𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟏𝟑

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Filippo dormiva, sentiva male alla testa e ed il suo viso era ricoperto da gocce secche, che gli tiravano la pelle in modo costante.
non sapeva dove si trovasse, tastò il letto velocemente, non riconoscendo il suo materasso malconcio ed il suo cuscino più strutturato per il mal di testa.
aprendo gli occhi un colpo alla fronte lo fece sbuffare, non si sentiva proprio in forma.
quando poi prese coraggio si alzò dal letto, guardandosi attorno non riconobbe la sua stanza, piuttosto notando la foto poco lontana incorniciata riguardante lui ed il suo migliore amico, riuscì ad inquadrare finalmente il posto incognito in cui si trovava.
perché era a casa di lorenzo?
ricordava poco della sera prima, aveva preso la macchina, era intento ad andare in ospedale ma poi appena arrivato i suoi pensieri si erano come interrotti.
la sua razionalità spenta e così aveva resettato tutto quello successo.
si strofinò il viso, scendendo le scale con lentezza, vedendo lorenzo in cucina, con il suo solito caffè in mano.
la sua aurea era cupa, non aveva il viso acceso di almeno la piccola gioia che provava alla mattina, bevve l'ultima goccia di caffè per poi riporre la tazzina nel lavabo.
"lori"
disse con tono assonnato mentre subito il ragazzo gli lanciò uno sguardo cupo.
"lori un cazzo filippo, proprio una beata minchia"
rispose teso, nervoso, mentre si puliva le mani in uno strofinaccio appeso al muro.
"cos'è? ti sei alzato male oggi?"
chiese subito notando il tono aggressivo contro di lui.
"cazzo sei proprio un coglione, sapevo lo fossi già, ma non pensavo così tanto"
disse sorpassandolo, urtando con violenza la sua spalla destra.
"dio santo, vogliamo dire che cosa succede o bisogna aspettare l'ascesa del messia?"
chiese subito il ricciolo aspettandosi una spiegazione.
"c'è che sei un completo coglione, non solo sei venuto all'ospedale senza che nessuno te l'avesse chiesto, ma ti sei fatto perfino cacciare perché continuavi a dire di voler vedere quella ragazza, Filippo cazzo ti rendi conto, mi hai fatto fare la figura dello scemo, di chi non sa controllare i matti che corrono a giro"
"io sarei un matto quindi?"
"sto dicendo che non dovevi venire, se non ti ho portato è perché avevo immaginato la tua reazione"
"ma cosa sei adesso uno psicologo? cazzo da quando ti preoccupi del pensiero della gente"
chiese lui mentre cercava di riportare ordine tra le sue idee.
"mi interessa da quando dai di matto per lei, insomma non ti sei sentito e visto ieri poco prima che chiamassero per l'incidente? eri fuori di te Filippo non so se te ne sei reso conto ma hai iniziato a piangere e tirare pugni alle cose, eri completamente fuso"
disse controbattendo le sue accuse.
"è diventato un reato preoccuparsi per qualcuno? e poi già che ci siamo facciamomi ricoverare data la mia pazzia"
Filippo era inorridito da quello che stava ascoltando, per lo più dal suo migliore amico.
si sedette sul letto in cui aveva dormito e si portò le mani alla testa.
non sapeva che fare, era fuori di sé, si estraniava dalle parole di Lorenzo che lo richiamavano dal salotto.
Emma era in ospedale, e se il suo migliore amico diceva giusto, probabilmente era uscito di testa, non se ne era reso conto.
davanti ad un problema così, non sapeva reagire, era la prima volta che provava emozioni simili soprattutto riguardanti una persona a lui cara.
"Filo cazzo"
senti alle sue spalle una volta che torno in se.
"senti, non volevo urlarti contro.."
disse il ragazzo mentre il rumore dei suoi passi raggiunsero Filippo che guardava il pavimento con continuità.
"..ero solo preoccupato, non ti avevo mai visto così preso per una persona, io ti voglio bene e preferirei mille volte prendermi tutto il tuo dolore per non vederti piangere"
a Filippo gli si illuminarono le iridi più azzurre che mai, che lo scrutavano mentre un furbo sorriso gli compariva sulle labbra.
"non fa niente"
rispose con poca acutezza nella sua voce, mentre si alzava in piedi razionalizzando per la millesima volta il problema corrente.
Lorenzo lo guardò, sospirando prese un asciugamano e se lo portò sulla spalla mentre si avvicinava all'uscita, lasciando Filippo alle sue spalle.
"Lori"
disse distinto aspettando che lui si fermasse per rispondergli.
"che cosa le è successo"
Filippo cercava risposte, quella ragazza lo mandava in estasi e saperla malata lo preoccupava, gli faceva fremere le mani e gli scombussolava la mente.
Lorenzo lo guardava e più lo faceva più non riusciva ad aprire bocca, si era bloccato al solo pensiero di vedere nuovamente Filippo morire dal dolore.
"Lori ti prego"
lo incoraggiò lui vedendolo spento, sapeva quanto ci tenesse che lui non si buttasse giù, ma la curiosità lo assaliva, se non l'avesse saputo sarebbe rimasto con il dubbio interiore che l'avrebbe mangiato vivo per il resto dei suoi giorni.
"non posso farlo"
Lorenzo rimase sulla difensiva, odiava mostrare la realtà a Filippo ma in quel momento sembrava l'unica cosa che poteva fare.
si sedette e così fece anche lui che aspettava ansioso la risposta.
"i medici appena arrivati in ospedale le hanno ispezionato il corpo, era piena di lividi, tagli, succhiotti, i capelli erano malandati ed il suo corpo così depravato da far paura.
si sono spaventati, pensavano ad un tentato omicidio ma poi diciamo che controllando tutto il suo corpo si sono accorti che beh.."
"cosa, di cosa si sono accorti?"
chiese con il cuore in gola, mentre si sentiva sempre più impaziente di sapere la verità.
"aveva la zona intima completamente danneggiata, non so bene che cosa hanno detto ma non hanno potuto più escluderlo.
è stata stuprata"
il cuore di Filippo si fermò, fu quasi come se avesse smesso di vivere per qualche attimo.
si sentiva vuoto di emozioni, o forse vuoto di quasi tutte le emozioni, la rabbia che gli ribolliva nelle vene era più scottante del sole in piena estate.
gli fremevamo le mani, cavolo se era arrabbiato, avrebbe voluto prendere a pugni quell'uomo, così si alzò ed iniziò a camminare per non eseguire azioni violente.
Lorenzo lo guardava, aveva paura per lui, per la sua persona, sapeva bene che ragionare era la cosa che più gli riusciva ma in quel momento la razionalità sembrava del tutto sparita.
"sei serio?"
chiese subito, sperando in uno stupida e stronza menzogna.
"perché dovrei mentirti?"
chiese subito il suo migliore amico vedendolo sospettoso.
a quel punto Filippo era fuori di sé, si mise le mani nei capelli e ripensando a tutto quello che avrebbe potuto fare per lei in quel momento, gli passò fulminea per la testa l'immagine di quell'uomo, l'uomo che l'aveva fatto arrabbiare così tanto da lasciare sola quella povera donna indifesa.
"cazzo"
appena realizzato Filippo ci mise poco ad agitarsi nuovamente, guardando Lorenzo che cercava di comprenderlo.
"che cosa?"
chiese subito preoccupato mentre lo faceva sedere per la centesima volta, sentiva il respiro accelerare.
non aveva davvero potuto permetterlo.
"cazzo, io..io sono così..così coglione"
balbetto mentre sentiva le lacrime che lentamente gli raggiungevano gli occhi.
e se fosse stato lui?
e se lui l'avesse violentata, l'avesse fatta svenire e portata in ospedale.
se fosse stato lui la causa?
Filippo era impaziente, prese una felpa se la infilò e corse via, rincorso da Lorenzo.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora