perché faceva così male?
una normale serata in discoteca aveva fatto crollare Filippo in una nube di disperazione una volta davanti alla scena in cui la sua fidanzata, era avvinghiata ad un altro ragazzo baciandolo con passione.
lui l'aveva solo guardata, era così schifato che avrebbe facilmente pestato a sangue l'amante ma non fece nulla perché la troppa folla glielo impediva.
Victoria, la ragazza in questione aveva cercato di spiegargli di questo grosso malinteso ma Filippo non ebbe nemmeno la voglia di fermarsi a sentire le sue scuse inutili.
aveva preso il suo polso tatuato e lui si era girato violentemente verso di lei, scontrandosi più volte con le persone in mezzo alla pista.
lei aveva cercato di baciarlo ma prima che potesse farlo lui si scolló in modo rude, insultandola a gran voce.
"ricordati, ogni ragazza per te sarà solo un gioco ed io te lo dimostrerò ad ogni occasione"
se ne andò lasciandola sola in mezzo alla folla cercando rifugio fuori dal locale dove la brezza leggera e fresca di milano aiutava a schiarire le idee.
si sedette sbuffando su un muretto e si portò una mano tra i ricci scombinati prima di sentire qualche lacrima rendergli ludici gli occhi.
perché l'aveva fatto?
non era mai sembrata una ragazza così fuori di se tanto da arrivare a punti del genere.
l'aveva amata così tanto e gli si spezzava il cuore a vedere ripetutamente quell'immagine nella sua mente disordinata.
"perché piangi?"
chiese una voce ovattata che fece subito asciugare le lacrime di Filippo con un colpo di mano veloce.
"non sto piangendo"
rispose subito senza mai girare la testa per non far vedere il suo viso trafficante di lacrime amare e dolorose.
"ti ho visto"
la voce era femminile, molto meno pungente di quella di Victoria, e così vicina a lui che sembrava essere nella sua testa.
tiró su con il naso e guardò dinnanzi a lui regalando un profilo del suo viso alla sconosciuta invadente.
un lampione illuminava i suoi tratti soavi e delicati, gli occhi erano pieni di lacrime ed il colore azzurro si mimetizzava con esse.
"che fai qui tutto solo?"
chiese di nuovo lei mentre lo osservava curiosa.
"potrei farti la stessa domanda"
rispose smorzando un sorrisetto sulle sue labbra, guardando la sconosciuta finalmente in volto.
aveva dei tratti molto delicati, così tanto da sembrare disegnati.
occhi verdi che anche loro riflessi nella luce artificiale dei lampioni erano ancora più splendenti.
lui ne rimase catturato, e lei con sguardo perso lo scrutava con una risatina continua.
"hai bevuto?"
chiese subito notando una bottiglia semivuota nella sua mano ripiena di anelli argentati.
"no"
rispose lei mentre barcollava per il marciapiede deserto, accompagnata da una voce piuttosto deragliata.
"me ne daresti un po'"
chiese il ricciolino alla ragazza che con passo tremante gli si avvicinava.
"no"
disse ridendo subito dopo mentre lo affiancava sul muretto in mattoni rossastri.
"che vuoi in cambio?"
chiese lui vedendola su di giri, con quella bottiglia in mano che l'avrebbe solo fatto sfogare di tutte le sue insicurezze.
"voi uomini.."
incominciò facendo dondolare le sue gambe nel vuoto di quasi un metro di altezza.
"..cercate di estrapolare un rapporto sessuale da qualsiasi conversazione innocente"
continuò bevendo un altro po di quell'alcolico nella bottiglia verdastra.
"no ma che hai capito? non intendevo quello"
rispose frettoloso Filippo accendendo una sigaretta tra le sue labbra arrossate.
"posso un tiro?"
chiese la ragazza deviando completamente l'argomento precedente, come se nonostante il tasso alcolico molto alto, volesse non parlare di quel tipo di cose.
"no"
rispose lui facendole il verso, facendo un mezzo sorriso mentre espirava del fumo dal bastoncino ripieno di tabacco.
lei lo guardava solamente, l'alcol le stava dando alla testa e la consapevolezza che lei fosse lì a scherzare con un completo sconosciuto, sicuramente non c'è l'aveva.
"facciamo un patto, io ti do un tiro e tu un po' del tuo alcol"
contrattó Filippo mentre la ragazza beveva lentamente ancora un po' di quel liquido che la stava mandando fuori di testa.
"mhh solo uno?"
si lamento leí con sguardo triste.
"dipende da quanto mi fai bere"
rispose lui mentre le dondolava la sigaretta davanti al viso.
"sei stronzo"
rispose lei facendolo sorridere leggermente.
allora la ragazza passo in modo svogliato la bottiglia a Filippo che ne bevve qualche sorso con estremo bisogno.
"dio quando é forte questa roba"
esordì una volta mandato giù.
aveva la gola in fiamme, talmente tanto che per la prima volta in tutta la sua vita sembró schifato dall'alcol.
"tanto, serve per dimenticare"
"e funziona?"
"certo, io non so nemmeno come ci sono finita qui, fa effetto velocemente"
rispose lei mentre aveva preso dalle sue dita tatuate la tanta ambita sigaretta, da cui ne aspiro un po' di fumo.
"cosa vuoi dimenticare?"
chiese Filippo ritrovandosi improvvisamente davanti ad una situazione molto intima, nonostante si conoscessero da a malapena 10 minuti.
"cazzo fai troppe domande"
rispose lei mentre tirava un'altra volta il fumo dalla sigaretta.
"sei misteriosa"
continuò bevendo un altro po dalla bottiglia.
si era creato un silenzio tombale tra i due, che veniva spezzato solamente dalla musica del locale che li accompagnava oramai da una quindicina di minuti scarsi.
"e tu, cosa vuoi dimenticare?"
chiese lei improvvisamente.
"sei curiosa ma non vuoi parlare di te"
"stai zitto e racconta"
lo ammonì mentre lui la guardava sempre più attentamente con le sue iridi chiare.
"sono stato tradito dalla persona che amo, l'ho vista baciarsi con un altro e ho perso la testa"
confesso risentendo quell'acido sapore del tradimento ritornare nella sua gola.
"come si chiama?"
"Victoria"
lei annui e incroció le gambe sul muretto dondolandosi leggermente.
"devi avere tanto fegato per tradire.
insomma se é amore vero, dev'essere davvero duro farlo"
"non era vero amore allora"
rispose di acchito Filippo con tono triste.
"la vita va avanti, sono stata delusa tante volte e avrei pensato di morire nella maggior parte.
però ora sono qui, questo dimostra che tutto é possibile"
"capisco"
continuava riprendendo la sigaretta tra le mani e aspirandone ancora un po' di fumo rimasto.
di nuovo un silenzio calo e in quel momento Filippo si mise a riflettere.
forse la ragazza aveva ragione.
non era stato vero amore quello con Victoria?
ora ne aveva avuto la piena conferma con quel tradimento.
"posso toccarti i capelli?"
chiese improvvisamente senza precedenti.
immune dalla risposta del ragazzo lei iniziò a giocare con i suoi ricci ben definiti, seguendone la forma ondulata e odorandone il profumo dolciastro.
Filippo si mise a cavalcioni su quel muretto ed iniziò un attenta osservazione di quella ragazza.
era cosi delicata nei movimenti, che pareva una bambola estremamente fragile.
lei gli spostò un capello dal viso e poi ne traccio con l'unghia, tutto il contorno irregolare.
passò sopra la sua mascella marcata ed il mento semi coperto da una barbetta che pian piano stava prendendo vita.
gli sistemò leggermente le sopracciglia e poi spostò le sue dita lentamente verso le sue labbra carnose che aveva guardato subito dopo.
erano quasi secche dal venticello che si era creato e qualche pellicina già era pronta per crearsi sopra esse.
"hai le labbra screpolate"
commento a bassa voce la ragazza mentre riprendeva in mano la bottiglia.
si bagno lentamente le labbra con il liquido alcolico per poi avvicinarsi alle sue che non si erano mai mosse.
ne bacio lentamente la superficie e subito dopo Filippo ne lecco il contenuto sorridendo.
"vai subito al sodo"
disse mentre aveva fatto scivolare una sua mano sulla sua coscia scoperta dal vestitino che portava sopra il suo corpo minuto.
lei rise solamente mentre sentiva la mano di Filippo posarsi sul suo fianco.
"anche tu"
lui si avvicinò lentamente a lei scontrando la sua fronte con la sua.
la ragazza lo osservo quasi speranzosa e cerco di baciarlo più volte venendo sempre evitata e bloccata.
era confusa.
"che c'è?"
chiese confusa.
"prima dimmi perché sei qui"
lei sembro quasi seccata da quelle parole.
"e poi mi bacerai?"
"vedremo"
rispose spostandole una ciocca di capelli dal viso.
"vengo spesso qui.
è un locale molto frequentato qui a milano e il più delle volte vengo sola.
mi ubriaco fino a non riuscire a camminare e mi trascino qui dove rifletto su tutta la mia vita.
mi faccio molte domande durante la notte e con l'alcol nelle vene mi sembra più facile esternare i mie pensieri"
"a cosa pensi?"
"a tutto.
penso alla figura paterna mancata, che nel corso degli anni non ho mai accettato.
penso al mio lavoro.
penso a mio fratello.
penso a quanto sia arrogante e maleducata a volte con le persone che amo.
penso a tante cose"
Filippo strinse leggermente la sua mano sul suo fianco e un luccichio passo per lo sguardo della ragazza.
"piangi se ne senti la necessità, fa bene piangere"
la incoraggiò vedendola trattenere le lacrime.
lei lo guardò negli occhi e si libero delle sue insicurezze in qualche lacrima fuggitiva che subito Filippo le asciugò con i pollici.
"grazie straniero"
sorrise lei mentre Filippo non smetteva di guardarla.
"ora mi baci?"
"mhh non so"
"stronzo"
ripete lei allontanandosi dal suo viso.
allora Filippo ridendo le prese la vita tra le mani e la riporto davanti a lui.
"me lo dicono in tanti sai?"
le disse ad un passo dalle sue labbra sottili.
lei rise sopra di esse prima di unirle, baciandole bisognosa di affetto.
bisognosa di qualcuno che la facesse sentire accettata.
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𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃 𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀
Fanfiction!TW! violenza domestica "parlami Emma, in qualsiasi modo tu voglia, io sono qui, lo sarò sempre e niente potrà allontanarmi da te"