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LA FIERA DEGLI SPOSI

La Fiera degli Sposi si teneva all'interno del giardino botanico, in un'ala che per l'occasione era stata addobbata con pizzi e merletti. Hazel la considerava la cosa più interessante che Charlotte avesse fatto fino a quel momento, ma Victor non sembrava della stessa opinione.

Aveva infatti un'aria annoiata e si guardava intorno senza nessun entusiasmo. Per lui, probabilmente, un fiore valeva l'altro.

Per lei invece ogni fiore sapeva raccontare una storia. Quando pensava che si sarebbe sposata, aveva passato ore a scegliere gli addobbi floreali; i colori, le composizioni. Vivian diceva che le rose erano la scelta migliore, Hazel non era d'accordo. Per Luke non faceva differenza.

Ripensare al suo non matrimonio le fece venire il magone: lo considerava un fallimento, anche se non era colpa sua. O forse sì, perché avrebbe dovuto capire prima che qualcosa non andava. Rivedere il suo ex alla serata di beneficienza non le aveva fatto per niente bene, e non perché rivedendolo avesse realizzato che le mancava, ma perché l'umiliazione si era ripresentata prepotente insieme ai ricordi.

«Oh mio Dio!» esclamò quando i suoi occhi ricaddero su uno stand di bellissime peonie. «Adoro le peonie, sono i miei fiori preferiti. Non credi anche tu che siano bellissimi?» gli chiese.

«Non saprei» lui si strinse nelle spalle. «Non mi sembrano diversi dagli altri fiori che abbiamo visto fino a ora.»

Hazel scosse il capo; esattamente come aveva ipotizzato. «Se credi che i fiori siano tutti uguali, allora non ne sai davvero nulla. Ogni fiore è diverso.»

«Se lo dici tu.»

«Potresti almeno fare finta di divertirti?»

«E come suggerisci di fare?»

«Piega gli angoli della bocca in su e sorridi. È facile, te lo prometto.»

Victor ridacchiò guardandosi intorno e, quando finalmente individuò Charlotte tra la folla, il suo viso si distese in un sorriso. Era proprio cotto a puntino, era chiaro.

Alla finta fidanzata scappò un sospiro, si chiese se mai un uomo l'avesse guardata in quel modo magari senza che lei se ne accorgesse.

«Che c'è?» le chiese lui corrugando la fronte.

«Niente» Hazel si schiarì la voce. «È per il modo in cui guardi Charlotte, con ardore. Mi stavo solo chiedendo se qualcuno mi abbia mai guardata in quel modo senza che me ne accorgessi. Lascia stare» gli disse quando lo vide confuso. «Sono una sentimentale, tutto qui. Comunque» cambiò discorso, «cerca di fingere che sei felice di essere qui con me. Dobbiamo sembrare innamorati, ricordi?»

Victor annuì. «Hai ragione. Dobbiamo fare in modo di attirare la sua attenzione.»

«No, dobbiamo comportarci normalmente e ci noterà senza bisogno di far scena.»

«Come lo sai?»

«Sta venendo da questa parte, solo un cieco non ci vedrebbe» la donna si sollevò sulla punta dei piedi e baciò la guancia di Victor. Charlotte incrociò il suo sguardo e si avvicinò stringendo con forza la sua borsa. Hazel notò che era arrossita, probabilmente di rabbia; la sua sciarpa beige ondeggiava a ogni passo seguendo il ritmo dei suoi movimenti.

Indossava un semplicissimo tailleur marrone e sembrava la più elegante tra le donne.

Hazel si sentì inadeguata tutto d'un tratto, una perfetta signora nessuno, esattamente come Charlotte l'aveva definita al museo. Si sollevò gli occhiali con una mano: sentiva lo sguardo di Victor addosso, ma lo evitò con cura mentre si sforzava di sorridere. Ancora pochi passi e la Wedding Planner dalle curve mozzafiato li avrebbe raggiunti.

Insieme... ma non troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora