𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟏𝟗

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"dio che caldo atroce"
esclamò Filippo scendendo dall'aereo che li aveva contenuti per oltre 16 ore per portarli nel nuovo continente.
si stiracchiò le braccia per riportare un po' di coscienza in se stesso, sentendo il sole bruciargli addosso.
l'aria della california era fresca nonostante il caldo eccessivo, c'erano tantissime palme e poi l'oceano presiedeva davanti a loro con una certa imponenza.
l'arrivo del secondo aereo distrasse per un attimo l'artista da quell'attenta osservazione del paesaggio americano.
scesero da lì i ragazzi dello staff, Pablo ed infine anche Emma insieme alla ragazza con cui Mirko se non si sbagliava, aveva qualcosa.
quando le vide avvicinarsi si sentì svenire, si spostò per recuperare un po' d'acqua e bevve il più possibile per non lasciare che la combinazione tra il caldo e quella ragazza lo potessero stendere a terra.
"com'è andato il viaggio?"
chiese Mirko, baciando la guancia di entrambe.
Filippo le guardava da lontano, lo sguardo della sorella non era per niente triste, spruzzava felicità da tutti i pori.
i suoi occhi si riflettevano con i raggi potenti del sole, mentre vedeva la sua carnagione biancastra arrossarsi leggermente dal caldo.
lui buttò giù l'ultimo goccio d'acqua per poi tornare verso l'amico, che stava dando alla sorella una bottiglia fresca da tenere nel caso estremo di calore, e così loro poterono andare a recuperare le valigie con una corsetta spedita.
"Filo, ti rendi conto?! Los Angeles"
commento Mirko, mentre apriva le braccia davanti a quello spettacolo.
lui annuì semplicemente con un sorrisino divertito, poi quando dovettero scappare dall'aeroporto per occupare una grossa casa per loro, presero le valigie ed iniziarono a camminare velocemente tra le strade californiane.
la gente passeggiava libera, c'era tantissimo verde intorno a loro, ed il mare era calmo, volenteroso di accogliere i bagnanti al suo interno.
tirarono i bagagli per circa 5 minuti per spostarsi dal centro, per poi finalmente arrivare davanti a casa.
"Mirko Mirko!"
lo richiamo Pablo da qualche metro di distanza, con un foglietto in mano ed una penna.
il moro gli disse di proseguire, che sarebbe arrivato a momenti, e mentre Filippo un po' titubante si avvicinava alla grande casa vedeva da lontano le due figure femminili dello staff.
lui sbuffò leggermente fino a che non vide proprio Emma parlare abbastanza infastidita con un ragazzo della sicurezza, era vestito tutto di nero e quello probabilmente lo stava facendo sudare tantissimo.
"mi dispiace ma se lei fa parte dello staff non posso lasciarla entrare con gli artisti"
"beh in realtà non potrebbe fare entrare nemmeno me"
rispose Sole con una certa ovvietà.
"è diverso signorina, lei è un ospite"
in quel momento Filippo arrivò davanti alla porta di casa e gli occhi di tutti, persino quelli di Emma gli si posarono addosso.
"che succede"
chiese senza aspettare nemmeno un secondo.
"niente, dov'è Mirko?"
chiese subito lei senza dar troppa attenzione a lui.
"è da Pablo, comunque quale sarebbe il problema"
riprese lui, vedendo Emma leggermente innervosita.
"lei intanto è?"
"Irama, artista"
rispose facendo vedere alla luce, il cartellino dato all'inizio del viaggio con sopra la sua foto ed il suo nome, per certificare la sua carriera musicale.
"benissimo, questa ragazza farebbe parte dello staff e non potrebbe stare nella stessa casa degli artisti"
"la faccia entrare, è la sorella di Rkomi, l'artista che mi accompagna"
proprio in quel momento, quando Filippo fini la frase appena detta, Mirko arrivo leggermente ansimante dal caldo mostrando anche lui il cartellino al butta fuori, cosi lui dovette evidentemente arrendersi ai voleri altrui.
Emma lanciò uno sguardo a Filippo che sorrise subito dopo che lei gli voltasse le spalle.
quella casa era gigantesca, bianca latte, spaziosa, con una cucinetta ed una grande sala, un piano superiore con diverse stanze ed un grosso terrazzo che dava sull'oceano, il sogno probabilmente dei due artisti presenti.
Emma era sbalordita dalla bellezza di quella villa, avrebbero soggiornato in 6 in tutto, aggiungendo a loro 4 anche Lorenzo e Pablo.
la mora sorrise, e guardando Sole le sembrò quasi impossibile non immaginarsi la miglior vacanza degli ultimi anni.
"mi sembra quasi lecito che la stanza matrimoniale sarà delle due signore"
commento Mirko mentre appoggiava a terra il borsone che aveva in spalla.
"signore a chi Mirko? sono ancora troppo giovane per essere chiamata così"
rispose Sole facendo sorridere Emma mentre lei la trascinava su per le scale.
arrivando nella camera più grande le due si meravigliarono della bellissima luce che emanava.
c'era un letto in mezzo, così grande e così morbido da sembrare marshmallow, un paio di cuscini sopra, ed una grande coperta morbidosa su cui Emma non poté fare a meno di buttarcisi sopra.
c'era un grande armadio, ed una grande finestra dove si poteva vedere il cielo azzurro pieno di uccellini che cinguettavano sugli alberi poco più lontani.
era fantastica e le due ogni volta che si guardavano ridevano, sperando che tutto quello non fosse un sogno.
"è la cosa più bella che abbia mai visto"
commento Sole mentre entrava nel bagno della camera, attrezzato di un grande specchio ed una doccia imponente.
Emma era abbagliata da quella vista che non si accorse nemmeno della porta semi aperta da suo fratello che aveva chiesto un paio di volte prima di entrare il permesso.
"posso?"
chiese.
"sisi"
rispose Sole uscendo dal bagno.
"vi piace?"
chiese subito il moro vedendole esterrefatte dalla bellezza di quella stanza.
"è bellissima"
rispose d lei guardandolo contenta.
"sentite, Pablo ha proposto un primo giorno tranquillo, andiamo a fare un bagno in piscina?"
"piscina?"
esclamò Emma senza ormai più parole.
"beh si, è qua fuori nel giardino"
"vi trattate bene fratellino"
rispose lei sporgendosi alla finestra notando la grossa vasca d'acqua azzurrina sotto di lei.
"se vuoi puoi anche non venire"
rispose ironico beccandosi un dito medio da parte della sorella mentre Sole gli dava un leggere bacio sulla guancia.
appena uscito dalla stanza le due si guardarono e l'imbarazzo della scelta per il costume era ampia, Sole era una miniera d'oro, c'erano tantissimi capi d'abito di tutti i colori ed Emma ne era estremamente affascinata.
corse alla sua valigia, aprendola anche lei aveva molti costumi, che osservo per bene per cercarne uno semplice per un semplice pomeriggio tra amici.
nel scelse uno sui toni del marrone, a tinta unita, legato tra i due seni con un anello dorato.
lo prese e dopo aver approvato quello di Sole, molto chiaro che si intersecava con il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi, corse in bagno.
togliendosi i vestiti che aveva addosso si sentì rinfrescata, tutto quel calore la stava. portando a sudare malamente.
quando poi guardandosi allo specchio cerco di allacciare il reggiseno, noto alcuni segni sul suo corpo, erano ancora visibili su di lei.
si prese quasi paura, non voleva farsi vedere cosi, ma la voce di Sole che la richiamava all'esterno era ripetuta nella sua testa.
erano presenti lividi sul suo collo, sopra uno dei due seni, sullo stomaco, ed uno dietro l'orecchio.
cerco di non pensarci, guardando il tatuaggio che portava sopra il cuore.
"don't give up"
fatto dopo la rottura con Alessio, che fece per ricordarsi sempre della sua innocenza di quella situazione.
deglutì fortemente, guardo il suo corpo magro ancora una volta ed infine apri la porta.
Sole si stava specchiando, mentre con ancora della crema sulle braccia si stava iniziando a cospargere con essa le non bruciare la sua carnagione candida.
"ti sta benissimo"
commento lei mirandola dallo specchio.
Emma la ringraziò prendendo un po' di crema e spalmandosela sul petto.
fece qualche smorfia di dolore nel toccare le zone colpite, quasi le mancava il fiato.
l'amica la guardava, non voleva proferire parole a riguardo, non voleva recare altro dolore.
"hai bisogno per la schiena?"
chiese la bionda spezzando il silenzio che si era creato.
Emma annuì solamente, si girò per dare la possibilità a Sole di riempirla di crema solare.
gliela spalmo sulle spalle, poi sulla schiena e dopo aver dato una passata anche sulla parte posteriore del collo annunciò la fine di quel rilassante massaggio.
"andiamo?"
chiese subito mentre si sistemava i capelli in una coda leggermente tirata.
"si notano tanto?"
la preoccupazione di Emma era impossibile da contenere, mentre la ragazza si guardava allo specchio provava ribrezzo.
"Emma non importa ok? non devi sentirti giudicata"
le disse senza troppi precedenti, facendole notare lo splendido corpo che aveva.
dalla vita stretta, alle braccia magre, alle cosce snelle, il collo non troppo allungato, delle mani curate ed un viso angelico.
Emma sorrise, abbracciò Sole per la prima volta, e per la prima volta si rese conto di avere un'amica di fianco.
un'amica che cercava di darle conforto.
subito dopo lei la portò giù dalle scale, facendo attenzione a non cadere si ritrovarono in pochi secondi in giardino.
girarono attorno alla villa, notando da lontano i ragazzi già all'interno della grande vasca d'acqua.
"finalmente"
urlo Mirko mentre correva incontro alle due.
Emma conoscendo il fratello si allontanò dalla sua figura, che come si aspettava appena abbracciato Sole, la portò di peso verso la piscina.
"Mirko ti prego"
urlava lei in preda alle risate prima di finire in acqua insieme al fratello.
Emma camminò normalmente fino ad un lettino sporgente alla piscina, ci si sdraiò sopra e senza aggiungere nulla su godette minuti di pace sotto il sole cuocente della california.
il solo rumore sottostante al suo relax, erano i ragazzi che parlavano nell'acqua, ogni tanto schizzandosi e ridendo.
sentiva il leggero bruciore della sua pelle non abituata a tanto calore, per poi improvvisamente non percepirlo più.
stranita dalla sensazione apri gli occhi tenendosi una mano davanti al viso per non accecarsi.
Filippo le copriva la visuale del sole, rimanendo a guardarla sperando in una reazione benevola.
"sai, di solito il sole si prende standoci sotto, l'ombra non mi ha mai abbronzato"
disse cercando di nascondere il fastidio nel suo tono.
"volevo chiederti una cosa"
rispose mostrandole la crema solare nella sua mano.
"potresti spalmarmela sulle schiena? sei l'unica senza mani bagnate"
Emma non sapeva se mandarlo a quel paese, per continuare a cercare la sua attenzione ma non poté rifiutare.
non era così cattiva.
gli fece segno di sedersi e subito lui le diede la schiena mostrando il grande tatuaggio che portava maestoso sopra essa.
era un serpente che strisciava sopra la sua pelle, così fatto bene da sembrar vero.
si mise della crema sulle mani, ed iniziò a spalmarne il contenuto sulle spalle, con delicatezza.
le sue dita si muovevano sinuose sulla sua pelle candida, premendo ogni tanto per creare una sensazione di massaggio, scese leggermente coprendo tutta la sommità della sua schiena.
arrivando fino alla fine del suo tatuaggio diede una passata generale per concludere per poi comunicarglielo con il battito delle sue mani per levare gli ultimi rimasugli di crema.
"grazie"
disse guardandola.
"nulla"
si rimise sul lettino, ed una volta ritornata a quella tranquillità la sua mente viaggiava a migliaia di chilometri orari.
perché si sentiva così?

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora