𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝟏𝟕

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"che cosa vuoi che dica? resta con lui che se ti scopa stai zitta"
canto Filippo al microfono nel loro studio, dietro un vetro resistente con un paio di cuffie alle orecchie.
erano le 10 del mattino, dopo la notte precedente immergersi nella musica era l'unico modo per non pensare a quello che continuava a succedere a quella povera ragazza.
si era alzato presto stranamente, con ancora lei tra le braccia.
l'aveva tenuta stretta a lui per tutta la notte, non si erano mai staccati da quell'abbraccio curativo, che faceva sentire Emma più tranquilla.
le aveva baciato la fronte almeno una trentina di volte, durante le ore centrali del riposo, in cui mugugnava per ancora del malessere nel suo corpo.
lasciarla da sola lo aveva fatto davvero rimanere male, le aveva scritto un bigliettino sopra un foglietto e poi le aveva preparato le colazione ed un paio di medicinali e antidolorifici per migliorare la sua salute.
"io ci sarò comunque vada"
aveva scritto lui con una calligrafia ordinata e pulita per poi firmarlo velocemente e uscire di casa.
una volta arrivato in studio non poté fare a meno di dire cosa fosse successo a suo fratello, che a quanto pare non vedeva da qualche giorno.
Mirko era rimasto scioccato, toccare sua sorella era la cosa peggiore che potessero fargli, avrebbe preferito mille volte subire cose simili su di lui, ma ormai era successo e non poteva fare altro che disperarsi.
si era seduto sul divanetto in cui lei sostava sempre e si era infilato le dita tra i capelli, quanto si sentiva in colpa per non essere stato presente.
Filippo ogni tanto lanciava degli sguardi al fratello della ragazza dal vetro, capendo il suo stato d'animo dalla sua mente dispersa.
poi sentendo un rumore sordo dalle cuffie guardo verso l'entrata e la presenza improvvisa di Emma gli fece sobbalzare il cuore.
Mirko si alzò immediatamente, le corse incontro piangente e la abbraccio senza dirle nulla.
lei era inerme, sembrava felice nel sentire di nuovo suo fratello vicino al suo corpo, ma non verso nemmeno una lacrima, come lui si aspettava.
Mirko le bacio la guancia e lei rimaneva costantemente con questo sguardo perso e scuro, che non faceva altro che penetrare nei pensieri di Filippo.
la guardava dall'altra parte del vetro mentre cercava di rimanere intonato, senza sostare a guardarla per troppo tempo.
Emma non l'aveva ancora salutato, si era seduta come se niente fosse sul divanetto prediletto e iniziò a scrivere sul suo computer.
Mirko le si sedette affianco ed iniziò a parlarle e visto che Filippo non capiva il comportamento di lei, così rude, si rimise le cuffie e si immerse nelle sue canzoni.
sputava disprezzo dalle sue parole, mentre non sentiva ancora lo sguardo di Emma bruciargli addosso.
quella ragazza non aveva intenzione di richiamare la sua attenzione, era stanca, era stufa di quella vita, piena di sofferenze e dolori.
rimaneva con lo sguardo sullo schermo del portatile, mentre rivedeva dati e concetti segnati sopra, ed iniziando a scorrere tra gli eventi avvertì una strana sensazione.
fare la parte dell'indifferente era difficile, ma cosa fare se non rimanere impassibile?
era davvero fuori di sé per quello che in qualche modo stava passando e guardare Filippo avrebbe solo accentuato i suoi pensieri maligni.
si mise i suoi occhiali da vista e perse la cognizione del tempo, Mirko non era più al suo fianco, probabilmente andato a quella strana riunione con Pablo per un chiarimento su qualche concerto futuro.
scriveva senza sosta, non sapeva come, ma aveva compilato centinaia di schede in sole 3 ore, senza mai staccare gli occhi dalla luminosità dello schermo.
l'orologio segnava la pausa pranzo, era ormai l'una passata ma Emma non se ne era accorta ancora.
si spostò i capelli dal viso e continuò a scrivere finché una mano gli chiuse lo schermo senza troppi giri di parole.
lei finalmente incontro gli occhi di Filippo, che cercavano di captare ogni suo sentimento ma che per la prima volta non sembravano essere accessibili.
erano come murati, completamente accerchiati dal suo furore immotivato.
"cos'è ti sei alzata male?"
chiese lui senza nemmeno salutarla, mentre sistemava il portatile che lei portava sulle gambe sopra un mobile vicino.
Emma non rispose, si alzò per prendere il suo zaino ed aprirlo.
"che ti prende stellina"
"dio smettila cazzo, mi irrita"
rispose senza lasciarlo finire.
"ma che hai? da quando sei così scontrosa"
"non ti interessa Filippo"
il suo nome, detto così rudemente l'aveva colpito, sentiva le sue negative pulsazioni arrivargli al cuore.
"cazzo si che mi interessa, che cosa non va?"
Emma rimise i suoi occhiali nella sua scatoletta ed una volta chiusi, li ripose nello zaino con una certa irruenza.
Filippo non l'aveva mai vista così, così arrabbiata, così fuori di sé.
quando poi cerco di prendere il cappotto attaccato all'appendi abiti, lui la precedette, impedendole di indossarlo.
"non fare il bambino, ridammelo"
disse con tono duro, Filippo iniziava ad avere timore, non tanto di lei, ma delle sue intenzioni.
"prima dimmi che ti succede, poi potrai andartene"
"non decidi per me, ridammi il cappotto, anzi no, tienitelo.."
inizio prendendo lo zaino in spalla.
"..andrò senza"
Filippo non poté fare a meno di prenderle un polso e chiudere la porta, non lasciandole via di scampo.
"fammi uscire"
ringhio arrabbiata, sbattendogli i pugni sul petto.
era su di giri e di lì a poco sarebbe uscita completamente di testa.
le vedeva le lacrime nervose minacciare di uscire, mentre lo guardava e urlava di farla uscire dallo studio.
allora Filippo avanzò, facendole fare passi indietro, mentre continuava a premere sul suo corpo, che non si voleva spostare per non permetterle di uscire.
"cazzo basta, voglio andare via"
ora una lacrima le usciva da uno dei suoi occhi.
Filippo era tentato nel volerla lasciare andare, ma non voleva che andasse via così arrabbiata, avrebbe rischiato di non vederla per giorni.
probabilmente sarebbe successo comunque anche una volta sviscerato il problema, ma almeno avrebbe saputo cosa le stesse passando per la testa.
"Emma"
le disse con tono calmo.
"parlami, sai che non ti lascerò andare finché non saprò cosa ti sta succedendo"
le cercava di toccare il viso ma lei evitava il contatto con le sue mani.
si allontanò da lui, prese un fazzoletto dal suo zaino e si soffiò il naso.
Filippo era sofferente, vederla così lo faceva stare male.
le si avvicinò e non poté fare altro che guardarla, mentre i loro occhi non riuscivano più a trasmettersi nulla.
"ti prego, dimmi che ti succede, mi uccide vederti così"
le disse senza troppi giri di parole, lasciando che lei potesse prendersi del tempo per spiegarsi.
"non voglio, ho bisogno di stare da sola"
ormai non aveva nemmeno più la forza di sottrarsi a lui, era come se il suo cervello non le mandasse gli impulsi giusti.
appena cerco di varcare il corpo di Filippo lui le mise un braccio per bloccarle il passaggio ed Emma non continuò a camminare, pianse qualche lacrima che le vagava per il viso per poi asciugarle subito.
"parlami"
soffoco lui una parola, aspettando che lei rispondesse.
Emma non poté più nasconderlo, era pronta, glielo avrebbe detto anche se un groppo in gola le faceva far fatica a comunicare.
"non possiamo vederci Filippo"
disse freddamente.
"da quando ti conosco, ho capito tante cose, non ti sto scaricando la colpa ma devi capire che io non posso soffrire e rischiare la mia vita per le tue ex maniache e perché i miei invece ti vedono come una minaccia per me, mi dispiace, ma stare lontani sarà la cosa migliore, per entrambi"
Filippo era a pezzi, non voleva starle lontano, farlo l'avrebbe distrutto.
"Emma, ti prego"
l'abbraccio ma lei non si mosse, cercava di trovare compassione ma i suoi sentimenti erano svaniti, l'indifferenza ormai era parte integrante di sé stessa.
"scusa"
disse come ultima cosa prima di scomparire dalla sua vista.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐑𝐎𝐘𝐄𝐃  𝐓𝐎𝐆𝐇𝐄𝐓𝐄𝐑--𝐈𝐑𝐀𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora