2.

274 30 35
                                    

2.

CONOSCERSI MEGLIO

Victor le aveva dato appuntamento in una piccola caffetteria a Beacon Hill. Alle cinque in punto. Hazel aveva chiesto a Vivian di prestarle l'auto e alle sedici e trenta era uscita di casa. Per raggiungere Beacon Hill le sarebbero serviti almeno venti minuti, negli altri dieci in attesa delle cinque, sarebbe rimasta in auto a pensare alla follia in cui si era immischiata. Esattamente come aveva fatto davanti al lungo specchio in camera sua, quando per venti lunghi minuti era rimasta immobile a fissare il suo riflesso, con una camicia azzurra stretta nella mano sinistra e una t-shirt grigia nell'altra, pensando al perché avesse accettato di far parte di quel folle piano di conquista.

«È romantico, no?» aveva commentato Vivian, provando a far leva sul suo amore per l'amore. Ma Hazel sapeva che lo aveva detto solo per placare i dubbi che l'avevano tenuta sveglia per buona parte della notte. Alle sette, dopo tre ore di sonno, si era alzata sentendosi sicura di sé, perché se la notte porta consiglio, la sua le aveva suggerito di mettere quei dubbi a tacere e fare quello per cui Victor le avrebbe dato quattromila dollari.

Quattromila! Mille e cinquecento per saldare finalmente il suo debito studentesco, gli altri per ripagare Vivian delle spese extra che si era accollata in attesa che lei trovasse un nuovo lavoro.

Cercare un lavoro era proprio quello che aveva intenzione di fare dopo colazione, proposito che però era finito nel dimenticatoio quando aveva acceso il suo portatile. I dubbi erano tornati a tormentarla, ed era finita su un forum specializzato sul reato dello stalking per capire se quello che Victor aveva in mente, poteva essere effettivamente considerato un atto persecutorio. Non ci aveva capito nulla, a essere onesti, e così dopo mezz'ora aveva cambiato soggetto di interesse e si era messa a cercare informazioni su Victor Kinney, il gigolò che aveva fatto irruzione nella sua quotidianità pochi giorni prima.

Vivian le aveva raccontato quel poco che sapeva di lui: si erano conosciuti due anni prima durante una serata tra donne a cui aveva accettato di partecipare solo per far contenta Eliza, la sua più vecchia amica. Quella sera, alle dieci si era già scolata due martini e una birra e quando lo aveva visto al bar a bere uno scotch - almeno credeva che fosse uno scotch, anche a distanza di anni non ne era ancora sicura - gli si era avvicinata.

Giurava, ma non troppo convinta, che aveva attaccato bottone solo per scappare alle noiosissime chiacchiere che si stavano consumando al suo tavolo.

«Mi ha sorriso, e quel dannato sorriso...» aveva aggiunto, e per un attimo era calato il silenzio, perché Hazel sapeva esattamente di quale sorriso stesse parlando. Lo aveva visto sul pianerottolo e per un attimo era rimasta immobile, incapace di muoversi.

Aveva continuato dicendole che non aveva idea di cosa facesse per vivere, tra loro si era creata un'intesa e così era andata a casa sua, solo per bere qualcosa. Ma, in un momento di debolezza, erano finiti a letto insieme. Aveva saputo che era un gigolò solo la mattina successiva, quando Eliza le aveva detto di aver sentito quelle al tavolo vicino parlare tra di loro dopo che lei e Victor erano andati via.

«Ha detto che aveva sentito che Victor era un vero gentiluomo e anche un maestro a letto, tanto che il suo soprannome era The Master. Aveva provato a telefonarmi per dirmelo, ma il mio cellulare era staccato.»

«The Master?» le aveva fatto eco Hazel con gli occhi sgranati. «Che cosa ridicola.»

«Forse la trovi ridicola, ma corrisponde a verità. A letto, Victor è...»

Hazel aveva interrotto la conversazione tappandole la bocca con una mano. Non le importava di conoscere le abilità amatorie di Victor, lei con quel talento non voleva averci niente a che fare. Proprio no.

Insieme... ma non troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora