𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟒

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Filippo non sapeva davvero come Mirko potesse lasciar gironzolare a piede libero sua sorella, una ragazza provocante in qualche lato di lei, con quei vestitini che le calzavano a pennello, ed i suoi movimenti ondeggianti che ti facevano ammattire i pensieri.
quella sera il vestito che indossava le evidenziava i fianchi stretti, le natiche sontuose e sembrava renderla ancora più minuta di quel che era.
si muoveva elegantemente tra la gente e Filippo continuava a guardarla con la coda dell'occhio, mentre la vedeva scolarsi interi bicchieri di alcolici.
purtroppo, in locali come quelli la loro fama non aiutava molto, venivano fermati costantemente per una foto, nonostante con il buio e le misere luci lampeggianti non si vedesse praticamente nulla.
molte ragazze gli si erano avvicinate cercando un avventura ma in assenza di Mirko, Filippo sentiva il bisogno di tenere sottocchio la sorella, che come prevedibile era già sparita dalla sua vista.
camminava difficilmente tra la folla scatenata e non faceva altro che evitare ogni persona gli si parasse di fronte.
una grande massa di persone avevano circondato Mirko ed i suoi amici mentre cantavano a squarciagola una delle canzoni in collaborazione con lui, ma non sembrava importagli molto.
della ragazza nessuna traccia e ripensando a quello che gli aveva detto la scorsa notte, sapeva che l'avrebbe trovata fuori dal locale probabilmente accasciata sul solito muretto rossastro.
sorrise lievemente notandola, con la solita bottiglia d'alcol in mano, lo sguardo perso nel cielo scuro ed i suoi occhi lucidi, che nascondevano tanti segreti al loro interno.
"ancora qui?"
chiese tutto d'un tratto mentre lei girava il capo verso di lui.
"mh va via"
mugugnò bevendo lentamente un altro po di quella bevanda che le stava mandando in fumo la ragione.
Filippo le si sedette accanto e iniziò a guardare il cielo come se niente fosse, senza che lei gli avesse tolto gli occhi di dosso.
"quanto mi piace la luna"
disse improvvisamente con gli occhi puntati su essa, come incollati senza potersi staccare.
"è così bella, secondo me è un po' il lato oscuro del mondo, quella che nasconde i segreti più remoti del pianeta, perché di notte succedono i peggiori crimini, la notte è il momento più vulnerabile della giornata che ti rende fragile e impossibilitato a reagire.
mi ci rivedo in lei"
quelle sue affermazioni a Filippo piacevano tanto, poco meno che si sentisse così attaccabile.
una ragazza tanto bella come lei, non riusciva a trovare la pace, e quello Filippo l'aveva letto nei suoi occhi la prima volta che si erano guardati reciprocamente.
in quel mare di immensi segreti, c'era una vulnerabilità evidentissima, la guardava e non riconosceva la ragazza dall'animo stabile che cercava di far notare.
si vedeva in quei momenti poco lucidi, la sua fragilità, quanto si sentisse tagliata fuori da tutti.
quanto non si sentisse all'altezza di altre persone che la circondavano.
sapeva di tutte queste insicurezze, ma il motivo basilare non c'era.
non conosceva il vero motivo della sua perdita di autostima, sapeva tutto di lei ma allo stesso tempo, era un insulso sconosciuto, che non conosceva nemmeno la sua data di nascita.
conosceva la vera lei però, quella delicata, che cercava di fare la dura anche davanti all'evidenza, ma non ci riusciva.
Filippo era incantato.
"come sei silenzioso, eppure sei un cantante"
sospirò portandosi le ginocchia al petto.
"ubriaca ma lucida"
rispose facendola sorridere.
"sei un amico di Mirko, tutti i suoi amici sono cantanti, insomma siete cresciuti tutti sulla stessa barca"
quelle parole lo impressionavano, probabilmente non era ancora del tutto fusa per dire quelle frasi.
"quindi sai chi sono"
lei annui lentamente guardandolo attentamente in viso, notando i suoi riccioli delicati ricadergli sulla fronte.
"Irama, classe 1995, cantante cantautore, hai fatto Sanremo, fai delle canzoni con diversi generi, preferisci la parte latina della tua musica però, tatuato principalmente con serpenti che ricordano la cultura egizia, hai un'identità legata alle piume, per un fatto psicologico che nemmeno tu sai spiegarti, insomma un po' di cose le so"
Filippo era incantato, la guardava con occhi sognanti, e captava ogni singola parola che arrivavano alle sue orecchie.
"stolker o psicopatica?"
chiese ridendo lui spostandosi un po' di capelli da davanti allo sguardo.
"Mirko parla tanto di te, dice che sei un bravo ragazzo, tutto qui"
disse buttando un sassolino trovato vicino al suo corpo, in mezzo alla strada davanti a loro.
"sono senza parole"
commento improvvisamente lui, osservandola nuovamente negli occhi dove si perse come la sera prima.
lei scese dal muretto e gli prese una mano, guardando i due serpenti che gli raggiungevano le dita in un movimento sinuoso, gli anelli argentati che si scontravano con i suoi e le vene che si evidenziavano leggermente al resto della pelle.
"sai, spero che un giorno qualcuno mi voglia davvero bene come fa Mirko"
le parole dette da lei lo spiazzavano continuamente, tanto da trovarsi continuamente in silenzio.
"che intendi"
chiese mentre lei continuava a giochicchiare con le sue dita.
"Mirko, mi ama probabilmente perché sono sua sorella, oppure non avrei nemmeno lui. penso di essere un allontanamento spontaneo per le persone"
"perché dici così? ci sono tante persone che ti vogliono bene"
"si ma non voglio quel tipo di amore, io vorrei trovare un ragazzo che mi travolga l'anima ogni volta che mi sta accanto, che mi abbraccia che mi bacia, un ragazzo dall'animo buono, dolce che non mi giudichi per quello che sono"
"sono sicuro che lo troverai"
rispose facendole alzare lo sguardo verso di lui.
si sedette nuovamente sul muretto, più vicina a lui che sentiva il calore del suo corpo, raggiungerlo velocemente.
"perché mi dici queste cose nonostante non ti conosca"
chiese spontaneo mentre lei lo guardava sempre più intensamente.
"perché sei qui, non mi capita sempre di trovare persone buone, me lo sento che hai un animo puro"
affranta da tutte quelle insicurezze si appoggiò alla sua spalla mentre un leggero venticello tiro per milano, inondata dalla notte profonda di quella primavera.
si addormentò, con i capelli che lentamente svolazzavano sulla sua spalla, i suoi occhi chiusi che sognavano una vita migliore, ed il calore della mano di Filippo che si era intrecciata alla sua con dolcezza.
le accarezzava con il pollice parte della sua mano che riusciva a toccare e pian piano che la temperatura si abbassava, la sentiva sempre più vicina, per ripararsi da quello strano venticello che li stavano accompagnando.
i suoi ricci entrarono in contatto con la sua capigliatura mora e liscia che svolazzava lentamente.
ormai erano quasi le 2 e in tutto quel tempo non si erano mossi da quella posizione.
noto la gente uscire stranamente stanchi dal locale e mille macchina passare per il grande viale davanti a loro.
Filippo decise di portarla dentro alla discoteca, per poi avvisare Mirko che se avesse voluto rimanere per più tempo in quel locale, avrebbe portato a casa sua sorella volentieri.
così con la sua mano che non voleva lasciarlo, la prese di peso, percependola più leggera di quel che pensasse, le si avvinghio al collo come un koala, e con passi lenti entro nella discoteca, dove poche persone ballavano in pista, con una musica piuttosto bassa rispetto alle 3 ore precedenti.
Lorenzo li vide, e non tardò ad ammiccare con il suo sguardo verso il suo migliore amico, che alzò il terzo dito verso di lui.
"la porto a casa"
disse mentre prendeva le chiavi della macchina di Lorenzo dalle sue tasche.
"riportami la macchina poi"
urlò mentre lui usciva con ancora la ragazza abbracciata con forza a lui.
camminava lentamente, sentendola sempre più debole a quella stretta e una volta legata la cintura sulla sua vita si mise alla guida nel buio della notte.
la luna illuminava un fascio
di terra ben preciso, mentre le stelle costellavano il cielo magnificamente, tanto che Filippo si sarebbe messo volentieri in giardino con un quadernetto per una vaga ispirazione per un nuovo ipotetico brano.
con la coda dell'occhio guardava Emma che aveva aperto gli occhi con disinvoltura mentre non sembrava essere collegata al mondo esterno.
guardava fuori dal finestrino e ogni tanto cercava un contatto con Filippo che non tardava ad arrivare.
ogni tanto gli sorrideva ed una volta davanti alla sua casetta, la aiuto ad entrare in casa.
"grazie"
mugugnò mentre apriva la porta.
"ti passa velocemente la sbronza"
"ho bevuto poco, non mi capita  mispesso in realtà"
rispose con qualche giramento di testa.
Filippo sorrise lievemente e prima che potesse entrare in casa lo abbraccio, stringendosi alle sue spalle come poco prima.
"mi piacerebbe conoscere ogni parte di te Filippo, mi incuriosisci"
disse a voce soave vicino al suo orecchio.
lui la guardò e ammiccò con un sorriso lieve.
"mh potrei pensarci"
rispose.
lei baciò la sua guancia e poi sparì dietro quella porta, Filippo sentiva il cuore pieno, forse una sensazione nuova.
si.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora