo le hai fatto"
il pensiero cadde subito su Emma, mentre sentiva la ragazza dall'altra parte del telefono ridere con gusto.
lui riattacco ed uscì di casa, correndo alla macchina, sperando che non le fosse successo nulla.
intanto Emma era a casa sua, seduta sul tavolo della cucina, con un sorriso fuso sulle bocca ed una bottiglia di alcol nella mano, con il bicchiere di vino vuoto di fianco a lei.
era completamente fuori di testa, le pulsava la mente ma non le importava, ogni tanto rideva per il troppo alcol nelle vene e l'effetto che le stava dando al capo tutta quella roba.
dondolava le gambe nel vuoto di pochi centimetri fino a che il campanello suono, lasciando che lei non si muovesse nemmeno per aprire la porta.
il nome di lei fu gridato più volte prima di vedere una figura entrare in casa sua di netto, incontrando subito i suoi occhi.
"Emma"
Filippo la guardò felice che non fosse stata urtata fisicamente, ma lo sguardo perso di Emma su di lui gli fece subito sorgere parecchi dubbi.
lei rise, gli accarezzò il viso e camminò con la bottiglia di vino in mano.
"Emma, dammi la bottiglia"
il tono era preoccupato, lei non faceva altro che ridere e bere da dentro quella bottiglia color ottano, intanto che lui cercava di levargliela dalle mani.
"mammina sono già andata a scuola oggi"
disse prima che Filippo potesse strapparle dalle mani l'alcol che portava con sé andando subito in cucina, dove trovò un bicchiere mezzo vuoto di vino, con alcuni rimasugli sul tavolo.
Filippo prese distino il bicchiere ed annusandone il contenuto prendendo un colpo al cuore.
posò sul tavolo con violenza l'oggetto in questione corse dalla ragazza che rimaneva a fissare il vuoto senza troppa attenzione.
"Emma guardami"
le disse prima di notare le sue pupille completamente dilatate.
si mise le mani nei capelli, quella stronza di Victoria l'aveva drogata.
non si poteva spingere oltre, non solo aveva peggiorato la situazione con l'alcol ma l'aveva convinta in qualche modo a bere quel bicchiere di vino.
si sentì così impotente davanti a lei, la sola cosa che poteva fare era aiutarla a ripulirsi una volta finito di vomitare.
era un rigurgito unico, almeno ogni 10 minuti doveva correre al bagno.
lui le faceva bagnare il viso sotto l'acqua gelata e pian piano che buttava via tutto quello che aveva in corpo, era sempre più stanca e senza forze.
l'ultima volta che si era ritrovata ripiegata sul lavandino Filippo le teneva la capigliatura mora in una mano mentre con l'altra le passava l'acqua sul viso.
lei rimaneva ferma, con due mani sul lavabo per sostenersi, e lo sguardo basso, così in imbarazzo.
si sentiva inutile, senza un minimo di energia per reagire.
lui la guardava, non si erano scambiati una sola parola, il ragazzo aspettava solo che potesse di nuovo esternare tutta la merda che quella stronza le aveva fatto bere.
era appoggiato con la testa all'indietro sulla doccia della ragazza, guardandola pulirsi i denti per la millesima volta in pochissimi minuti di distanza.
una volta che si assicurò di essere pulita se ne uscì dalla stanza senza dire nulla, si sdraiò sul letto lasciando Filippo solo.
lui si mise le mani nei capelli, perché tanto odio nei suoi confronti?
era una ragazza così buona, così dolce, perché trattarla come una pezza da piedi solo per gelosia?
lui camminò verso la sua figura rannicchiata.
tremava dal freddo ma non sentiva il bisogno di coprirsi, non aveva nemmeno più le forze per mettersi una coperta sulle gambe.
Filippo si sedette accanto a lei, affondando leggermente il materasso e facendo scontrare la sua schiena contro di lui.
"Emma"
appena la mano di Filippo le sfiorò la spalla la senti singhiozzare, era ingiusto.
distinto la giro verso di lui e l'accolse nelle sua braccia, non voleva farla sentire sola in quel momento, voleva che sentisse la presenza di qualcuno per lei, che non la giudicasse e che le volesse bene in qualsiasi momento.
"sta tranquilla ok? ti prometto che nessuno, e dico nessuno ti toccherà mai più, è una promessa Emma"
le sussurro, mentre lei rimaneva piangente sulla sua spalla.
"vorrei solo sparire"
confesso continuando a piangere, stendendosi nuovamente sul suo letto, con le mani in viso.
"non devi dirlo, cambierà tutto promesso"
le accarezzo il capo con una cura inaudita, mentre lei singhiozzava tra le sua dita affusolate.
lui le prese una coperta ai piedi del letto e le copri il corpo tremante, guardandola sonnolenta ancora prima di chiudere gli occhi.
"buonanotte stellina"
sussurro, prima di fare un passo verso l'uscita.
"rimani con me"
quelle parole furono una breccia nel cuore del ragazzo che si giro subito, non sapeva se rimanere, però guardarla in quelle condizioni lo distruggeva.
le si avvicinò e mettendo le sue scarpe vicino al comodino si sdraiò vicino alla ragazza che senza aspettare gli si fiondò addosso.
Filippo che sognava un contatto simile da settimane, sorrise, si giro di lato e l'abbraccio completamente, sentendo il suo profumo entrargli nelle narici con velocità.
le accarezzò la vita con le mani e sentiva pian piano che il suo pianto stava cessando.
prima di chiudere gli occhi le posò le labbra sulla fronte, forse lo fece un paio di volte prima di addormentarsi.
stringersi così, aveva fatto bene ai loro cuori, finalmente insieme.
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𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃 𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀
Fanfiction!TW! violenza domestica "parlami Emma, in qualsiasi modo tu voglia, io sono qui, lo sarò sempre e niente potrà allontanarmi da te"