𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟐𝟎

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"ti piace?"
chiese Sole, mentre si metteva sopra al corpo un vestito lungo, perfetto per quella serata tranquilla per la cittadina americana.
Emma annuì semplicemente, sorridendole e cercando nella valigia qualche cosa da mettere necessariamente.
aveva pantaloncini, ma che non la convincevano tanto, in quel
momento non aveva voglia di cose scollate e troppo attillate.
eppure optando anche per un vestito non voleva copiare l'amica, che quella sera era davvero stupenda con quel vestito sui toni gialli molto chiari, che le rimaneva leggermente svolazzante vicino alle caviglie ma che le teneva ben salda la vita con un laccetto attorno ad essa.
la guardava e la voglia di mettersi da parte era tanta, così optò per una paio di pantaloni di jeans, che stringeva solitamente con una cintura per non farli scivolare facilmente, sopra avrebbe messo una maglietta corta, molto semplice.
snickers alla mano per poi chiudersi in bagno per truccare e coprire quei segni che la infastidivano alla sola vista.
era irritante poter solo sapere che erano ancora lì, ancora li a ricordarle quanto il valore dalle sua vita non importasse.
prese un fondotinta e portandolo sui livi iniziò a stenderlo con irruenza, ed alla fine con grande sorpresa riuscì nel suo intento, mascherando l'orrore che portava sulla pelle.
più sicura di girare in giro, si mise alle mani degli anelli, indosso degli orecchini e si sistemò i capelli sulle spalle.
cerco di tirare un sorriso alla sua figura ma tutto quello che vedeva era una ragazza insicura, senza nessuno che potesse davvero capirla.
sapeva che fosse colpa sua, ma era difficile, piu di quanto potesse aspettarsi.
si spruzzò del profumo sul collo per evitare di portare maleodoranza in giro per Los Angeles ed infine scese le scale insieme a Sole che portava insieme a sé sulle sue spalle, un giacchetto in pelle per eventuali colpi d'aria.
appena Mirko la vide rimase incantato e lo sguardo così innamorato le suscitava una certa gelosia.
si sentiva messa da parte ma non doveva, sapeva che Sole non aveva nessuna intenzione di fare nulla del genere, ma il fatto che nessuno le avesse ancora rivolto la parola la faceva sentire marginale al gruppo.
si mise semplicemente le mani nelle tasche dei pantaloni, guardandosi le scarpe ed aspettando che tutti si fossero complimentati con la ragazza per il suo meraviglioso abito.
"ti stanno benissimo i pantaloni"
ed ecco, se aveva bisogno di parlare con qualcuno avrebbe in quel momento ritirato tutto quello detto.
Filippo le aveva rivolto la parola per la seconda volta nella giornata e quella sera non si sentiva nemmeno in forma per litigare con lui.
si sentiva stanca.
stanca, annoiata, distaccata.
"grazie"
rispose con un mezzo sorriso, suscitando in lui una gioia interna importante, gli aveva sorriso.
Filippo sapeva bene quanto si sentisse fuori luogo, non conosceva bene nessuno dei presenti se non Mirko che era impegnato ad occuparsi della sua nuova frequentazione per prestare attenzione a sua sorella anche solo per un attimo.
camminavano per la california, dietro a tutti, senza dire una sola parola.
quel silenzio però, urlava tantissime cose, il solo fatto che Emma era così vicina a lui era un buon segno, un sentimento di riavvicinamento con lui.
calciava ogni tanto dei sassolini e Filippo la guardava più volte osservando i suoi occhi di continuo.
l'oceano era di lato a loro, e l'immensità di quella vastità infinita li faceva sentire piccoli, Emma lo guardava affascinata, con il fascio di luna che rifletteva sopra lo specchio di acqua.
camminando, ogni tanto si scambiano degli sguardi, era quasi impossibile per loro rimanere lontani durante quei momenti in cui avrebbero voluto annullare tutto per occuparsi solo delle loro figure bisognose di quel qualcosa in più.
quel segno, quel qualcosa arrivo subito dopo che furono lasciati soli dal resto del gruppo andati a prendere un gelato per sdrammatizzare i momenti di silenzio.
Emma si appoggiò sulla ringhiera che dava sul mare e lo osservo tanto intensamente da notare anche le minime onde che si stendevano sulla spiaggia candida sotto di loro.
"possiamo smetterla?"
chiese Filippo appoggiandosi vicino a lei.
"di fare cosa?"
rispose lei spostandosi i capelli dietro l'orecchio.
"di evitarci, cazzo Emma si vede lontano chilometri che non possiamo stare così"
"e quindi cosa proponi leopardi?"
"allora lo ammetti"
Emma si ritrovò incastrata nelle sue stesse parole.
rimase in silenzio per qualche secondo prima di sentire la mano di Filippo che stava sopra la sua.
"mi manchi, tanto"
quelle parole uscivano naturali da Filippo, senza troppi pensieri vedeva Emma rendersi conto di quello che diceva.
"anche tu mi manchi..ma sono titubante"
rispose stringendo leggermente la stretta tra le loro mani.
"lascia indietro i dubbi, pensa al fatto che non possiamo stare lontani e tutto si annullerà"
Emma di getto l'aveva abbracciato, non sapeva perché l'avesse fatto.
forse si ritrovava in quelle parole, in quelle verità che lui esprimeva con le sue parole.
sapeva leggere il suo cuore anche se era pieno di scarabocchi.
sapeva farlo meglio di chiunque altro.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora