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LA PRIMAVERA, IL LAVORO E HAZEL LAW



Hazel si versò del caffè e respirò a fondo, dando una rapida occhiata tutto intorno. Le piaceva quel posto; c'erano tante vetrate, c'era del buon caffè e c'erano dei pasticcini di accompagnamento. Lei, che avrebbe voluto prenderne uno di ogni tipo, si trattenne e prese solo un biscotto al cioccolato a cui diede un morso dopo aver bevuto un sorso dal bicchiere.

Si mise a sedere su uno dei piccoli divanetti di pelle e controllò l'orario: Victor aveva seguito una giovane donna lungo un corridoio, poi era scomparso dentro un ascensore e questo era successo venti minuti prima.

Quel colloquio di lavoro era arrivato in modo inaspettato, dopo che lui aveva inviato alcune delle sue foto al capo di quello studio fotografico dove era seduta. Non sapeva cosa avesse mandato, lui aveva voluto mantenere il segreto, sicuro che tanto non lo avrebbero chiamato e invece...

Era felice, si meritava di lavorare in un posto come quello; aveva talento e per troppo tempo aveva vissuto credendo che il suo sogno fosse oramai impossibile da realizzare. Quella telefonata aveva rimesso le carte in tavola, lei sperava gli avesse dato anche la spinta giusta.

Erano le undici di un giovedì mattina di aprile, era il loro primo mese insieme e tutto andava bene.

Erano pervasi di gioia di vivere e a volte, Hazel, non poteva fare a meno di pensare al pozzo dei desideri. Aveva chiesto la felicità ed era arrivata con lui, Victor aveva chiesto qualcosa di bello e di stabile ed era arrivata lei; era infatti così che Vic la definiva, la cosa più bella e stabile che avesse nella vita.

Erano innamorati, e anche se le tre fatidiche parole non erano ancora venute fuori, lei sapeva che si amavano e anche lui lo sapeva.

O almeno Hazel credeva che lo sapesse. Scosse il capo scacciando via il pensiero, se avesse continuato si sarebbe persa in una delle sue solite paranoie e non voleva farlo. Lesse un messaggio che le era appena arrivato; era di Vivian, chiedeva come fosse andato il colloquio. A seguire uno di Daisy che domandava la stessa cosa. Hazel sorrise grata che i rapporti tra sua sorella e Victor fossero migliorati.

Era successo dopo un caffè che avevano preso da soli, lei si aspettava scintille e invece erano rientrati ridendo come fossero migliori amici. Qualche volta Hazel aveva pensato che fosse strano, Vivian e Victor erano stati a letto insieme, ma viste le circostanze aveva deciso di dimenticarlo, di non pensarci mai più. Vivian aveva concordato.

Rispose a entrambi i messaggi dicendo che non aveva ancora alcuna notizia ma che gliele avrebbe comunicate non appena ne avesse avute. Con la coda dell'occhio vide l'uomo seduto accanto a lei scorrere una serie di foto con aria pensierosa. «Anche lei è qui per il colloquio?» gli chiese.

Lui la fissò perplesso: «Come, scusi?»

«Anche lei è qui per il colloquio di lavoro?» ripeté lei. «Il mio ragazzo lo sta sostenendo proprio adesso, o almeno credo. È salito circa mezz'ora fa e non ho sue notizie da allora.»

L'uomo le sorrise. «Crede che andrà bene?»

«Credo che andrà benissimo. Ha molto talento, scatta delle foto davvero bellissime. Per un po' ha abbandonato l'idea di diventare un fotografo, ma ora è pronto a lottare per realizzare il suo sogno.»

«Perché aveva abbandonato l'idea?»

«Perché qualcuno gli aveva detto che non era abbastanza bravo e lui era solo un ragazzino allora, e così si è lasciato scoraggiare. Scommetto che è una storia comune a molti.»

Insieme... ma non troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora